Più forte di tutte le avversità, reali o presunte. L’Atalanta vince ad Amsterdam grazie al gol di Muriel sul finire di partita e conquista, per la seconda volta consecutiva, la qualificazione agli ottavi di Champions. Lunedì 14 dicembre, giorno del sorteggio, la squadra nerazzurra sarà tra le sedici più forti d’Europa. Prima dell’analisi tecnica qualche numero: undici punti in classifica ottenuti con vittorie nelle tre trasferte a Herning, a Liverpool e ad Amsterdam, sette gol realizzati, nessuno subito. Mai in sofferenza ma prove di convinta maturità nelle partite giocate in giro per il vecchio Continente. E se Herning era una tappa senza intoppi, quelle di Liverpool, ma, soprattutto, di Amsterdam erano da fuori o dentro la Champions. Invece la squadra di Gasperini si è ampiamente guadagnato dieci e lode. Ad Anfield ha costruito la qualificazione, in casa di Crujiff l’ha realizzata senza commettere errori. Una prestazione giudiziosa. L’Ajax, che doveva vincere a tutti i costi, aveva un solo imperativo: vincere. Ebbene Gollini ha effettuato una sola parata decisiva: al 29’ del secondo tempo su tiro di Klaassen. E’ stata l’unica vera palla gol costruita dai Lancieri che hanno sì dominato ma senza mai tirare in porta né organizzare palle gol. Ten Hag, ad un certo punto della partita, ha schierato tutti gli attaccanti a disposizione ma gli attacchi sono stati infruttuosi. L’Atalanta è scesa in campo con lo schieramento annunciato, solo una variazione, quella di Zapata al posto di Ilicic. Nell’Ajax invece, a sorpresa il diciottenne Bryan Brobbey al centro dell’attacco, un torello che ha creato non pochi grattacapi a Romero e a Djimsiti, tenendo palla e facendo da sponda per gli inserimenti soprattutto sul settore destro. Da lì, dalla coppia Merzaoui-Antony partivano le offensive, in quel frangente usciva Freuler in prima battuta a contrastare l’esterno destro biancorosso. L’Ajax ha subito trasformato il 4-3-3 in un inedito 2-5-3 con i due centrali Schuurs e Martinez che cominciavano l’azione, eppure in mezzo al campo era un duello senza sosta De Roon-Gravenberch, Pessina-Klaassen, Frueler-Labyad. Poi Toloi di fronte a Tadic a sinistra, Romero contro Brobbey e Djimsiti a limitare, non sempre ci riusciva, Antony ma anche Merzaoui, terzino destro solo di nome ma attaccante laterale di fatto. Per i nerazzurri Zapata davanti a tener palla e Gomez a sinistra con variazioni sulla trequarti. Massima concentrazione, bisognava evitare che si aprissero varchi per i fulminei inserimenti degli ajacidi. Così per tutto il primo tempo l’Atalanta ha retto e ha lasciato, per scelta, il possesso palla agli olandesi. Eppure l’azione più pericolosa è stata costruita dal duo Gomez-Zapata conclusa con una ciabattata da de Roon. Se Onana giocava in pratica da libero, posizione accentuatasi dopo l’espulsione di Gravenberch per doppia ammonizione, dall’altra Gollini parava palloni d’ordinaria amministrazione. Intanto sul palcoscenico dell’Arena dedicata a Johan Crujiff si esibiva con determinazione e chiaro acume tattico Matteo Pessina. Il secondo tempo non era diverso dal primo, magari l’Atalanta s’affacciava con maggior continuità verso l’area biancorossa ma il pallino del gioco, sterile e senza sbocchi perigliosi, era sempre tra i piedi dei Lancieri. In uno scontro con Romero s infortunava Brobbey e dal primo minuto entrava Promes con Tadic finto centravanti. Poi Ten Hag ha deciso di provare un Ajax super offensivo con la vecchia volpe Huntelaar e il giovane Ekkelenkamp per Labyad e Tagliafico. Tutto questo bailamme tattico creava una clamorosa palla gol che Klaassen ha sprecato grazie all’uscita perentoria di Gollini. Anche Gasperini cambiava: Muriel e Palomino per Zapata e Gosens. Ci si avviava verso un finale incandescente ma Gravenberch colpiva, seppur involontariamente, al volto il Papu. Del Cerro Grande a due passi estraeva il secondo giallo. Ajax in dieci con Onana nel ruolo di libero sempre dieci metri fuori dalla sua area. Quindi il gol: Freuler da centrocampo vedeva una prateria nella quale lanciava Muriel che realizzava il gol della vittoria. Intanto Gasperini resta, Gomez e Ilicic si vedrà.
Giacomo Mayer