De Bruyne è uno dei più forti del mondo: se venerdì non ci fosse sarebbe meglio per l’Italia, anche se mi piacerebbe fermarlo sul campo”. Matteo Pessina, da Coverciano, studia per un posto da titolare, pur senza illudersi, in vista del quarto di finale di Monaco di Baviera contro il Belgio: “Però sono partito per quest’avventura da ventisettesimo trovando posto solo per il forfait di Sensi. Mi sono sempre sentito parte di un gruppo e il ct Roberto Mancini ha la capacità rara di farci sentire tutti uguali”, le parole del centrocampista dell’Atalanta, in gol da titolare contro il Galles e al secondo supplementare da cambio in corsa contro l’Austria.

Il monzese classe ’97 ha trovato similitudini col gioco della sua squadra di club: “La palla si muove veloce, negli ultimi metri diamo spazio alla fantasia, come con Gasperini, la riaggressione alta e se salta il primo pressing torniamo tutti indietro come all’Atalanta dove mi si chiede di fare da raccordo tra centrocampo e attacco. Qui sogno l’Europeo, a Bergamo lo scudetto: sono anni che disputiamo stagioni immense e si parla sempre poco di noi”.

Ancora, sull’avversario: “Col Belgio sarà difficilissima, non tanto per la fisicità ma per la qualità, perché ha giocatori fortissimi. Lukaku è il 9 più forte del mondo, averci già giocato contro può essere un vantaggio ma è uno che gioca contro due-tre difensori insieme. Il mister manda sempre in campo la formazione più forte in quel momento: io non devo dare punti di riferimento, come in nerazzurro, non sono mezzala, non sono trequartista, non sono attaccante. Non dare punti di riferimento fa saltare le linee . Mi ha fatto piacere essere paragonato a Nicola Berti”.