Nel carattere di ogni buon toscano che si rispetti non può mancare quel pizzico di ironia spontanea che permette di affrontare le difficoltà della vita con il sorriso sulle labbra. Difficoltà che per Federico Perelli, allenatore del Grassobbio, sono aumentate in maniera inaspettata, ironia della sorte, in coincidenza dello stop dei campionati dilettantistici a causa dei primi contagi marchiati Covid-19 nel territorio bergamasco e non solo. 64 lunghissimi giorni da positivo al virus e oggi, finalmente è il caso di dire, la notizia più bella ed attesa: tampone negativo. Fin qui una storia dura da raccontare ma a lieto fine, se non fosse che tutto è iniziato da un ulteriore intervento al cuore, con la messa a punto di 4 bypass coronarici. “Nel primo weekend di sosta dei campionati – ci ha raccontato il mister -, ho riscontrato i primi problemi di salute che inizialmente ho collegato ad una gastrite, a metà settimana tuttavia il dolore è aumentato, tanto da recarmi al pronto soccorso dove si sono accorti di un problema serio alle coronarie. Si è reso così necessario un intervento chirurgico con l’aggiunta di quattro bypass, non proprio una passeggiata. Pensavo di aver superato un ostacolo grande, invece è giunto subito il secondo chiamato coronavirus. Resta da stabilire se sono stato contagiato in ospedale o meno e se il problema cardiaco possa essere riconducibile a questo: ciò che più conta però è che adesso sto bene, dopo 64 giorni mi sono lasciato questo maledetto nemico alle spalle”.

I ricordi dell’esperienza vissuta sono drammatici: “In terapia intensiva le immagini ti segnano. La notte più triste? Quella della morte di un altro grande amico e dirigente del Grassobbio, il mitico Gerry, un’altra strana coincidenza di questo periodo così terribile dove tante persone sono morte in silenzio. Io sono stato davvero fortunato, una preghiera per tutti coloro che non hanno avuto la mia stessa fortuna. Nel presente proseguo con la riabilitazione cardiaca, lo stress non mi spaventa, tornerò ad allenare”.

La voglia di calcio è rimasta la stessa, così come quella di esaltare la stagione dei suoi ragazzi: “Ho visto tre miracoli, lo ripeto spesso: guarire dai problemi cardiaci, guarire dal Covid-19 e portare il mio Grassobbio in una posizione inaspettata ad inizio stagione. Dispiace non aver portato a termine questa favola perché eravamo tranquilli, l’appetito vien mangiando e non è detto che non avremmo potuto raggiungere qualcosa di più prestigioso della salvezza. Per i miei giocatori non è stato di certo un inizio di 2020 sereno: hanno dovuto subire le preoccupazioni di salute, lavoro e famiglia, si meritavano un epilogo migliore. Hanno sposato un nuovo metodo di lavoro, vivendo la quotidianità al top. In funzione di quello che potevamo dare, abbiamo fatto il massimo. La voglia di sudare non è mai mancata. Nonostante fossimo una matricola, i giocatori si sono calati al meglio nella parte. Si è creato un feeling straordinario e per questo non finirò mai di ringraziarli”.

Parlare con certezza di futuro in questo momento stona, ma il tecnico ha espresso una sua idea: “Nel calcio non c’è niente di scontato, ma oggi sono riconoscente alla società Grassobbio per tantissimi aspetti. Al di là dei discorsi economici, ho scoperto un club fatto di grandi valori. Se mi piacerebbe proseguire la mia avventura? Quando la vita e il virus lo consentiranno, ci troveremo di sicuro intorno a un tavolo con giocatori e società per fare il punto: io sono a disposizione, la riconoscenza conta e a Grassobbio non è mai mancata”. 

Dopo due battaglie così dure vinte, per mister Perelli niente ormai è impossibile: “Grazie a tutti coloro che mi sono stati vicini, sia nel mondo del calcio che fuori. Ho avuto la conferma di avere tantissimi amici sensibili, senza dimenticare gli affetti e la famiglia”. Sulla sua pagina social ha scritto: “Calcio o non calcio, vogliamoci bene”. Il messaggio è chiaro. Questa storia può e deve insegnare tantissimo. Mai perdere la speranza.

Norman Setti