Da atalantino, ma soprattutto da bergamasco, non posso che essere entusiasta: l’uomo che negli ultimi sette anni ha fatto sognare la mia generazione, quella dei miei genitori e quella dei miei nonni, rimane sulla panchina della mia squadra del cuore. Nessuno si sarebbe mai aspettato che in quel lontano 14 giugno 2016 un uomo piemontese, di Grugliasco più precisamente, ci avrebbe portato in Champions League, facendoci giocare contro Real Madrid, Manchester City, Manchester United, Ajax e Liverpool e a sfiorare la semifinale mettendo in ginocchio fino al 90’ il PSG di Mbappè e Neymar.
Gasp ci ha fatto tornare a giocare una competizione europea dopo 26 anni, tra l’altro al primo anno sulla panchina dell’Atalanta. Ci ha fatto passare un girone che sembrava impossibile, contro Lione ed Everton, senza neanche una sconfitta, salvo poi capitolare contro il Borussia Dortmund. Ma per chi, come me, c’era in quella fredda notte del 15 febbraio del 2018 e si è goduto il muro giallo, la doppietta di Ilicic sotto il settore ospiti e il commento di Trevisani su Sky  (“5000 atalantini contro i 65.000 del Dortmund e si sentono solo loro”), sa che certe emozioni non tornano più. Gasp è stato colui che ci ha portato in due finali di Coppa Italia. Quella ancora discussa contro la Lazio, la prima dopo tantissimi anni. Arrivammo convinti di riportarla a casa, ma l’epilogo ci fece e mi fece scendere più di qualche lacrima. Poi quella contro la Juve, con qualche rimpianto in meno siccome persa meritatamente. Quel signore di Grugliasco ha disintegrato tutti i record dei suoi predecessori: miglior piazzamento, maggior numero di gol fatti, vittoria interna con più gol di scarto, vittoria esterna con più gol di scarto, record di punti e poi si potrebbe andare avanti ancora con statistiche di cui probabilmente non vi importerà niente, ma che per noi, piccoli tifosi di provincia, valgono come uno scudetto. Se sei atalantino è impossibile non osannare quest’uomo, antipatico a volte, brontolone altre, ma che sul campo ha dimostrato di essere uno dei migliori allenatori in Italia. Discusso, anche odiato dai tifosi delle squadre avversarie, ma d’altronde il Gasp logora chi non ce l’ha. Negli ultimi due anni gli hanno dato del bollito, dell’uomo del ciclo finito, dello scarso. L’ultimo in ordine è stato Criscitiello ieri, che, prima del rinnovo, ha dichiarato “Gasperini ha stufato” scommettendo sul suo esonero, ma dicendo al contempo che “la stagione è stata altamente positiva”.
Chiuso il momento della polemica arriviamo alla fine di questa lunga ode al Gasp. Gian Piero, io per te ho una richiesta: continua a farci sognare, diventa il nostro Ferguson e portaci a casa un trofeo. Per la tua gente, per te e per coronare questo fantastico ciclo che ci ha portato a mettere paura a tutta Europa.

Matteo Beni