Cinque tra tecnici e allenatori sono positivi al Coronavirus. Il comunicato del Valencia, dopo il coming out sanitario dell’infortunato Ezequiel Garay, che ha il crociato destro rotto dal 3 febbraio e quindi nemmeno si allena coi compagni da tempo, è di quelli destinati a destare preoccupazione fra l’Atalanta e i suoi tifosi. Un fulmine a ciel sereno nel corso di una domenica che si aggiunge al bollettino di guerra dei giorni precedenti, non bastassero i casi venuti alla luce nel campionato di serie A.

Il problema è che, a differenza delle squadre italiane al netto della Sampdoria, incapace comunque di impedire gli autodafé del sabato di Bartosz Bereszynski e Fabio Depaoli, Los Murcielagos non specificano alcunché a livello anagrafico. Niente nomi, solo quel raggelante “cinco entre tecnicos y jugadores” che lascia aperte fin troppe ipotesi. Hanno giocato o no contro i nerazzurri negli ottavi di finale di Champions League? Chi, e quanti? A San Siro o al Mestalla?

Sempre il club blanquinegro assicura comunque che i propri tesserati sono in buone condizioni e in isolamento al loro domicilio. I nomi, poi, alle tre del pomeriggio circa sono emersi dalla cortina di silenzio, in attesa di conferme. Si tratterebbe del medico sociale, Juan “Che” Aliaga, del membro dello staff ed ex giocatore Francisco “Paco” Camarasa, del terzino sinistro José Gayà e del difensore centrale Eliaquim Mangala. Dei due il primo ha disputato entrambe le sfide di coppa coi bergamaschi, mentre il secondo c’era soltanto all’andata: al ritorno prima problemi alla coscia e poi la gastroenterite gli hanno impedito la convocazione.