“Complimenti Presidente!”. Si chiude così la nota sul sito ufficiale dell’Atalanta per comunicare l’introduzione del proprio proprietario e massimo dirigente Antonio Percassi nella Hall of Fame del calcio italiano, istituita nel 2011 da Figc e Fondazione Museo del Calcio “per celebrare giocatori, allenatori, arbitri e dirigenti capaci di lasciare un segno indelebile nella storia del nostro calcio“. Gli organismi preposti hanno dato al premio, la cui cerimonia si terrà il 4 maggio a Firenze, la seguente motivazione: “Capace di portare la sua Atalanta nel gotha del calcio europeo”.

Nato a Clusone il 9 giugno 1953, Percassi è in carica dal giugno 2011 dopo esserlo stato una prima volta dal giugno 1990 – al posto del defunto Cesare Bortolotti – fino alle dimissioni del 24 febbraio 1994, allorché gli era subentrato Ivan Ruggeri. All’epoca, però, il pacchetto di maggioranza non era suo ma di Miro Radici. Nove gli allenatori alle sue dipendenze: Piero Frosio, Bruno Giorgi, Marcello Lippi, Francesco Guidolin, il tandem da retrocessione Andrea Valdinoci-Cesare Prandelli al posto del precedente e, nel secondo mandato, Stefano Colantuono, Edy Reja e il Gasp.

Sotto la sua presidenza, la società ha disputato un’edizione della Coppa Uefa nel 1990/91, uscendo ai quarti con l’Inter (Bruno Giorgi in panchina, dopo aver sostituito Pierluigi Frosio); con Gian Piero Gasperini, invece, due di Europa League, fino ai sedicesimi col Borussia Dortmund nel 2017/18 e ai playoff per accedere ai gironi col Copenaghen l’annata successiva, più l’attuale Champions League approdata agli ottavi contro il Valencia.

Percassi, imprenditore – presidente dell’holding Odissea, la cassaforte-portafoglio di famiglia – già nel settore immobiliare e ora del retail, della grande distribuzione, della moda e della cosmetica, in proprio o in franchising, ha all’attivo anche una carriera da calciatore in nerazzurro, ruolo difensore laterale o centrale, dal settore giovanile fino al 1977.