Una sconfitta incredibile ma che conferma la maledizione delle partite giocate in viale Giulio Cesare. Ha vinto l’Empoli con l’unico tiro in porta: al 34’ della ripresa il gol di Stulac, appena entrato in campo. Ma le cifre del confronto con la squadra di Andreazzoli non lasciano dubbi sulla prova dei nerazzurri. Eccoli: 40 tiri contro i 7 degli avversari, 11 a 3 in porta, 63% di possesso palla, 15-2 i calci d’angolo e Gugliemo Vicario il migliore in campo. Senza tema di smentite. Addio Europa, sarà un campionato di rinascita, così sperano gli oltre diciassettemila bergamaschi che hanno fatto un tifo infernale spingendo sempre avanti l’Atalanta. E alla fine, persa la partita, persa l’Europa, dalla Curva Pisani alla Morosini e le due tribune hanno applaudito Gasperini e i suoi ragazzi come se avessero vinto la Champions. Non solo ma la Curva Pisani con un lungo striscione ha commemorato i nostri concittadini scomparsi nei due anni della terribile pandemia con un trombettista che ha eseguito “il silenzio”. Più di così è impossibile. L’Atalanta ha creato almeno sette palle gol, comprese due clamorose traverse, ha subissato di palloni micidiali il bravo Vicario, ha governato la partita ma, come spesso accade, è mancato il guizzo, la scintilla, l’esecuzione mortale per la difesa avversaria. Era la partita da vincere a tutti i costi, sperando che a Firenze la Juventus bloccasse la Fiorentina, invece è successo proprio il contrario. Che è il sigillo indelebile di un campionato perlomeno balordo per i colori nerazzurri. Stavolta l’assenza di Muriel ha pesato più del previsto perché Zapata è apparso ancora una volta impreciso e incostante, anche se ha colpito la traversa su colpo di testa nel finale, incapace di sfruttare al meglio le giocate di Boga, finalmente apparso quello che è, e anch’egli ha colpito l’incrocio dei pali all’inizio di ripresa. Eppure, ancora una volta, il migliore in campo dell’Atalanta è stato Palomino che ha cancellato tutti quelli che gli passavano trai i piedi, da La Mantia a Cutrone e anche Di Francesco. E negli ultimi scampoli di partita, tra gli applausi di tutto lo stadio, si è rivisto Josip Ilicic. Insomma c’erano le premesse per una festa, invece la solita beffa. E per l’occasione senza imputare colpe a nessun atalantino, in modo particolare. Del resto la partita è stata a senso unico, fin dai primi minuti di gioco: Atalanta all’attacco anche con una certa vivacità, Empoli costretto a difendersi, seppur senza alzare le barricate. Con i preziosi inserimenti di Zappacosta e con gli spunti efficaci di Boga i nerazzurri arrivavano facilmente nell’area di rigore e nei primi venti minuti Vicario si è reso protagonista su Zapata, due volte, e su Boga. Poi le offensive sono continuate magari meno lucide ma sempre incessanti. Insomma il gol era nell’aria. Solo un’illusione. E il secondo tempo, magari con meno intensità, è stato pressoché identico e Gasperini ha buttato nella mischia prima Pessina per Hateboer, poi Scalvini e Maehle per Koopmeiners e Freuler, entrambi scoloriti, e Ilicic per Pasalic. Poi il gol casuale di Stulac. Ancora il serrate finale con tutta l’Atalanta nell’area di Vicario. Niente da fare. Per ora addio sogni di gloria, poi si vedrà.
Giacomo Mayer