Inter – Atalanta 2-2 (2-0)
INTER (4-3-2-1): Botis 6; Zanotti (cap.) 6,5, Hoti 6, Moretti 6, Carboni 6,5; Fabbian 7 (27′ st Grygar 5,5), Cecchini Muller (13′ st Casadei 5,5), Nunziatini; Owusu 7 (27′ st Fontanarosa 6), Abiuso 7 (13′ st Peschetola 6,5); Jurgens 6,5 (39′ st Goffi sv). A disp.: 1 Rovida, 12 Basti, 13 Matjaz, 19 Silvestro, 24 Andersen, 29 Pelamatti, 34 Sarr. All.: Christian Chivu 6.
ATALANTA (4-3-1-2): Dajcar 6; G. Renault (cap.) 6 (21′ st Mediero 5), Guerini 5, Berto 5,5, Bernasconi 5,5; Giovane 6,5, Zuccon 5 (17′ st Roaldsoy 6), Oliveri 7; Sidibe 5,5 (1′ st Saleh 6); Rosa 5,5 (1′ st Lozza 6), Fisic 5 (1′ st Omar Shakur 8). A disp.: 24 Sassi, 15 Hecko, 16 Muhameti, 18 Chiwisa, 28 Regonesi, 34 David Perez, 36 Stabile. All.: Massimo Brambilla 6.
Arbitro: Di Cairano di Ariano Irpino 6 (Lalomia di Agrigento, Trischitta di Messina).
RETI: 35′ pt Abiuso (I), 36′ pt Fabbian (I), 25′ e 35′ st Omar Shakur (A), 41′ st Carboni (I).
Note: ammoniti Oliveri, Zuccon, Owusu, Giovane per gioco scorretto, Omar Shakur per proteste. Tiri totali 14-11, nello specchio 7-4, respinti/deviati 4-4, parati 3-1, legni 1-1. Corner 3-5, recupero 0′ e 3.

Sesto San Giovanni (Milano) – Si chiama Abdishakur Bashir Omar, ha una storia alle spalle tutta da raccontare, nascita e nazionalità targate Svezia e, cosa più importante, dal nulla ha dimostrato di saper usare i piedi e la testa in modo perfetto. Un sicuro protagonista che sarebbe stata la ciambella di salvataggio della’Atalanta Primavera della rivoluzione generazionale nella tana dell’Inter alla prima giornata di campionato, se non fosse per l’ultimissima amnesia difensiva fatale a favore della stincata al volo sotto l’incrocio del solitario Carboni sul traversone mancino a rientrare di Peschetola. 3-2 per gli altri nerazzurri, la risultante matematica tra un primo tempo a fari spenti e privo di filtro da metà del guado in avanti e un secondo costringendo i padroni di casa ad arretrare il baricentro salvo una volta di troppo nei pressi del gong.
Fino all’uno-due da quasi ko a una sporca decina dall’intervallo, spesso a centrocampo allegramente saltato specie in copertura, regola numero uno guardarsi le spalle da inserimenti e tiri mancini, uno incrociato e l’altro dritto per dritto in semi-caduta. Non a caso il primo rilancio difensivo altrui di Moretti proietta il futuro match winner al primo affanno procurato (2′) alla difesa brambilliana rinnovata per metà, col capitano Renault a stringere opportunamente su Nunziatini sbilanciandolo nella chance successiva in asse. Alla cinquina cronometrica, la sortita in orizzontale tra mezze ali, Oliveri per Giovane e stesso piede dei nemici usato per costringere Botis ad alzare la minaccia oltre il montante. Ed è proprio il secondo dei due centrocampisti a non azzeccare il 13 al totocalcio del terzo angolo a favore, prima facendosi deviare sulla traversa l’ascensore umano chiamato da Rosa dalla bandierina sinistra e quindi fallendo il tap-in da due passi. La suspense è l’ultima a mancare, visto che al quarto d’ora il pallino del possibile vantaggio passa alla mini Beneamata: Jurgens sul contrasto di Berto può giusto allungare la scarpa in scivolata sulla palla dentro di Abiuso, che a un tiro di schioppo gliela pennella sulla fronte allargandosi a destra col risultato di farsi impattare di tempia la pallonessa. Se l’unico altro acuto bergamasco della prima metà è il tracciante fuori di sei metri di Zuccon (25′) dopo aver ottenuto il passaggio di ritorno all’indietro dalla punta romana, i meneghini si meritano di passare quantomeno sul numero di occasioni create.
E così, consumate quelle del puntero ex Verona (22′) che sul lancio di Cecchini Muller sollecita due volte Dajcar (gamba e tuffetto), e quelle di testa di Hoti (28′) e Moretti (29′) accarezzate dai corner destri di Owusu nonché spazzate da Renault e quindi Oliveri, ecco le azioni tagliagambe. Fra 35′ e 36′, la botta di Zanotti deviata da Fisic diventa un assist per Abiuso che insacca sotto la sbarra orizzontale nonostante la manina dello sloveno tra i legni, con zuccata del raddoppio di Fabbian dopo la traversa colta dal mobile centravanti locale su imbeccata del trequartista italo-ghanese, classe 2005 e nato a Bergamo. La ripresa, che si apre con un assedio ospite a tamburo battente, nondimeno ci mette dieci giri di lancetta a lanciare lo squillo sotto forma di legnata appena alta dai 18 metri di Omar Shakur, uno del tris delle new entry, sulla scia del rimpallo con Moretti in uscita. Da segnalare, al netto dell’Interina di Chivu (rimpiazzo di Mindo Madonna, il tribuna al mitico “Breda”) sulle barricate, lo stiramento alla coscia sinistra del capitano italofrancese, in attesa della riapertura dello score a opera della magia dello svedesino di uno e ottantasei agilissimo, classe 2004, abile a convergere da sinistra, fintando di prendere il fondo ed eludendo la strana coppia Moretti-Casadei per sbatterla a mezz’altezza alla sinistra del portiere avversario. E al 29′ poteva starci il 2-2 nel gioco delle torri Oliveri-Mediero sugli sviluppi di un calcio d’angolo dalla destra. Niente paura, arriva uguale, col jolly calato sul tavolo verde dal tecnico brianzolo: il palermitano crossa dalla fascia destra e stavolta c’è la svettata che piega la mano a Botis. Peccato davvero per il buco a un poker dal novantesimo. Si torna in campo a Zingonia nel weekend dell’11-12 settembre ospitando la Juventus.
Simone Fornoni