Oggi la commercialista mi ha comunicato l’ulteriore somma relativa ai contributi che devo versare per questo trimestre. Una somma piuttosto importante che, se da un lato mi manda un’eco positiva in termini di fatturato, d’altro canto mi infastidisce nel momento in cui mi rappresento la poco oculata gestione dei soldi pubblici e il triste dubbio che non usufruirò mai di un contributo pensionistico.
Non appartengo al novero di coloro che credono che solo in Italia vi siano problemi e timori di questo genere, ma di certo la mia personale esperienza estera, mi rammenta il triste primato italiano.
Troppi sprechi a fronte di una scarsa propensione del cittadino italico a far sentire in massa ed a gran voce il proprio risentimento e ad esporre costruttive proposte.
Troppe nuove povertà all’orizzonte, con famiglie di separati che faticano ad arrivare a fine mese, con gente che il lavoro l’ha perso, con persone che faticano a trovarlo nonostante profuso impegno.
Accanto a questi un crescente numero di nullafacenti per scelta, sostenitori del perverso ragionamento per cui: “se devo guadagnare “solo” cinquecento euro, meglio che resti sul divano ad usufruire di contributi pubblici”.
Situazioni che stridono e che fanno arrabbiare – purtroppo non abbastanza – e che generano pericolose forme di rassegnazione.
Ancora: casi di cronaca che spingono i cittadini verso una deriva di intolleranza verso il prossimo e verso la giustizia; intercettazioni di “potenti” che pensano che la logica del denaro debba prevalere sul principio per cui “la legge è uguale per tutti”… a proposito, mi piacerebbe fare quattro chiacchiere con Suarez per capirne la padronanza linguistica: poco male perché dopo un paio di spritz (rigorosamente bevuti solo se esentata dalla guida) è credibile che possa parlare decisamente meglio io lo spagnolo pur non avendo mai pronunciato una parola di”espanol”… giusto per sorridere un po’ dai. Buon tutto a voi
Vanessa Bonaiti