Ciao. Almeno questo avrei voluto dirti.
Ti penso, ma non ci sono. Non sono con te, non me l’hanno concesso. Non posso essere con te.
L’ultima carezza, l’ultimo sguardo, l’ultima parola. Un piccolo conforto, niente di più. E invece non posso essere con te.
Ti guardi intorno e tutto sembra così strano. Non capisci cosa succede: dove siete?
Angoscia, smarrimento, solitudine. No, non te lo meriti.
Hai cercato di insegnare quanto più potevi ai figli, agli amati nipoti, quanto ti era più caro: il valore della famiglia, il rispetto, la semplicità, l’umiltà. Dall’alto della tua infinita esperienza.
In cambio non hai chiesto nulla, hai pensato soltanto a donare.
Hai cercato di lasciare un segno e ce l’hai fatta. Quanta riconoscenza ti dobbiamo.
Quanto ci manchi. Ti abbiamo perso una prima volta. Ora ti perdiamo per la seconda.
Dove sei finito? A Ferrara? A Bologna? A Serravalle Scrivia? No, non te lo meriti.
Qui tutto si è fermato. Oggi ho più tempo. Ma per te è tardi. Troppo tardi!
Lasci un vuoto enorme, reso ancor più grande dall’assurdità di questo momento.
Mi ero ripromesso di venirti a trovare, o almeno di chiamarti più spesso. Perché la solitudine è la peggiore delle cattive compagnie.
Ma poi gli impegni, il lavoro, le corse di tutti i giorni, si sa, non mi hanno permesso di farlo.
E tu non meritavi tutto questo.
Resta la tua eredità, così grande da farci tornare più piccoli. Piccoli, come quando potevamo godere appieno della tua presenza e della tua generosità.
Il dolore è atroce, ma l’esempio è rimasto. Quell’esempio che traduce in fatti le intenzioni e che oggi sono io a dover offrire, al servizio di figli e nipoti.
Nulla è stato vano, qualcosa di te rimarrà in ognuno di noi.
Eredità ed esempio. Per sentire, quando saremo soli e smarriti, la tua vicinanza. Per quel momento di conforto e di confronto che alla fine ci siamo negati.
Per ringraziarti.

A tutti i cari che in questo periodo ci hanno lasciato
Ssd Bergamo Longuelo