Atalanta – Valencia 4-1 (2-0)
ATALANTA (3-4-1-2): Gollini; Toloi, Caldara (30′ st D. Zapata), Palomino; Hateboer, De Roon, Freuler, Gosens; Pasalic (46′ st Tameze); Ilicic, Papu Gomez (cap., 36′ st Malinovskyi). A disp.: 57 Sportiello, 7 Czyborra, 21 Castagne, 9 Muriel. All.: Gasperini.
VALENCIA (4-4-2): Domenech 5,5; Wass 6, Diakhaby 5,5, Mangala 5, Gayà 5,5; Ferran Torres 7, Dani Parejo (cap.) 6,5, Kondogbia 5,5, Soler 5,5; Maxi Gomez 6 (28′ st Gameiro 5,5), Guedes 5,5 (19′ st Cheryshev 7). A disp.: 13 Cillessen, 37 Gutierrez, 2 Correa, 3 Jaume Costa, 23 Sobrino. All.: Celades 6.
Arbitro: Oliver 7 (Inghilterra; Burt-Bennett, IV Atkinson. Var Kavanagh, AVar Pawson).
RETI: 16′ pt Hateboer (A), 42′ pt Ilicic (A), 12′ st Freuler (A), 18′ st Hateboer (A), 21′ st Cheryshev (V).
Note: serata mite, spettatori 45.792 di cui 42.058 paganti per un incasso di 2.618.951 euro. Ammonito Hateboer per gioco scorretto. Var: 2 (goal check sul secondo di Hateboer e silent check su contatto De Roon-Soler). Occasioni 10-13, nello specchio 5-3, legni 0-1. Corner 6-5, recupero 1′ e 4′.

MilanoL’epica applicata e derubricata a gioco del pallone, o viceversa. L’uno-due Hans Hateboer-Josip Ilicic, ovvero chi non dovrebbe avere i piedi e chi ne ha in eccesso, nel primo tempo intervallato dal legno e da un altro paio di sortite pericolose altrui. E un secondo da tregenda, con l’apripista a infilarne un’altra, Freuler a condire il succulento piattone e Cheryshev a firmare il gol della bandiera. Il 10 marzo, al Mestalla, sarà comunque una battaglia, con un tris delle otto defezioni dall’altra parte sicuramente al rientro tra cui l’asso dell’attacco Rodrigo. L’ottavo di finale di andata dell‘Atalanta in Champions League al cospetto del Valencia si è risolto nella quaterna sporca (tutte primizie personali) che segna un nuovo capitolo della storia del club, coi quarti di finale a 90 minuti dal traguardo.
Poco prima del match defezione di Djimsiti, già in distinta, che spalanca la strada a Caldara da perno arretrato. Poker cronometrico e per poco il Papu non cala il jolly sulla punizione a due con Ilicic dopo aver messo in trappola Parejo in ripartenza. Al raddoppio Pasalic si inserisce sull’asse Freuler-Gomez-Ilicic toccando la sfera per secondo dal contropiede per poi costringere al miracolo senza opposizione, di sinistro, Domenech, che usa bene il braccio di richiamo per alzare oltre il montante. Al quarto d’ora e poco più, ghiaccio rotto dall’olandese di fascia, che fende di stinco la banchisa della non strenua resistenza di Gayà in diagonale e del portiere ospite sfruttando in spaccata davanti all’area piccola la palla al bacio dell’argentino con la fascia al braccio. Occhio alle imbucate tra il capitano nemico e Ferran Torres, che al 19′ induce Palomino al falletto: lo schema da fermo innesca il terzo tempo di Maxi Gomez che sbatte sul muro nerazzurro. A tiro, invece, il contropiede secco gestito da De Roon con lo sloveno in rifinitura e la botta di Gosens in corsa sull’esterno della rete. Si procede a sprazzi cogli spagnoli molto guardinghi ma pure imprecisi: al 29′ Pasalic borseggia Parejo ma il trio con Ilicic e Freuler produce solo il crossetto basso e smorzato di quest’ultimo dal lato destro. Si rischia alla primissima disattenzione, alla mezz’ora, quando il solito noto batte al volo un piazzato da destra favorendo corsetta e botta di Torres che coglie il palo alto, mentre sul prosieguo la difesa si salva su Guedes e Gayà la rimette dentro di testa trovando la sforbiciata stanca di Palomino in fallo di fondo. I pipistrelli ora volano e al 35′ lo scavetto del terzino sinistro proietta al tiro ancora il portoghese, sul cui tracciante mancino Mangala arriva con un attimo di ritardo.
Ripresasi dal grog la Dea verso l’intervallo conosce un break di De Roon (38′) che non serve bene Ilicic e si rivede recapitare la sfera dal rinvio cortissimo di Kondogbia: collo di mezzo esterno alto di un tot dal limite. A sei dalla pausa, invece, Gomez (errore di mira incredibile di mancino) è in fuorigioco sulla palla rubata al francese da Josip, che poi bissa di destro sotto il sette piegando le mani a Domenech su apertura da sinistra di un Pasalic bravo a dettare i tempi e a indovinare gli spazi. È il primo vagito nella regina di coppe del lungagnone di classe dei bergamaschi. Nel recupero della prima metà Freuler in combinazione col numero 72 si fa rimpallare dal centrale altrui, preludio a una ripresa che apre le danze al quinto con l’azione ricamata sul recupero di Freuler e il cross del più piccolo in campo deviato dall’ex interista: Hateboer e Ilicic saltano senza fortuna. Brividi dietro (7′) con Soler a non incrociare la conclusione a rimorchio di Ferran, ma bene bene in fase di possesso con Wass in chiusura su Ilicic, imbeccato da Toloi dopo un suo stesso recupero (11′). Manca un amen alla preghiera di Freuler con benedizione a giro e a scendere, complice un Gomez in pressione su un Kondogbia ridotto a capirci zero pure lui. Ai Celades-boys non rimangono che le caciare da fermo, come al 14′, quando Dani pennella per la testa stortissima di Diakhaby. Ben più ficcante il radente di Torres per il Gomez avversario che la spara in bocca a Gollini da un passo. Ad Hateboer non resta che fare doppietta correndo verso il trionfo sull’uno due con Ilicic che gli fa il velo sul la di Pasalic, anche se la riapertura (si fa per dire) della new entry Cheryshev, strada spalancata da Palomino in uscita su pressing di Maxi, guasta un po’ le feste. In effetti si balla il liscio anche con il Papu che non intercetta l’ammollo del millennial a destra per il russo che non batte il portiere-rapper.
Al 26′ di nuovo Parejo per il precedente, Gayà fermato in angolo scheggiando pure il palo esterno. Mentre entra Duvan per Caldara con sequela del polder vivente da terzo di sinistra (e SuperMario in mezzo) ci si mettono anche Soler su una seconda palla (30′) e il già meneghino con la fetta sbagliata (alle stelle, 34′). Al 38′ Malinovskyi alza incredibilmente sullo scambio col colombiano; allo start dell’extra time, traversone del terzino danese per Torres che ha il mirino appannato da posizione centrale. Più emozioni e giubilo di così, impossibile.
Simone Fornoni