Wembley-Londra – Come contro la Spagna, ma meritando, pur con un atalantino in meno. No Pessina, sì party. Anche perché ai rigori Southgate manda allo sbaraglio tre riserve su cinque che tirano che peggio non si potrebbe. Fatta salva la gerarchia degli intoccabili, fidarsi sempre degli stessi fino all’usura difficilmente è premiante nel pallone, ma l’atto finale di Euro 2020 è vinto lo stesso (1-1 ai regolamentari) contro i Maestri Inglesi, gli inventori del football nonché padroni di casa, per l’Italia del commissario tecnico Roberto Mancini, colpita a freddo e costretta a rincorrere imponendo comunque una decisa supremazia dalla mezzora in avanti, salvo sporadici sprazzi altrui. Assurdo portarla fino alla pistola alla tempia, anche se l’11 luglio aveva già portato uno dei quattro mondiali vinti e stavolta è coinciso col secondo Europeo vinto dopo quello di Roma del 1968.
E dire che s’era cominciato a mo’ di belle statuine al 2′ con Shaw a chiudere bene di volée mancina di controbalzo per tramutare in oro colato il gioco da quinto a quinto con Trippier. Roba ormai vecchia come il mondo, senza contare che nessuno s’è fatto sfiorare dall’idea di contrastare Kane, arretrato come lungo tutta questa edizione della rassegna continentale per l’apertura decisiva. La prima volta che gli Azzurri vedono la porta, per modo di dire, è al 9′: punizione di Insigne, ma alta e dalla traiettoria prevedibile, conquistata da Chiesa alla prima folata, mettendo in trappola l’autore del rompighiaccio. Lo Scugnizzo ci ritenta su azione dalla lunga (28′), ma la manovra è spezzettata e incerta. In più c’è Jorginho che si spende in rinculi, recuperi (Mount) e contrasti (Sterling), fino a soffrire oltre misura un ginocchio contro ginocchio con la furba aletta del City (22′). Piuttosto che mettere l’atalantino in mezzo il ct avrebbe optato per Cristante, cosa che incredibilmente farà entro l’ora a pelo d’erba al posto di un Barella pressoché nullo nelle due fasi.
A quasi un quarto d’ora dalla pausa, tempi diluiti dai soccorsi all’oriundo do Brasil archetipo della costruzione dal basso, ecco un altro lampo acceso dall’ala juventina, che punta Rice nell’uno contro uno per esplodere il sinistro a pelo d’erba da oltre una ventina di metri, di uno almeno sul fondo. Il problema è che nella catena di destra l’anello debole è Di Lorenzo, che soffre terribilmente Shaw e quando si allarga anche Mount, costringendo Emerson a diagonali con la lingua in gola. Nondimeno, la perfida Albione non tira mai e il Belpaese al 1′ di recupero della prima frazione sfiora un pari fortemente voluto: palla dentro del napoletano basso a destra, lo stinco di Stones dice di no a Immobile, finalmente giratosi come sa, mentre il tap-in verrattiano è troppo fiacco.
In avvio di ripresa Bonucci trattiene per il gomito sinistro Sterling, già beneficiato del famigerato rigore sul nulla di Joakim Maehle in semifinale, ma Kuipers invita a rialzarsi la punta, poi abbastanza ingenua da regalare a Insigne con una spallata un piazzato dalla lunetta calciato a giro poco oltre il sette (6′). La coppia di cambi manciniani a tiro dal tir’ ‘o gir (8′) larghissimo sposta il suo inventore a falso nueve con Berardi a rientrare a piede invertito, mentre è sempre Chiesa ad attizzare la vampa (13’) di là vedendosi respingere il radente da Trippier col più piccolo in campo a spostarsi troppo verso il fondo per costringere Pickford a più d’una smanacciata a difesa del palo di competenza. Una chance in risposta all’inserimento imperfetto in gioco aereo di Maguire a correzione del calcio da fermo dell’autore dell’1-0. A questo punto è un bombardamento e la palma del miracolo domenicale va al portiere dell’Everton, distesosi tipo letto di Procuste per ricacciare in gola a Federico il figlio d’arte la gioia dell’1-1 (17′) dopo la classica conversione dall’estrema. Donnarumma deve scomodarsi per alzare sopra il montante (19′) la zuccata di Stones, accarezzata dall’angolo numero tre dell’assistman altrui dal destro insidiosissimo; di qua Maguire anticipa in ascensore Berardi e sul corner susseguente proprio del sassuolese la spizzata in diagonale del romanista ex nerazzurro innesca la mischia con Chiellini a terra, Verratti a colpire di fronte sul legno grazie al balzo di Pickford e Bonucci a insaccare sottoporta di sinistro. Southgate passa al 4-3-3 inserendo Saka, rischiando però di brutto sul lancio dell’impattatore che coglie la difesa impreparata quanto l’attaccante di Calabria, che al volo supera l’ultimo ostacolo sparando alle stelle (28′). A Chiesa si gira la caviglia in controsterzata, l’aspirante doppiettista di casa centra i piccioni (40′) sugli sviluppi di un’innocua combinazione da situazione inattiva e a 2′ dal 90′ Sterling semina tutti, attrezzo di cuoio compreso, impossibilitato a rimanere entro la fine del rettangolo.
Partono gli extra time, Chiellini evita guai dal solito folletto e sul primo tiro dalla bandierina Phillips manca la mira di un amen da fuori (7′). Al Gallo Belotti, unico bergamasco, viene sporcata la botta (9′), quindi altra pezza cucita da quello tra i legni su Bernardeschi servito dal terzino sinistro del Chelsea (14′). Nel secondo, Pickford fa sua in due tempi la punizione centrale di Bernardeschi (2′), Grealish (ribattuto) e Kane (uscita di pugno di Donnarumma, 3′) creano scompiglio su una rimessa laterale a catapulta di Walker con Stones a colpire. Da qui, mini assedio dell’Inghilterra, risparmiatasi fin troppo in precedenza, protesta poco convinta di Bernardeschi per una deviazione di mezza spalla di Stones (12′) e si va stancamente alla lotteria dal dischetto, la cosa più crudele e infartante che esista. Belotti e Jorginho si fanno ipnotizzare, Rashford, Sancho e Saka (bravo però l’ex portiere milanisra) non possono certo dar loro lezioni.

Italia – Inghilterra 4-3 dopo i tiri di rigore (1-1; 0-1)
ITALIA (4-3-3): Donnarumma 7,5; Di Lorenzo 5,5, Bonucci 7, Chiellini (cap.) 7, Emerson 6 (13′ sts Florenzi sv); Barella 5 (9′ st Cristante 6), Jorginho 5,5, Verratti 6 (6′ pts Locatelli 6); Chiesa 7 (41′ st Bernardeschi 6), Immobile 4,5 (10′ st Berardi 5,5), Insigne 5,5 (1′ pts Belotti 5). A disp.: 1 Sirigu, 26 Meret (p), 12 Pessina, 15 Acerbi, 23 Bastoni, 25 Toloi. All.: Roberto Mancini 6,5.
INGHILTERRA (3-4-2-1): Pickford 7; Walker 6,5 (15′ sts Sancho 5), Stones 6,5, Maguire 6,5; Trippier 7 (25′ st Saka 6), Phillips 6,5, Rice 6,5 (29′ st Henderson 6, 15′ sts Rashford 4), Shaw 7; Sterling 6, Mount 6,5 (9′ pts Grealish 6,5); Kane (cap.) 6,5. A disp.: 13 Ramsdale, 23 Johnstone (p), 15 Mings, 16 Coady, 18 Calvert-Lewin, 24 James, 26 Bellingham. All: Gareth Southgate 6,5.
Arbitro: Kuipers 6,5 (Van Roekel-Zeinstra, Paesi Bassi; IV Del Cerro Grande, Spagna. V.A.R.: Dankert, Germania; A.V.A.R. Van Boekel – Paesi Bassi – Gittelmann e Fritz – Germania).
RETI: 2′ pt Shaw (In), 22′ st Bonucci (It).
Note: ammoniti Barella, Bonucci, Insigne, Chiellini, Maguire e Jorginho per gioco scorretto. Tiri totali 18-7, nello specchio 6-3, respinti/deviati 4-1, parati 5-2, legni 1-. Corner 3-4; recupero 4′ e 6′, 2′ e 3′. Sequenza dei rigori: Berardi gol, Kane gol, Belotti parato, Maguire gol, Bonucci gol, Rashford palo, Bernardeschi gol, Sancho parato, Jorginho parato, Saka parato.