Lucchese – AlbinoLeffe 4-5 (0-3)
LUCCHESE (3-4-1-2): Coletta 5; Solcia 5 (34′ pt Meucci 6), Benassi (cap.) 5,5, Dumancic 5; Papini 5,5, Sbrissa 6 (1′ st Molinaro 6,5), Cesay 5,5, Adamoli 5,5; Scalzi 6,5 (1′ st Moreo sv, 14′ st Lo Curto 6, 36′ st Panati sv); Bianchi 6,5 Nannelli 7. A disp.: 12 Biggeri, 13 Cellamare, 14 Signori, 17 Bartolomei, 18 Convitto, 28 De Vito, 30 Caccetta. All.: Giovanni Lopez 5,5.
ALBINOLEFFE (3-5-2): Savini 5,5; Canestrelli 6, Mondonico 5,5, Riva 6; Gusu 7, Piccoli 5,5, Genevier 6, Giorgione (cap.) 7, Gelli 6,5 (35′ pt Ghezzi 6); Manconi 10, Galeandro 6,5. A disp.: 24 Paganessi, 31 Caruso (p), 2 Cerini, 3 Berbenni, 4 Nichetti, 10 Gabbianelli, 14 Maffi. All.: Marco Zaffaroni 6.
Arbitro: De Tommaso di Rimini 6 (Paggiola di Legnago, De Nardi di Conegliano; IV Colaninno di Nola).
RETI: 22′ , 32′ , 48′ pt e 14′ st Manconi (A), 19′ st rig. Giorgione (A), 27′ st Bianchi (L), 29′ st Nannelli (L), 36′ st Benassi (L), 46′ st Meucci (L).
Note: ammoniti Benassi e Canestrelli per gioco scorretto, Mondonico per proteste. Tiri totali 11-14, nello specchio 5-6, respinti 3-4, parati 1-2. Corner 1-0, recupero 3′ e 4′.

Lucca – Una manita da urlo? Macché, una strizza pazzesca, per quei quattro ormeggi mollati nel finale ipoteticamente da garbage time, e invece da sofferenza prolungata. E dire che la pratica pareva imbustata dallo schiaffo sotto le gambe dal dischetto di capitan Giorgione, in una partita mai nemmeno cominciata sul serio. Si scrive Lucchese, si legge autostrada a pelo d’erba. Anche se dal settantesimo in avanti le parti si sono rovesciate Al casello, per il ritorno al successo da thrilling dell’AlbinoLeffe nel recupero della nona giornata a ruota del ko col Como, Jacopo Manconi innesta quinta e sesta autostradale in un fazzoletto, per poi portarsi via il pallone del pokerino (8 totali) senza doversi preoccupare di una sbarra che il fanalino di coda del girone A di serie C non è in grado di calare. A quota 18 punti, coi playoff all’orizzonte, chiude il mese la domenica a Novara sempre alle tre del pomeriggio. Ma occhio ai cali di concentrazione, altrimenti si rischia di brutto.
Dopo le schermaglie tra i quinti, solo da destra per i locali imboccando Savini, entro la cinquina cronometrica dallo start, ecco il lampo del buio di Giorgione, tra le braccia di Coletta, rientrando dal vertice mancino nell’asse lungo con Riva. Lo slalomista Gelli, saltata a piè pari la catena di competenza, stecca la nona sinfonia solo per il rinvio in estirada da spazzino del lucchetto Benassi, mentre di qua Canestrelli fa lo stesso (12′) per spezzare la cordata Bianchi-Nannelli, comunque lontana dalla porta. Al 14′ anche il portiere dei bergamaschi deve scaldarsi i guantoni, arroventati dalla punizione mancina di Scalzi (conquistata da Bianchi) dritta nell’angolino. Un segnale d’incipiente insicurezza, se è vero che un tris più tardi il retropassaggio di Genevier sbattendo addosso al suo centrale di sinistra innesca ancora il tiratore scelto, per fortuna dei bianchi rimbalzato addosso al recuperante Mondonico. Niente paura, sbagliano anche gli altri e la pagano subito: verso la metà della frazione, Cesay s’impappina e infiocchetta il regalo di Natale anticipato a Galeandro, che oltre la metà campo imbecca corsetta, dribbling sull’estremo difensore di casa e appoggio sinistrorso del decisivo apripista appena dentro l’area. Nemmeno un paio di minutini e il livornese schierato largo sprinta nuovamente per allungarsi la palla di un amen di troppo, un altro ottovolante per la doppietta imbracciata stavolta di destro dal bomber di giornata e assoluto di squadra grazie al servizio delivery di Canestrelli con una sventagliata in diagonale dalla difesa: il piattone non lascia scampo all’ultimo baluardo toscano alla terza uscita del pomeriggio.
La corsetta temporale successiva premia il merito di Riva, schierato last minute, bravo a stoppare il solito trequartista rossonero sulla combinazione Sbrissa-Bianchi con retro-sponda della punta, prima del cambio per parte per sopraggiunti problemi fisici: ora Gelli, nel warm up Gabbianelli. Non si sorseggia il tè se non dopo un’altra certezza in saccoccia, la perla da settebello del mattatore del mercoledì nel deserto. A un poker dall’intervallo, la Pantera non graffia per questione di centimetri, con Bianchi a calciare a lato del palo lontano a rimorchio di Nannelli, proiettato sul fondo proprio dalla sua rifinitura sull’apertura di Adamoli, venendo ancora castigata implacabilmente, perché al capitano sannita basta avanzare tra le linee per il filtrante adatto a passettino e sinistro a incrociare dell’implacabile terminale, tanto bravo da non far patire ai suoi l’assenza della boa Cori. La ripresa s’avvia col mattatore che allarga per Piccoli, fermato da Adamoli, mentre sul prosieguo Ghezzi non fende la selva di gambe nella mischia e Canestrelli spara in curva dalla lunghissima. C’è spazio per un botta e risposta. Al 6′ il prodotto del vivaio interista scappa, trovato da sinistra da Galeandro: Adamoli chiude alla Bellini; quindi la giocata Meucci-Molinaro libera al limite la seconda punta di Lopez che non fa i conti con lo stinco di Piccoli devia di stinco oltre la traversa per il corner numero uno. Al 9′ l’ex Moreo ci prova dalla distanza alzando la mira su rimessa spondata da Nanelli, cento secondi e Giorgione lancia Ghezzi, avanzato ad attaccante con Galeandro esterno sinistro: Coletta gli chiude lo specchio come in seguito il perno nemico, davanti alla linea, sul ritorno di fiamma del futuro pokerista. A un Ave Maria dal quarto d’ora il legno sinistro decide di baciare la stoccata dai 18 metri del numero 22, servito benone da Gusu che a tiro della botta fuori misura del beneventano (17′) si conquista il rigore tornando dalla fine del campo sulla sfera soffiatagli da Adamoli per costringerlo alla scorrettezza. Al 22′, il sussultone dell’aspirante pentamarcatore finito in fallo laterale ancora su ispirazione del rumeno.
Luce spenta, i locali si risollevano dalla fossa delle Marianne per timbrare addirittura la quaterna della bandiera, di cui la metà a stretto giro di posta. Tra 27′ e 29′, tocca a quelli in prima linea: Bianchi cade e si gira sull’uno-due praticamente da terra con Molinaro per infilare Savini sul suo palo, Nannelli trova l’incrocio davanti alla destra dell’area piccola servito dal precedente al culmine di in flipper infinito Cesay-Canestrelli-Dumancic. Il falletto di Mondonico sul centravanti entro i 20 metri consente a Benassi di bucare la ragnatela alla sinistra del ragazzo in guanti di scuola torinista. Su azione, per via di un esterno a corpo sbilanciato, l’uomo dalla fascia al braccio non ce la fa a sognare la rimonta al quarantesimo, a tre dal conato centrale di Genevier da posizione defilata, giusto perché l’illusione di acciuffare un pareggio che avrebbe avuto del pazzesco spetta a Meucci, capace di inventarsi la telefonata sotto il sette appoggiato dal triangolo sinistra-centro Nannelli-Cesay-Molinaro con assist all’indietro. Cose che nemmeno nei noir.
Simone Fornoni