“Dobbiamo mettere col Cagliari e con chiunque altro in campo spirito, mentalità e coraggio messi in campo col Chelsea. Da quella partita voglio portarmi dietro la capacità di capire i momenti della partita, soffrire quando c’è da soffrire e affondare il colpo. E’ la testa che fa la differenza, mi aspetto una risposta sotto il profilo mentale”. Raffaele Palladino dipinge alla vigilia il quadro del riscatto obbligato dell’Atalanta sul fronte interno: “Avere messo fieno in cascina in Champions è molto importante per recuperare in campionato, dove siamo indietro. A Verona è stato uno scivolone pesante, ma martedì la squadra ha svoltato. Ora per sette partite avremo la possibilità di fare tre allenamenti di fila con la squadra al completo”.

“La continuità è un aspetto su cui sto battendo molto nello spogliatoio. Di prestazione di risultati, ripartendo dalla partita di Champions. M’interessa anche quella mentale, per affrontare le partite con lo stesso spirito di martedì sera, per continuare dritti sulla stessa strada senza più cali di tensione – rimarca il tecnico nerazzurro -. Dobbiamo provare a rimontare la classifica con mentalità, fame, risorse e qualità. Ho sempre detto che bisogna ritrovare il dna dell’Atalanta. La nostra forza è quella, la nostra base è lo spirito di squadre. Risalire in campionato è un obbligo, tenendo comunque la testa bassa, da squadra umile e affamata. Servono filotti”.

“Il regalo di Santa Lucia, che la squadra deve fare a se stessa e non a me è entrare in campo con fame, in serie A è sempre complicato ed equilibrato anche con le piccole che giocano a viso aperto. Il cagliari difende benissimo e riparte con giocatori di gamba come Palestra e Folorunsho – continua il mister -. L’approccio alla gara va migliorato, storicamente non siamo riusciti a sbloccarci all’inizio. Sarà mio compito farlo capire alla squadra che bisogna imporre il nostro gioco dal primo minuto”.

Capitolo singoli. Difesa: Ahanor è un grandissimo talento che va preservato, tutelato e coltivato. A Napoli abbiamo preso tre gol con lui titolare, ma successivamente è subentrato bene anche in Coppa Italia. Mi piace il suo essere sfrontato.  Merito anche suo che ha dato palla dentro nell’azione del 2-1 su cui Krstovic s’è conquistato la punizione che col Chelsea ci ha consentito di vincere”. Fasce, orfane del neo infortunato: “Bakker sta recuperando, ci vorrà ancora un po’. In rosa di disponibili adesso abbiamo Zalewski, Bernasconi e Zappacosta, ma sto cercando altre soluzioni. Musah è un jolly e può giocare a destra come ha fatto col Milan, possiamo arrivare tranquillamente così fino a gennaio aspettando il rientro di Bellanova.

Corsie, atto secondo: Bernasconi mi ha impressionato per la dedizione al lavoro. Io su di lui, a differenza della precedente gestione, ho fatto altre scelte, ma guardo a tutto e a tutti. Il suo lavoro quotidiano è eseguire alla perfezione ciò che gli viene richiesto, gli ho dato l’occasione e l’ha sfruttata. Col Chelsea mi serviva un esterno più difensivo a piede forte”.

Altri mastini: Kossounou andrà in Coppa d’Africa come Lookman, Kolasinac è recuperato, ora bisogna reinserire Scalvini. è molto importante per noi”. Attacco, col centravanti chiamato a fare più il bomber: “Mi auguro che Scamacca possa ancora crescere, sotto il profilo fisico necessita ancora di partite e minutaggio. Il mio obiettivo è di far segnare quanti più gol possibile agli attaccanti. Davanti posso divertirmi, ho un grande potenziale, Gianluca deve attaccare più in area di rigore”. Mediana e oltre: Brescianini può ricoprire tutti i ruoli di centrocampo, io lo vedo in mezzo anche se l’ho utilizzato pure da trequartista a destra come l’anno scorso.  Sta zitto e pedala, mi auguro di potergli dare presto un’occasione”.

Formazione? I dubbi sono tipicamente stagionali: “C’è qualche acciacco, c’è un po’ di influenza che sta girando. Krstovic martedì è entrato andando a duemila legando il gioco e conquistandosi la palla inattiva che ci ha consentivo di ribaltare il Chelsea”. Chiosa tra orari e ranking: “Le partite serali mi agevolano nella cura dei dettagli, a video e sul campo, per sfruttare la mattinata del giorno della partita. Nemmeno ai giocatori piace giocare a mezzogiorno. Il quinto posto per le italiane in Champions è uno stimolo e un vanto, portare il più in alto possibile l’onore italiano in Europa è l’obiettivo di tutti. Noi non ci precludiamo nulla, dobbiamo essere ambiziosi e io sono venuto qua per questo. I ragazzi hanno dimostrato di esserlo col Chelsea”. SF