“Vista da fuori in tutti questi anni, l’Atalanta ha le carte in regola per fare bella figura in campionato, per vincere un titolo e ripetersi in Champions League: ricordo come ha battuto agli ottavi noi del Valencia…”. In prestito dai Los Murcielagos ai nerazzurri, Cristiano Piccini ha già le idee chiare: “Sono onorato di poter fare parte di una squadra che esprime grandi individualità e un calcio fantastico: una realtà bellissima e importante con un centro sportivo all’avanguardia”.

Davanti al microfono e alla telecamera dell’ufficio stampa di Zingonia Piccini, al lavoro oggi per la prima volta al Centro Sportivo Bortolotti, ha anche fatto bella mostra della maglia numero 21, ereditata dalla plusvalenza Timothy Castagne (ceduto al Leicester): “Io sono contento di essere tornato in Italia, almeno così i miei genitori potranno godersi la mia bambina un po’ di più. La Spagna era un po’ casa mia, ho vissuto in città bellissime e giocato per squadre importanti – ha sottolineato il laterale classe 1992 di scuola viola -. Al Betis ho vinto la Segunda Division rimanendo altri due anni, poi la stagione allo Sporting Lisbona. Mi ha preso il Valencia e lì abbiamo vinto una Coppa del Re dopo 11 anni senza titoli, anche se il secondo anno è stato difficile per via del secondo grave infortunio della mia carriera”.

Reduce dal 2019-2020 praticamente perso (2 partite nella Liga) per la frattura della rotula destra, il fiorentino rivendica la carriera costruita con la gavetta: “L’essenziale è rimanere coi piedi per terra e lavorare, anche perché l’Atalanta ai risultati attuali è arrivata proprio così, compiendo i giusti passi. Io sono un lavoratore partito dal basso facendo tutte le categorie dalla C alla A: Carrarese, Spezia, Livorno. Non mi ha regalato niente nessuno: voglio far bene qui, magari riconquistando l’azzurro e disputando l’Europeo”. Infine, una speranza: “Saluto tutti i tifosi, spero di poterli ritrovare presto allo stadio e godere per le vittorie, forza Atalanta”.