Roma – Atalanta 4-0 (2-0)
ROMA (3-4-2-1): Boer 6,5; Ndiaye 6,5 (40′ st Morichelli sv), Vicario 6, Feratovic 6; Podgoreanu 7, Tripi (cap.) 7 (29′ st Chierico 6), Darboe 7 (40′ st Astrologo sv), Providence 7,5 (29′ st Ciervo 6); Milanese 6, Zalewski 7; Tall 7 (42′ st Bamba sv). A disp.: Mastrantonio, Gabor, Muteba, Evangelisti, Cassano, Tomassini. All.: Alberto De Rossi 7.
ATALANTA (4-3-3): Vismara 6,5; G. Renault 5, Scanagatta 5,5, Cittadini 5,5 (22′ st Bonfanti 5,5), Ruggeri 5; Gyabuaa 5,5 (18′ st Ghislandi 5,5), Oliveri 6, Cortinovis (cap.) 6,5 (19′ st Panada 5,5); Mediero 5 (19′ st Carrà 5,5), Rosa 6,5, Vorlicky 5,5 (28′ pt Ceresoli 6,5). A disp.: Bertini, Sidibe, Zuccon, De Nipoti, Italeng, Kobacki. All.: Massimo Brambilla 5,5.
Arbitro: Cascone di Nocera Inferiore 4 (Somma di Castellammare di Stabia, Festa di Avellino).
RETI: 2′ pt Tall (R), 16′ pt Zalewski (R), 8′ e 27′ st Darboe (R).
Note: espulso Scanagatta al 27′ pt per fallo su chiara occasione da gol. Ammoniti Tripi, Gyabuaa e Ghislandi per gioco scorretto. Tiri totali 18-5, nello specchio 10-3, respinti 2-1, parati 6-3, legni 1-0. Corner 12-5, recupero 1′ e 3′.

Roma – Sotto subito, vicina due volte al pareggio e sdraiata dopo il raddoppio anche dall’arbitro, che s’inventa un rosso diretto per una trattenuta da dietro con la porta distante quaranta metri e almeno tre giocatori. La Primavera dell’Atalanta nella tana della Roma, capolista dal percorso immacolato che ne fa quattro a pranzo, pesca il sabato sbagliato per il vernissage del blaugrana Anwar Mediero, senza riuscire a ritrovare il sorriso al “Tre Fontane” al rientro della pausa per le Nazionali. Alla quarta di campionato i bicampioni d’Italia in carica, alla ricerca dell’identità in una sorta di anno zero, hanno la media di 1 punto ad allacciata di scarpe: un ko che fa maluccio, a ruota di quello casalingo in rimonta con l’Empoli (4-2 e 2 espulsi). La prossima, salvo contrordine, a Zingonia il 25 all’una, al cospetto del Toro. Sì, perché di scontato c’è ben poco: clima di incertezza anche qui, vedi rinvii di match del turno presente (Ascoli-Juventus, Inter-Genoa, Sampdoria-Empoli, Torino-Milan) e del prossimo (Empoli-Fiorentina, Juventus-Sampdoria, Spal-Ascoli).
Pronti via e Pogdoreanu chiama l’ascensore a Tall per il colpo di frusta implacabile sotto la traversa. Al settimo Renault innesta la turbina vedendosi però murare il sinistro da fuori, mentre di là Vismara deve proteggere il palo dalla specialità dal lato opporto di Providence. Al 12′ la Baby Dea esce dal guscio insieme al suo capitano Cortinovis, che sul velo dell’ex barcelonista e sul dai e vai con Rosa allunga il sinistro giusto per spaventare Boer guadagnandosi il primo corner, e allo stesso tiberino, prima punta esordiente nella categoria che spara alto col medesimo piede da posizione favorevole in asse col filtrante di Ruggeri, “prestito” di lusso della prima squadra. Dietro, però, esiste sempre il fattore di rischio, e per poco il mediano Milanese dal limite non infila il corridoio dopo la preteria apertagli dal centravanti-apripista. Scollinato il quarto d’ora, si becca il bis, stavolta da Zalewski, lesto a tagliare quanto basta e insaccare nell’angolino sulla nuova iniziativa dell’israeliano-rumeno a destra corretta in mezzo dal tentativo di bicicletta del totem offensivo di papà De Rossi. La conclusione strozzata e centrale dai venti metri di Vorlicky (18′) è il mezzo sussulto che precede la trovata del direttore di gara: Scanagatta tiene Providence per la maglia all’altezza della vita impedendogli la fuga e nonostante non fosse affatto l’ultimo uomo la regolamentite acuta di Cascone decide che il francese era lanciato verso la porta. Espulsione.
Brambilla ridisegna l’assetto tattico con Ceresoli, autore di una bella folata dal fondo (36′) chiusagli dalla difesa, a tiro del tris sfiorato da Tripi con l’insidiosa botta da fuori sfuggita di mano al numero 1 orobico sugli sviluppi del contrasto di Ruggeri (virato a centrale) con Zalewski. La ripresa non s’avvia in discesa, perché all’esterno sinistro altrui bastano 31 secondi per invitare Vismara al tuffo provandoci ancora a giro al culmine del gioco da quinto a quinto rifinito da Darboe. Il tempo di un’accelerata priva di esito dell’etiope-spagnolo e c’è la terna azzeccata dal precedente, che sul lancio da metà campo mancino di Tripi appoggia a porta sguarnita dopo aver dribblato l’estremo difesore ospite salito al limite con Cittadini e Ruggeri a sbagliare la posizione. L’ottovolante di lancette è spietato, mentre la sporca dozzina nega al migliore romanista il poker sul la del trequartista più vicino, che a sua volta (13′) non incrocia sprecando lo smarcante del succitato. Al 27′ il doppiettista di turno azzecca la quaterna a giro ricevendo lungo da Feratovic, al 31′ Ciervo scheggia il montante e sei minuti più tardi servito da Chierico (figlio d’arte) si vede negare la manita dal piedone di Vismara; la zampata sottomisura (44′) rimane in canna a Rosa sul tiro-lancio di Carrà perché Boer ha un ultimo riflesso.
Simone Fornoni