Atalanta – Fiorentina 1-2 (0-1)
ATALANTA (3-4-1-2): Sportiello; Toloi (cap.), Palomino, Djimsiti; Zappacosta, Pasalic (37′ st Ilicic), Freuler, Maehle (5′ st Gosens); Pessina (40′ st Koopmeiners); Miranchuk (5′ st Malinovskyi), Zapata (37′ st Piccoli). A disp.: 1 Musso, 31 Rossi, 28 Demiral, 66 Lovato, 13 Pezzella. All.: Gian Piero Gasperini.
FIORENTINA (4-3-3): Terracciano 7,5; Venuti sv (25′ pt Odriozola 6,5), Milenkovic 6,5, Igor 6, Biraghi (cap.) 7; Bonaventura 7, Torreira 6,5 (21′ st Amrabat 6,5), Duncan 6,5 (31′ st Castrovilli sv); Callejon 5,5 (31′ st Nico Gonzalez sv), Vlahovic 7,5, Sottil 5,5 (21′ st Saponara 6). A disp.: 69 Dragowski, 2 Martinez Quarta, 55 Nastasic, 17 Terzic, 14 Maleh, 24 Benassi, 91 Kokorin. All.: Vincenzo Italiano 7.
Arbitro: Marini di Roma 1 5,5 (Di Iorio del Verbano-Cusio-Ossola, Scarpa di Reggio Emilia; IV Mercenaro di Genova. V.A.R. Di Paolo di Avezzano, A.V.A.R. Bindoni di Venezia).
RETI: 33′ pt e 4′ st rig. Vlahovic (F), 20′ st rig. Zapata (A).
Note: ricordato dallo speaker Emiliano Mondonico, allenatore di entrambe le squadre, prima della partita. Serata serena e tiepida, terreno in ottime condizioni. Spettatori 9.162 per un incasso di 160.177 euro. Ammoniti Maehle per fallo di mano, Bonaventura, Igor, Milenkovic, Gosens, Odriozola, Freuler e Palomino per gioco scorretto. Tiri totali 12-9, nello specchio 6-3, respinti/deviati 2-3, parati 5-1. Var: 4. Corner 10-3, recupero 4′ e 4′.

Bergamo – Due rigori a uno, sconfitta sicura. O quasi. Dodici avversari, al netto delle vane considerazioni su un regolamento sempre sul filo di lana, al rientro dalla pausa per le Nazionali, forse sono troppi durante un evidente rodaggio a gioco fiacco e prevedibilissimo. L’Atalanta si ritrova a dover rincorrere la Fiorentina e il Var finendo per incappare nel primo ko in campionato nonostante il tentativo di rimonta innestato dal redivivo Duvan Zapata. Uno scivolone comunque immeritato se non altro per il ritorno di fiamma nel secondo tempo, in attesa del vernissage di Champions dal Villarreal.
Il Gasp lascia a riposo Musso, Gosens e Malinovskyi in vista della coppa martedì all’Estadio de la Ceramica e il beneficiario del turnover Zappacosta, dopo un giretto cronometrico, mette già il colombiano nelle condizioni di affannare Terracciano col tiro-cross basso dalla destra dell’area, guardato a vista da Igor che gli chiude un po’ la visuale. Di là Biraghi e Sottil trovano la muraglia entro la cinquina, ed è sul taglio proprio del figlio d’arte che Palomino deve superarsi in scivolata dopo il radente dell’esterno basso a sinistra altrui arpionato da Vlahovic (7′). Alla sporca decina, con Pasalic a lisciare la girata, il Toro di Cali fa velo in elevazione in offside servito dall’ammollo di Maehle per poi scaricare su Milenkovic e Djimsiti insacca vanamente il tap-in di un vantaggio non valido, perché il checking goal si trasforma nell’esame a video negativo di Marini. Un ottovolante più tardi il break dell’ex Bonaventura apre il corridoio a Duncan, che chiuso dal perno tucumano sgancia il mancino dritto per dritto sui tabelloni. Se Venuti deve lasciar posto a Odriozola (25′), colpito alla spalla da Miranchuk per essersi interposto tra il suo scavino e Pasalic, in capo a un ulteriore tris il centrattacco serbo da posizione defilata chiama Sportiello al tuffo per anticipare Callejon: la sfera rimbalza sul braccio di Maehle e il Var dice rigore, trasformato dallo spiazzante serbo tenendolo basso alla destra del portiere di casa.
A pendolini invertiti Miranchuk indirizza dalla bandierina per la fronte di Palomino che allarga la traiettoria (39′), mentre Freuler è costretto a recuperare su Sottil (42′) proiettato in area dalla boa dell’attacco toscano. In pieno recupero Jack allarga il gomito malandrino su Maehle, nel frattempo tornato sul lato iniziale. Giunti a metà del guado con la conclusione in diagonale a lato di Duncan senza che il rompighiaccio ci arrivi per un pelino, il puntero cafetero si fa freddare sul tempo dal centrale serbo, fino al borseggio e alla corsa slalomeggiante di Bonaventura (favorito dalla leggerezza del danese) che tende il tranello al nazionale albanese (3′): checking perfino sul penalty più limpido della storia e doppietta a mezz’altezza del fenomeno nemico. Dentro finalmente Gosens-Malinovskyi per Maehle-Miranchuk e subito filtrante dell’ucraino per l’ingrato numero 91, cui si para davanti l’estremo baluardo altrui a mano aperta (10′). Il tedesco, invece, manca l’impatto di testa (16′) su angolo del Colonnello per poi stramazzare al suolo sulla spallata di Callejon (18′) dopo l’incursione con retropassaggio di Zappacosta: altro Var, altra massima punizione, con Zapata a mandare Terracciano dall’altra parte (20′). Il doppiettista di là (25′) ritarda ancora l’estirada su palla di Biraghi, il dimezzatore dello score di piattone (28′, di nuovo Malina ad aprirgliela) chiama l’uomo tra i legni alla difesa di quello di competenza prima del colpo di frusta molle di Djimsiti. Freuler-Zapata-Gosens a rimorchio alla mezzora, ma c’è solo l’esterno della rete. A nove sinfonie dal 90′ il sostituto di Dragowski, palesemente meglio dell’originale, intercetta perfino il volo d’angelo di Palomino sulla punizione crossata da sinistra di Malinovskyi. Palomo, di un palmo il migliore dei Gasp-boys, sa metterci la schiena sull’aspirante triplettista nella scia di Gonzalez (43′); di qua Ilicic la serve a Zappacosta (46′) fermato in fallo di fondo e quest’ultimo arriva invano in spaccata sull’ammollo dell’esordiente Koopmeiners.
Si.Fo.