Prima di tutto pensate se scrivere vi dà piacere, ma deve farlo un sacco, deve mettervi i brividi come quando all’intervallo baciate sulla guancia la compagna che vi piace, oppure, se non siete innamorati, deve darvi la stessa colina che ha in bocca mio figlio Vinicio la mattina mentre sua mamma sta preparando i pancake alla Nutella. Se non vi dà queste emozioni, allora non iniziate neanche, perché lo state facendo per obbligo, farete una faticaccia, perderete un sacco di tempo e vi verrà pure male.
Se invece il foglio e la penna vi regalano quella voglia e quella felicità, andate avanti fermandovi un momento per scegliere la cosa più importante tra le tante che state sentendo nel cuore. La riconoscerete facilmente perché è la più bella e quella che interessa al maggior numero dei vostri amici. Avete appena trovato l’argomento del giorno.
Ora chiudete gli occhi e immaginate la forma che darete all’articolo, la consistenza delle parole che ci metterete, se saranno fatte di sassi o di caramelle gommose, di ciupa ciupa, di nebbia o di sole, di pioggia o di vento o di tutti e due, dei chili di formaggio che stanno sulla luna o delle fritelle con lo zucchero a velo della vostra nonna. Poi il profumo, io spesso scelgo quello che aveva sul collo mia mamma quando ero bambino. Sapeva di cioccolato bianco, e alla fine tanti miei scritti sanno di Biancorì.
Adesso potete iniziare.

Insegnando il nostro splendido mestiere a una cinquantina di meravigliosi pistolini di quinta elementare.

Matteo Bonfanti

Nella foto di qualche anno fa una serie di giornalisti che stanno facendo nei modi più diversi quanto ho appena raccontato agli alunni