Così ho perso di nuovo il portafoglio ed è stata assai più tragica dell’ultima volta, forse tre mesi fa, quando l’avventura mi era parsa ancora quell’attimo umanoide. Oggi no, ad un punto, credo fossero le quattro e mezza del pomeriggio, mi sentivo dentro a un film di fantascienza, “sono la nuova assistente virtuale, Nexi, sono qui per aiutarla a bloccare la sua carta”, le prime parole della donna robot, una tipa dalla voce metallica e impastata, quasi le avessero fatto bere un sacco di Tennentsine prima di cominciare il turno. “Mi dica il suo cognome”, io, prontissimo, “Bonfanti”, “ora mi dica il suo nome”, “Matteo”, “adesso la sua data di nascita scandendola bene, tipo Trediciiiii Gennaiooooooo Duemiladueeeeee”. E io nel panico che da sobrio certi lavori con le vocali non mi riescono manco muerto: “Quindiciiiiiiii Febbraioooooooo Millenovecentosettantasetteeeee”. E lei, dico Nexi, complimentosa, “Bene”, poi il numero del secolo “Allora mi conferma che lei è Mattia Donna nata il 13 gennaio del 1973”. A quel punto non sapevo che cazzo fare perché per farmi passare dal centralino la bambolona androide col vizio dell’alcool avevo già perso una mezzorata. Pensavo “bei tempi quando dentro ai bancomat mettevano i nanetti. Non sbagliavano mai un colpo, ti davano ogni volta i soldi giusti”. Trenta secondi di malinconia per il nostro bel mondo antico, poi ho tentato di mettermi a risolverla con la famosa Nexi che m’immaginavo con le tette grosse, ma pericolosetta perché zeppa in quel punto di cavi elettrici e di silicone, una che a darle una palpata finisce che ti va a fuoco l’intera mano destra. Le ho spiegato, dolcemente, chiamandola all’italiana, cercando di accoglierla: “Nessi cara, mi chiamo Matteo, Milano, Ancona, Teramo, Toronto, Empoli, Otranto, Bonfanti, Bologna, Otranto, Napoli, Firenze, Ancona, Napoli, Torino, Imola”, un lavoro della Madonna che trovare tutte ‘ste città una in fila all’altra col caldo che fa in questi giorni a Bergamo non è cosa da poco. E lei, Nexi, ormai chiarissimo che nel frattempo si stava strafogando di sambuchine: “Mi conferma che lei è Otranto Napoli?”. Da lì le ho fatto capire che sul lavoro non beve nessuno, manco gli sbirri, e mi sono chiuso in un silenzio carico di significato, che si è concluso un’ora e mezza dopo quando la donna robot forse ha finito il turno (ma se chiamate l’800151616 risponde ancora lei), è tornata dall’uomo robot, probabilmente a fargli da magnare un bel piattino di cavi del telefono con una spruzzatina di sughetto al neon e mi ha passato un umano incazzato nero per essere stato disturbato, che mi ha cazziato, ma poi me l’ha risolta. Per finire sono andato dai carabinieri e un ragazzo in divisa coi baffetti stuzzica figa, tipo quelli degli attori dei porno prodotti in Germania, mi ha fatto la carta per andare in giro senza patente. Ci ha messo un attimo, cinque sei minuti compresa la corsa in stazione per fare le foto alla macchinetta, ancora old style, come ai tempi nostri, probabilmente col ragazzino povero del sud murato dentro da chissà quale imprenditore milanese, un giovane d’oro, infaticabile, armato dei viveri della mamma salentina, soprattutto olio pigiato a mano e mozzarellone di bufala, che ti stampa l’immagine in un battibaleno con quel liquido dall’odore buonissimo che si vede nei vecchi film gialli della Fox. Ed ora, con le elezioni in arrivo, parlo alla Meloni e a Letta, e lo faccio col cuore in mano: “Ma questa corsa alle nuove tecnologie non è che porta a rovinarcela del tutto e definitivamente? Ma perché nessuno di voi candidati pensa a un’Italia più a misura d’uomo, ancora con la giubba, la borraccia, il sandalo, l’asino, il cavallo, i carretti, le bighe, i nanetti dentro al bancomat, i giovani meridionali nello sgabbiotto delle fototessera e i carabinieri pronti a far venire l’intero universo femminile grazie al baffo che andava di moda nell’anno Cinquantotto? Non è su di loro che bisogna puntare per un nuovo miracolo italiano?”.   
Matteo Bonfanti
Nella foto: io dopo un’oretta al telefono con Nessi Nexi, che tra un po’ richiamo per darle la buonanotte