L’acuto da più sette sulla terzultima appena affondata, 29 a 22. By Roberto Piccoli. Ecco uno da riprendersi al volo, senza lasciarselo più scappare. Una girata di testa alla cinquina cronometrica nella ripresa, una delle tante specialità della casa, per il quinto gol stagionale in 18 presenze, il quarto in campionato in 15 partite di cui solo un terzo da titolare. E poco importa che dopo 67 giri di lancetta il suo attuale mister da bergamasco in prestito, il neopromosso Vincenzo Italiano, contro il Cagliari ieri nel tardo pomeriggio l’abbia sostituito col bomber scelto Mbala Nzola, poker al quoto più di lui in A e complessivamente: lo Spezia nel finale ha sofferto oltre il dovuto, senza l’architrave che tenesse su l’attacco e la palla, Pereiro ha risposto a Maggiore e solo l’offside ha impedito il pari sul 2 a Joao Pedro.

L’Atalanta e Piccoli s’erano lasciati con 3 apparizioni in croce in prima squadra concesse da Gian Piero Gasperini, Empoli e Udinese due annate fa e Brescia quella scorsa. Con la Primavera, due titoli nazionali in serie e la palma del capocannoniere di Youth League alla prima apparizione dei baby nerazzurri. Ma il giovane fenomeno di Sorisole, fisico da carrarmato, cresciuto nei Pulcini della Sorisolese sotto i fratelli Pietro e Alfio Fiorona, passato dal Villa d’Almè e dalla Tritium prima dell’approdo naturale a Zingonia, è il primo a meritarsi già la richiamata alla base in estate. Perché ha saputo farsi strada in un reparto offensivo che fa affidamento più sulle ali (Verde, Farias, l’assistman di giornata Gyasi) e ha avuto infortuni in serie compreso Andrey Galabinov che in autunno sembrava il re dei re. Spianando agli Aquilotti la via della salvezza.

La famiglia Percassi e il Gasp possono scommetterci a occhi chiusi. Il confronto con Sam Lammers, investimento da 9 milioni dal PSV Eindhoven e caduto progressivamente nel dimenticatoio, ovvero sul fondo della panchina, risulta abbastanza impietoso. Lo dicono i numeri, mica è una boutade per fare notizia. E poi ha calato il jolly dell’ex nel finale contro i suoi stessi colori, nell’ultimo scontro diretto sotto la Maresana, con quella stoccata davanti all’area piccola per tramutare in oro il gioco tra punta esterna e centrocampista, Diego Farias dal fondo e Nahuel Estevez di sponda al volo. Inter e Roma le vittime precedenti (sempre da 0 punti, ma è un dettaglio), più il Bologna nel quarto turno di Coppa Italia. Vinto, in quel caso. Il ’97, tulipano mai veramente sbocciato eppure spacciato per campioncino in fioritura, non regge sul piano delle statistiche. 15 i match complessivi di che ne ha avuto il passo sbarrato nella provinciale da Champions: 5 volte su 15 da titolare in campionato e 2 su 3 nel trofeo della coccarda sono meglio di 1 su 12 e 1 su 1, dato ripetuto in coppa nel cappotto casalingo col Liverpool. Il prodotto nostrano ha calcato fin qui i terreni di gioco ben più del doppio del “rivale” d’importazione, 732 minuti contro 301.

Non ci si venga a dire che qualche rimpianto non sarà affiorato tra dirigenza e staff tecnico di casa: “Non fosse arrivato l’olandese, Piccoli sarebbe potuto restare a Bergamo. Sta vivendo una bella esperienza e di tanto in tanto segna”, ha riconosciuto il Profeta di Grugliasco alla vigilia dello scontro diretto, la partita del cuore del ragazzo lasciato andare a titolo temporaneo in riva al Golfo dei Poeti. Nato a Bergamo il 27 gennaio 2001, Piccoli, 47 partite e 33 palloni in fondo al sacco con la Primavera di Massimo Brambilla, conosce il suo esordio tra i grandi il 15 aprile 2019 con l’Empoli risultando decisivo nell’uno-due con Andrea Masiello contro l’Udinese una decina di giorni più tardi per il rigore rompighiaccio (carica di Sandro sul viareggino) di Marten de Roon. Non l’ha mai messa, Roberto, nemmeno nello spezzone col derby contro le Rondinelle nel post lockdown. Ora, però, si sta facendo largo tra i nuovi centravanti di scuola italiana. L’Atalanta può richiamarlo in aula, qualche lezione ormai può darla anche lui.
Simone Fornoni