di Danilo Rota

Ciao Andrea, mi unisco alla schiera di chi ha voluto mandarti un saluto però sarebbe riduttivo e voglio dedicarti due righe di commiato.
La tristezza della tua partenza è attenuato dal fatto che tu resterai a vita atalantino, la decisione di vivere a Bergamo a fine carriera dimostra quanto tu sia attaccato alla nostra città.
Da dove cominciamo, ma si dai togliamoci i brutti pensieri.
Due anni e 5 mesi buttati, scontati e pagati duramente (e per favore gentile lettore lasciamo perdere il luogo comune che comunque i calciatori di Serie A hanno ingaggi esagerati perché Andrea ha pagato in termini ben più pesanti, ma su questo aspetto ci torneremo).
Chi è senza peccato scagli la prima pietra (vangelo secondo Giovanni), i moralisti ti hanno attaccato, i falsi profeti ti hanno assurto ad esempio negativo per i ragazzi, intorno a te si è creato il deserto. Non ti giustifico ne tanto meno ti giudico, c’è chi ha pagato (tu) e chi invece delinque e non paga, non parlo solo in ambito calcistico, ma nella vita di tutti i giorni.
Ricordo le prime partite che hai disputato dopo la squalifica, nel mio settore dello stadio i commenti non erano dei più esaltati, solo io e pochi altri urlavano il tuo nome, per me tu rappresentavi la voglia di cancellare una pagina negativa della tua vita, la volontà di ricostruirti prima come uomo poi come calciatore. Mi ha colpito la tua umiltà, la tua applicazione, il non voler apparire ma essere.
Spesso lasciavi il campo a capo chino ed invece caro Andrea la testa la dovevi tenere alta per guardare negli occhi il mondo che volevi riconquistare.
Piano piano ma costantemente la tifoseria si è ricreduta e l’urlo “grande Masio” si è espanso come macchia d’olio finché l’intero stadio ti ha adottato . Grazie alla tua modestia sei diventato uno di noi, un bergamasco tosto, duro, implacabile, ma con un grande cuore.
Sei cresciuto imperiosamente, avresti ampiamente meritato la nazionale (e questo non lo dico io modesto scrivano ma grandi firme del giornalismo sportivo) . Chissà quante volte avrai pensato che a volte gli errori si pagano pesantemente, ma tu hai fatto della Dea la tua nazionale e non c’è stata partita in cui non hai lottato fine allo sfinimento quasi a voler chiedere scusa del passato , per noi tifosi tu eri diventato l’imperatore della difesa, la sicurezza impersonificata, l’ultimo baluardo, in parole povere THE WALL.
Sei rimasto l’unico dei veterani del primo anno della famiglia Percassi. Mi piace pensare e scrivere senza paura di smentita che grazie a te sono cresciuti in maniera esponenziale ragazzi alle prime armi, giocatori in fase calante, campioni che non credevano più in se stessi, il tuo esempio e la tua abnegazione li hai resi da “Atalanta” e questo nessuno lo può disconoscere.
Andrea tu sei pluri papà, mi permetto di darti un suggerimento: a Bergamo solo un santo è più importante dell’Atalanta, Papa Giovanni XXIII .
Nel 1962 si affacciò dalle finestre del palazzo Apostolico e declamò il famoso discorso alla luna.
Disse “tornando a casa, troverete i bambini, date loro una carezza e dite questa è la carezza del Papa”.
Senza essere blasfemo anche tu, tornando a casa, accarezza le tue figlie, raccoglile attorno a te e racconta la magica notte, quella di Napoli Atalanta.

“E’ il 22 aprile giorno di pasquetta , giochiamo a Napoli e dobbiamo recuperare 3 punti al Milan per prenderci il quarto posto che ci garantisce l’accesso alla Champions League. Al 28 del primo tempo Mertens porta in vantaggio il Napoli ma è al 50 che succede un episodio che il vostro papà porterà sempre nel cuore: Ruiz calcia un pallonetto destinato in rete e forse alla fine dei nostri sogni. Io sono lontano dalla porta 30 40 50 metri, non ricordo, ma dentro di me scatta la scintilla che mi spinge a crederci e metro dopo metro mi avvicino sempre più a quella sfera che viaggia per valicare la riga di porta. E’ questione di secondi, ma che dico, di centesimi di millesimi di secondo e con una scivolata arpiono il pallone , lo sradico letteralmente dalle zolle ed evito il 2 a 0. I miei compagni vedono in quel gesto un segno rivelatore, prima Zapata e poi Pasalic ribaltano il risultato . Da li in poi sarà una cavalcata trionfale. Siete ancora piccole ma questa bella storia ha una morale: a volte non serve essere il protagonista, cioè colui che segna, per diventare l’eroe della fiaba”.

E dato che sei un papà modello e non ti vuoi risparmiare perché l’amore che provi per loro è immenso, raccontagli anche quell’altra favola datata maggio 2018:

“Affrontiamo il Milan ed è uno scontro che vale la qualificazione diretta all’Europa League. Stiamo perdendo in casa 1 0 siamo al minuto 92 e solo un miracolo ci può salvare. Qui interviene Santa Lucia a cui i bambini bergamaschi sono molto attaccati; dentro di me gli chiedo un miracolo anche se non sono più bambino …. il 13 dicembre è lontano ma tu non puoi negare la gioia a quei bambini che dalla nascita vestono questa maglia…. La magia si compie, Lucia si traveste da Ilicic e pilota un traversone al limite della perfezione verso il secondo palo dove vigila nientepopodimeno che il portiere della nazionale che ha poteri tipo Superman. A questo punto….. avete presente il film con Aldo Giovanni e Giacomo 3 uomini ed una gamba che ci fa tanto divertire?…. faccio come Giovanni che sbuca dalla sabbia e la insacca…. Ecco! anch’io sbuco dal nulla per colpire di testa e regalare ai miei meravigliosi tifosi la rete del pareggio. Vorrei volare, vorrei abbracciarvi tutte, vorrei baciare ogni singolo tifoso, vorrei che questo momento si cristallizzasse per sempre. Sono momenti irripetibili che solo pochi fortunati possono provare e solo chi ama il calcio può capire”.

Presumo di farlo a nome di migliaia di tifosi atalantini e ringrazio Andrea. Come saprai non esiste in Italia un connubio tra squadra di calcio e la propria città come a Bergamo. Per noi la squadra viene prima di tutto, non conta il tuo nome ma come ci rappresenti. Noi amiamo il sacrificio, il sudore, l’essere parti di un gruppo che identifichi il nostro modo di vivere e di vedere le cose. Quando siamo scesi in serie C riempivamo comunque lo stadio ed in trasferta giocavamo in casa. Andiamo dove la DEA ci conduce, siamo cittadini del mondo, ci puoi trovare in Islanda o in Sud Africa. Si dice che non esiste un posto al mondo in cui non puoi incontrare un bergamasco.
Questi siamo noi , tu ci hai onorevolmente rappresentato e portato nel cuore per tanti anni. Non ti dimenticheremo questa sarà sempre casa tua.
Grazie Andrea, un abbraccio sincero e infinito.

Andrea Masiello ha disputato 157 partite in serie A con l’Atalanta segnando 8 goal , 12 partite in coppa Italia, 14 in Europa League (con 2 goal il primo dei quali nel memorabile 3 0 contro l’Everton), e 4 in Champions League.

Queste le partite di serie A che hanno visto Andrea andare in rete:
17/12/2011 Fiorentina-Atalanta 2-2 tiro al volo
11/9/2016 Atalanta-Torino 2-1 goal di sinistro
23/10/2016 Atalanta-Inter 2-1 goal di testa
27/11/2016 Bologna Atalanta 0-2 goal di destro
12/12/2017 Genoa-Atalanta 1-2 goal vittoria di testa
27/1/2018 Sassuolo-Atalanta 0-3 di testa
31/3/2018 Atalanta-Udinese 2-0 di destro
13/5/2018 Atalanta-Milan 1-1 di testa