Scrivo e sappiate che sono di parte, Pablo Daniel “Simba” Osvaldo mi è sempre piaciuto parecchio e l’ho avuto per anni al Fantacalcio, tecnica e guizzi da grande campione, abbinati a un’incostanza che manco l’ultimo Gianni Comandini, non il “Comanda” dello storico derby di Milano, quell’altro, la punta incomprensibile vista all’Atalanta. Il parallelo non è casuale, Pablo e Gianni diversi in campo eppure identici nelle scelte di vita, attaccanti di talento, strapagati dai club di appartenenza, entrambi a meno di trent’anni, insomma nel pieno della carriera, hanno gettato al vento il sogno di milioni di ragazzini,  il calcio professionistico,  e tutti e due l’hanno fatto per dedicarsi alla musica che sentivano intorno. Ma lasciamo la storia personale di Comandini, ormai rinomato dj della Riviera, vicenda raccontata magnificamente anni fa su Libero dal collega Alessandro Dell’Orto, e parliamo dell’ex stella di Roma, Juventus e Inter, centravanti della Nazionale di Prandelli passato a Bergamo quando era giovanissimo.

Classe 1986, a ventinove anni, dopo due splendide stagioni con la Roma, uno scudetto con la Juventus, l’Inter da protagonista e un’annata iniziata con la maglia del Boca, l’italoargentino decide di smettere. “Troppo gossip, non riuscivo più a uscire di casa – spiega ora, a due anni e mezzo di distanza -. Avevo offerte dalla Cina e da club che giocavano in Champions, ma sentivo che non era più la mia vita. Iniziavo a odiare il pallone, la sola cosa che avevo sempre amato, perché era diventato solo un immenso business.  Il denaro? Non è importante, ai soldi preferisco l’asado e una bella birra con gli amici giusti”.  

Già, gli amici giusti, Sergio, Taissen e Agustin, quelli di una vita, con loro Pablo Osvaldo ha iniziato la sua seconda vita, quella di cantante, vocalist dei “Barrio Viejo”, che chi scrive andrà ad ascoltare giovedì 24 gennaio al Druso di Ranica, in una delle tappe italiane del tour del gruppo rock. Le canzoni sono belle, un rock graffiante e zeppo di parole nuove, e la compagnia è perfetta. Con me ci sarà sicuramente Fabio Spaterna, altro campionissimo, questa volta del Calcio Uisp, diviso tra il pallone, anche lui splendido centravanti, la musica, chitarrista e bassista di livello, ma soprattutto il giornalismo, collega raro, appassionato, competente e prezioso. Se volete unirvi a noi, il concerto inizia alle dieci di sera. Venite un attimo prima, che l’idea è farci un sacco di selfie con la bandiera mai ammainata del nostro Fantacalcio…

Matteo Bonfanti

Ascolta qui Desorden, l’ultimo lavoro dei Barrio Viejo, il gruppo di Pablo Osvaldo