Completiamo il trittico di interviste ad esponenti del basket bergamasco presentando il giocatore-allenatore Paolo Verri. Paolo dopo aver vestito la maglia del Basket Caravaggio 86 ora milita nella cremasca Ombriano (D), è assistente coach nella squadra Under 13 di Caravaggio oltre che istruttore regionale minibasket. Paolo è dunque un uomo che vive di basket a 360 gradi!
Paolo, rispetto a chi ti ha preceduto, tu hai vissuto questo “fermo” da tecnico ma soprattutto da atleta. Come hai vissuto questa situazione?
“E’ ed è stata una situazione complicata. Ammetto che inizialmente ero tra quelli che, ingenuamente, avevano sottovalutato il virus vedendolo come un qualcosa che era molto lontano da noi e che difficilmente ci avrebbe colpito. Avendo visto poi la gravità della pandemia, soprattutto nel nostro territorio, non abbiamo potuto fare altro che seguire le restrizioni e le indicazioni che ormai conosciamo bene, mettendo la salute al primo posto. Come atleta sto cercando di tenermi in allenamento il più possibile con esercizi in casa e qualche sgambata all’aperto. Per quello che riguarda l’Istruttore invece il discorso è molto più complicato, perché i miei ragazzi mi mancano molto, mi manca andare in palestra e condividere con loro la nostra grande passione per la palla a spicchi. Certo, ho sempre cercato di essere presente per loro organizzando alcune videochiamate di squadra per salutarci e ridere insieme, ma inutile dire che non è la stessa cosa che vederli in palestra”.
Raccontaci il Basket Caravaggio 86. Quanti tesserati avete tra prima squadra e settore giovanile?
“A Caravaggio, soprattutto negli ultimi anni, stiamo cercando di fare qualcosa di sempre più importante per i giovani del territorio e non solo. Un investimento significativo della società, grazie al contributo di alcuni sponsor, è stato sicuramente la realizzazione del campo all’aperto, il nostro “Blacktop Playground”, che da sempre ha rappresentato un grande sogno nel cassetto del nostro storico Presidente Enzo Tadolti. Nelle ultime estati pre-pandemia grazie a questo campo di nostra proprietà siamo riusciti a organizzare diverse iniziative interne per i nostri tesserati e diversi tornei sia per il minibasket che per i più grandi. Nel solo 2020 erano in programma ben 10 eventi tra maggio e settembre, che avrebbero contribuito a rafforzare ancora di più la nostra società, che ad oggi conta 85 iscritti per il minibasket e 90 tesserati per le squadre giovanili e le due squadre Senior”.
Rivolgo a te le stesse domande poste ai precedenti interlocutori. Nei giorni scorsi è stato rilasciato un comunicato ufficiale da parte di Fip che mantiene il blocco su tutta l’attività di base. Cosa ne pensi?
“Credo che sia un argomento delicato, come ho detto prima la priorità a oggi è e deve essere la salute nostra e dei nostri cari. Una piccola critica però mi sento di poterla fare, in quanto secondo me lo Sport e la salute mentale dei ragazzi sta passando un po’ in secondo piano, sottovalutando a mio avviso quelle che saranno le conseguenze fisiche e relazionali che i nostri ragazzi avranno tra qualche anno. Gli anni del minibasket e delle giovanili è risaputo che sono gli anni dello sviluppo fisico e caratteriale di ogni bambino/a e ogni ragazzo/a. Per questo mi auguro che nei prossimi mesi con l’arrivo del vaccino si possa pian piano tornare a quella che eravamo abituati a chiamare normalità e quotidianità”.
Oltre all’aspetto meramente agonistico, la situazione pandemica ha costretto a sospendere anche tutti gli allenamenti e l’attività fisica di tutti i ragazzi iscritti. Resta questo il rammarico più grosso. Come avete ovviato a questo impedimento “fisico”?
“Sì, da subito con gli altri ragazzi con i quali seguo le attività e le iniziative per la società ci siamo posti come obiettivo quello di rimanere il punto di riferimento per i nostri ragazzi. Il Direttivo ci ha supportato da subito, e con l’aiuto dei social abbiamo organizzato diverse iniziative che coinvolgevano il più possibile i nostri ragazzi con giochi, sfide e attività di vario tipo.
Per quanto riguarda gli allenamenti, invece, abbiamo concluso la scorsa stagione con allenamenti a distanza in collegamento video. Questa stagione invece abbiamo pensato di registrare alcuni video-tutorial e li abbiamo messi a disposizione dei nostri tesserati. In modo tale che senza vincoli di orario ognuno si può allenare in autonomia. In questo si è resa fondamentale la presenza del nostro Responsabile Minibasket, il mitico “Sceriffo” Marco Conti. Abbiamo trovato i ragazzi molto stanchi dalla DAD, stando ovviamente ogni giorno collegati al PC per eseguire le lezioni scolastiche. Ammetto però che, cercando iniziative social da quasi un anno ormai, anche per noi inizia a diventare pesante la situazione.
Per i ragazzi più grandi si sono resi disponibili il preparatore atletico e vice – allenatore della Serie D Lorenzo Demi, e il Responsabile del Settore Giovanile Giorgio Legramandi, che hanno portato avanti allenamenti di atletica con chiunque volesse collegarsi delle varie squadre, fino alla fine del 2020″.
Da allenatore, quanto ti manca la palestra ed il contatto con i tuoi ragazzi?
“Come detto prima, è la cosa che mi manca più di tutto. Potermi confrontare con loro, osservarli, consigliarli, ascoltarli e tantissime altre cose che mi mancano come l’aria. Il ruolo dell’istruttore non è semplice, perché prima di insegnare a loro il gioco della pallacanestro (cosa difficilissima) bisogna insegnare alcuni principi e regole importanti anche al di fuori della palestra come la lealtà, il rispetto e l’essere sempre a disposizione del compagno e della squadra. Possono sembrare cose difficili, ma la semplicità e la bontà dei bambini facilitano il tutto, rendendo anche l’istruttore una persona migliore. Essere fermi con lo sport da così tanto tempo limita sia la loro crescita che la nostra come istruttori o allenatori. Quindi sì, mi mancano tantissimo i miei ragazzi”.
E da giocatore e grande agonista (ti ricordiamo “trascinatore” in maglia biancoverde nell’infuocato palazzetto di Caravaggio durante i play off promozione di qualche anno fa…) quanto ti manca il clima partita?
“Wow!! Ti ringrazio per le belle parole che mi portano a ricordare momenti indimenticabili. Sì, sono da sempre un agonista puro che ama la competizione. Quindi per forza di cose il clima partita mi manca tantissimo, ma non solo quello. Mi manca tutto. Mi manca la settimana tipo in preparazione della partita del venerdì sera, mi manca vivere lo spogliatoio con i miei compagni, mi manca la sessione di tiro di fine allenamento, mi manca il classico game-day vissuto sempre con la stessa routine e mi mancano i post-partita con i compagni dopo una partita (possibilmente vinta!). Sono un ragazzo molto positivo (anche se al giorno d’oggi non è un termine che amiamo), quindi cerco di custodire tutte queste mancanze in modo da vivere a mille tutte le emozioni che ci riserverà il ritorno in palestra.
La stagione 2020/21 per me aveva un significato particolare. Ho scelto di provare il salto di categoria in C Silver spostandomi ad Ombriano e lasciando il mio gruppo di compagni e amici. Purtroppo, non si è concretizzato il progetto che la società aveva in mente, e siamo rimasti nel campionato di Serie D, proprio nello stesso girone del Basket86. La stagione avrebbe dovuto portare nuove esperienze e una maturazione importante nella quale ho creduto fin dal primo allenamento. Staremo a vedere come e quando potremo e potrò ritornare a giocare con i nuovi compagni che avevo appena iniziato a conoscere”.
Ritieni che una ripartenza, secondo le indiscrezioni, in estate, possa essere praticabile e su quali basi intendete muovervi?
“Me lo auguro vivamente! Non vediamo l’ora di poter tornare a rivedere i ragazzi e i compagni, quindi speriamo che con l’arrivo della bella stagione si possa tornare a utilizzare il nostro Blacktop Playground al massimo delle sue potenzialità. Ad oggi viene difficile organizzare qualsiasi cosa, o ipotizzare delle date in questa incertezza totale, ma sicuramente il Basket 86 Caravaggio si farà trovare pronto e presente come sempre. L’anno scorso, nel pieno rispetto dei protocolli federali e delle restrizioni, siamo riusciti ad organizzare un Day-Camp di tre settimane per i nostri atleti e mini-atleti, dedicando 3 ore alla mattina al minibasket e 3 ore al pomeriggio al basket. Non è e non sarà facile, ma siamo decisamente motivati a provarci!”.
Vedere palestre e palazzetti vuoti e “sentire” il silenzio di parquet e taraflex che sensazioni ti lascia?
“Vuoto, lascia una sensazione di vuoto totale. La cosa più brutta però è l’immagine dei campi vuoti e silenziosi. Anche guardando le partite dei professionisti a porte chiuse, con gli spalti e le tribune deserte, ci fa capire che la normalità è ancora lontana e che ci sono tante cose che purtroppo non vanno come dovrebbero. Questo maledetto virus ha ancora la meglio su di noi, ma credo e spero che la ripresa non sia lontana”.
Paolo, vuoi mandare un messaggio positivo agli atleti ed alle loro famiglie?
“A tutti i ragazzi e alle loro famiglie posso solo dire di non mollare e di tenere duro. La salute è la priorità, e da questa situazione ne potremo uscire solo restando uniti e remando tutti nella stessa direzione. Proprio come nella pallacanestro, è il momento di giocare di squadra. Perché giocando di squadra si vince, e quando si vince insieme è sempre più bello”.
Giuseppe De Carli