Continua piuttosto male il cammino dell’Atalanta in campionato. Un’altra sconfitta, stavolta ad opera di un Verona scorbutico ma essenziale nel confezionare il suo meritato successo. E’ dal 4 ottobre che l’Atalanta non riesce più a vincere a Bergamo. Sconfitta dalla Sampdoria, un pari con l’Inter e un’altra sconfitta, sabato sera, col Verona. E, soprattutto, i nerazzurri fanno un’enorme fatica a liberarsi nel perimetro dell’area di rigore. Se poi si sbaglia o ci si attarda quell’attimo prima di concludere alle spalle del portiere avversario, non è poi complicata la diagnosi di questi insuccessi. E si può anche aggiungere che la Champions costa caro. L’Atalanta è come se avesse perso la bussola, meglio, è come se non sapesse più segnare. E, purtroppo, i numeri lo certificano. Solo due gol, uno su rigore con la Samp e un altro nei minuti finali con l’Inter. Poco altro anche perché bisogna aggiungere lo zero con lo Spezia. Ma torniamo alla partita col Verona. Dopo diciotto minuti di gioco l’Atalanta ha creato un’occasione da gol costruita dal duo Gomez-Zapata per Ilicic che tutto solo invece di infilare Silvestri ha calciato sopra la traversa. E questo errore è stato sufficiente per farci capire che sarebbe stato una partita ancor più complicata. Perché nel primo tempo il Verona si è impegnato, soprattutto, a difendersi in tutti i settori del campo, cercando lanci per il contropiede di Di Carmine. Non sembrava il Verona di Juric, invece è stata una scelta mirata che è cambiata nel secondo tempo con Veloso la cui lucida regia, dopo il rigore, è stata decisiva per costruire una meritata vittoria: una traversa, il calcio di rigore, l’assist perfetto per Zaccagni e tanti palloni manovrati col radar nei piedi. E prima del vantaggio, oltre al legno colpito dal portoghese, Di Carmine aveva sfiorato il vantaggio di testa. Eppure, benché con qualche difficoltà di troppo, l’Atalanta non è stata a guardare e la porta del Verona, nei primi 15’ della ripresa, è stata presa d’assalto. Insomma il gol era nell’aria, invece Silvestri e una forte dose di imprecisione hanno evitato che i gialloblù soccombessero. Finita questa sfuriata, durata appunto un quarto d’ora, i ragazzi di Juric sono riusciti a mettere la testa fuori dal loro guscio ed hanno colpito in modo decisivo l’Atalanta: prima Toloi è arrivato tardi a contrastare Zaccagni commettendo un fallo di rigore, ineccepibile, poi trasformato da Veloso. Lo svantaggio è stato deleterio perché i nerazzurri non sono più riusciti a ribaltare il risultato, anzi sono caduti in balia degli avversari che hanno raddoppiato con Zaccagni, ancora lui, e hanno sfiorato il 3-0 con Colley e Favilli. E anche i cambi non hanno giovato perché Muriel e Lammers al posto degli spompati Zapata e Ilicic hanno non inciso affatto. Con lo Spezia la squadra atalantina era sembrata sbiadita e senza un sussulto degno di nota, con il più forte Verona invece ha giocato con una certa intensità almeno fino al calcio di rigore ed ha costruito almeno cinque palle gol ma imprecisione e scarsa lucidità hanno fatto il resto. Non solo ma anche alcune assenze e il Covid che ha agitato l’ambiente alla vigilia della partita. Eppure i numeri della partita sono tutt’altro che disastrosi: 58,3 contro 41,7 di possesso palla, tiri in porta 6-2, passaggi riusciti 567 contro 413, angoli 4-1. Intanto martedì arriva il Midtjylland. Adesso la classifica vede l’Atalanta a metà classifica lontana dai posti d’onore. Non è il caso di abbattersi.
Giacomo Mayer