Il 13 maggio 2018 fu un giorno amaro per la Juventina Covo, data che segnò l’amara retrocessione in Prima Categoria dopo i play out contro il San Paolo d’Argon. Un anno dopo, il 14 aprile 2019, arriva la rivincita: vittoria con una giornata di anticipo e il gran ritorno nel campionato d’élite di Promozione, sicuramente il torneo più consono per il binomio Bezzi-De Martini. E, a dispetto di quanto si potesse pensare, dopo la retrocessione il presidente Bezzi anziché esonerare l’allenatore De Martini, lo riconfermò. La rivoluzione passa dal direttore sportivo Alessandro Sala, che insieme all’uomo di fiducia Cavalleri, ha rivoluzionato lo spogliatoio, confermando solo sei giocatori: il portiere Leoni, i difensori Crippa, Marelli, Testa, Pesenti e l’attaccante Piacentini. Una squadra costruita con uomini d’esperienza e giovani talenti che, guidati con sapienza dalla panchina, hanno saputo dar vita ad una stagione davvero memorabile, partita con un buon ritmo e culminata con una cavalcata strepitosa. Il primo artefice del ritorno nella categoria di appartenenza è stato certamente Isacco Bezzi, numero uno della società: “La retrocessione per me è stato un duro colpo e non pensavo che la squadra cadesse cosi in basso, ma nello stesso tempo mi ha fatto capire di voler ripartire con entusiasmo per far bene l’anno dopo e ci siamo riusciti vincendo il campionato”.
Presidente, quanta soddisfazione c’è stata dopo la vittoria contro il Baradello per la matematica promozione? Qual è stato il primo pensiero? “La vittoria con il Baradello mi ha dato tanta soddisfazione e la squadra nonostante i molti infortuni subiti non si è scomposta, tutti hanno messo del loro meglio in campo. Ringrazio il mister, lo staff e tutti i giocatori che hanno fatto di tutto per vincere questo meraviglioso campionato di prima”. Durante il campionato è filato tutto nel modo dovuto sia in campo che fuori (dirigenti, pubblico, collaboratori)? “Quando le cose vanno per il verso giusto è ovvio che si accentuano meno critiche, ma vorrei sempre che ci siano delle critiche “positive” sia da parte dei tifosi sia da tutti quelli che fanno parte della Juventina”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ds Sala, venuto a Covo con entusiasmo e convinto di far bene anche perché ex giocatore della Juventina: “Sono arrivato qui con entusiasmo subito dopo la retrocessione, con una gran voglia di far bene. Conoscendo già come lavorano il mister e il presidente, mi è sembrato tutto più semplice seguire le loro idee”. Pensava di centrare subito l’obiettivo? “Abbiamo allestito una squadra con giocatori che si conoscevano per poter sfruttare al meglio le loro qualità. Vedendo l’impegno dello staff, dei dirigenti e del gruppo dei ragazzi, non da subito, ma con il passare delle gare, ho capito che potevamo far qualcosa di bello”. È stata difficile la gestione dei giocatori? “Conoscendo i ragazzi, sia prima che durante il campionato, la loro gestione è stata facile. Abbiamo avuto periodi difficile per via degli infortuni e delle squalifiche, ma con il grande lavoro sia da parte dei dirigenti sia da parte del mister, le gestione è stata molto più semplice. È stato un anno più che positivo”.
Deluso dalla retrocessione sì, ma ripartito con una gran voglia di far bene, mister De Martini: “Dopo l’amarezza, che è stata tanta, avevo voglia di ripartire e poco dopo la partita il presidente mi disse: andiamo avanti insieme che l’anno prossimo dobbiamo vincere il campionato di prima categoria e ritornare subito in promozione”. Arrivato il DS Sala, che è stato anche un suo giocatore, lei ha contribuito all’intelaiatura della squadra o ha lasciato carta bianca con l’ultima parola del presidente? “Nella sera della retrocessione avevamo già contattato il Sala per sapere se voleva far parte di questo progetto. Con lui ci siamo subito incontrati per cercare di ricostruire la squadra, dato che avremmo rinnovato quasi tutto il gruppo”. A metà campionato ha chiuso l’andata al primo posto con un vantaggio di 4 punti, si sarebbe aspettato questa posizione nonostante i gravi infortuni capitati? “Di infortuni ce ne sono stati parecchi, tutti stop che hanno lasciato giocatori importanti a lungo fuori dal campo. In queste situazioni è uscito il grande gruppo che si era creato, con giocatori sacrificati in altri ruoli pur di fare punti. Questa è stata la forza della squadra, il sacrificio”. Poi, la svolta: “La vittoria in casa con la Falco che era la squadra più accreditata in partenza per vincere il campionato. Arrivava da nove vittorie di fila e noi da un pareggio contro il Gorlago la giornata precedente. Aver vinto in casa quella partita con delle assenze importanti, credo che abbia caricato al meglio il gruppo e abbia fatto capire che potevamo vincere questo campionato”. Il primo pensiero dopo la vittoria del campionato? “Il primo pensiero dopo questa vittoria per me è stato la grande rivincita a discapito di tanti pensieri cattivi che ci hanno condizionato la stagione precedente per dimostrare che non sono un allenatore perdente”.
Tra i protagonisti della stagione, certamente capitan Crippa, corteggiato durante l’estate da diverse compagini, ma che ha scelto di sposare la causa fino alla fine: “In estate ho avuto parecchie offerte per rimanere in Promozione, valutandone due seriamente, ma non avendo delle garanzie ho deciso di rimanere qui a Covo e questa si è rivelata la scelta vincente”. Quando ti sei reso conto che potevate fare un campionato di vertice? “Già in estate quando ho saputo i nomi dei ragazzi che sarebbero arrivati sapevo che avremmo fatto un campionato di vertice. Poi conoscendo il “Baffo” (il presidente Bezzi, ndr) era scontato che avrebbe costruito una squadra per competere al vertice del campionato. A dicembre, con i nomi dei giocatori arrivati con il mercato di riparazione, ero sicuro che avremmo vinto”. Hai vinto cinque campionati, qual è stato il più bello? “È scontato dire che sono tutti belli per diversi motivi ma quello che ricordo piacevolmente è quello vinto in Eccellenza con la maglia del Caravaggio, è stato il primo in cui ero il capitano e poi abbiamo vinto anche la Coppa Italia e pochi ci davano per vincenti”.
Dopo Crippa, ecco il pensiero di Leoni. Cosa hai provato domenica, contro il Baradello, quando hai parato il rigore? ”Ero un po’ teso perché la squadra non stava giocando benissimo ed era un momento in cui stavamo soffrendo. Quando l’avversario ha posizionato la sfera sul dischetto del rigore, ho subito pensato che l’avrebbe calciato alla mia sinistra e sono riuscito a pararlo sentendomi importante per la squadra”. A dicembre durante il mercato di riparazione avevi pensato di cambiare squadra per trovare più spazio? “Durante il mercato invernale ho avuto ottime proposte, non è stato facile scegliere di rimanere a Covo anche se ho trovato poco spazio sia all’andata che nel ritorno. Quando il mister mi ha schierato in campo ho cercato sempre di dare il massimo per la squadra e sono contento che siano arrivate grande soddisfazioni per me”. Sei il veterano con i tuoi cinque anni con la maglia blucerchiata. “In cinque anni qui a Covo sono riuscito a fare due promozioni, una finale di Coppa Lombardia, una finale playoff e una retrocessione. Posso dire che qui ho trovato gente splendida, quindi non è più una semplice squadra ma è diventata una famiglia anche se penso che quest’anno potrebbe essere il mio ultimo anno qui a Covo. Devo ringraziare tutti perché qui è stata la mia prima vera esperienza in prima squadra”.
A cura di Laura Tarenghi