Quello contro la Roma sarà soltanto l’ antipasto di una quattro giorni di fuoco. La portata principale è prevista per mercoledì sera, quando al Comunale sbarcherà la Juventus in vista del match che mette in palio l’ accesso alle semifinali di Coppa Italia. L’ Atalanta, insieme al Genoa, è l’unica squadra che finora è stata in grado di rallentare la marcia inarrestabile dei bianconeri verso l’ ottavo tricolore consecutivo. In gara unica, però, distanze e valori in campo si azzerano e mai come quest’anno si preannuncia una gara da “tripla”. Dopo il primo dentro fuori dell’anno, coinciso con la campagna vincente di Cagliari (0-2 firmato Zapata e Pasalic, ndr), sul percorso della Dea si frappone l’ ostacolo più difficile da sormontare. I bianconeri sono i dominatori della coppa nazionale da quattro anni consecutivi e nella loro storia hanno sollevato il trofeo per ben tredici volte, staccando nell’albo d’oro la Roma ferma a quota nove successi. Contro la Vecchia Signora sarà l’incrocio numero sedici in Coppa Italia e il bilancio, al momento, parla di sei affermazioni juventine, altrettante X e di tre acuti in favore dell’ Atalanta, l’ ultimo dei quali risalente al 19 novembre 2004, quando i nerazzurri piegarono Buffon e compagni e si imposero 2-0 all’ Atleti Azzurri d’ Italia trascinati dalla doppietta di Andrea Lazzari. Da quel momento solo sorrisi bianconeri: nel 2017 l’ ultimo precedente in gara secca, ma quella volta si trattava di un ottavo di finale che la Juve fece suo davanti al pubblico dello Stadium: il doppio colpo Dybala-Mandzukic spianò la strada alla Juve, ma decisivo fu il rigore di Pjanic a sigillare il 3-2 finale, dopo gli acuti orobici firmati da Konko e Latte Lath. L’ occasione per il riscatto si ripresenta, succulenta, soltanto un anno più tardi: doppia semifinale con vista sulla finalissima di Roma. E’ una Bergamo immersa nella nebbia ad ospitare la gara di andata, squarciata dopo soli tre minuti dal lampo di Gonzalo Higuain. Quello dell’ argentino sarà il gol partita, perché sul fronte bergamasco è l’ altro albiceleste a tradire: rigore del Papu, para Buffon. A distanza di un mese, precisamente il 28 febbraio, l’ Atalanta si presenta allo Stadium con un solo grande imperativo a disposizione: vincere. La banda Gasperini interpreta lo spartito alla perfezione. La Dea non si snatura sul campo dei campioni d’ Italia e mette sul prato dello Stadium tutti i principi e i capisaldi del calcio gasperiniano. Gomez, ancora lui, ha sul mancino il pallone che può riscrivere la storia ma il suo pallonetto ai danni di un Buffon nella terra di nessuno si stampa incredibilmente contro il palo, sul quale si sgretolano definitivamente le residue chance di qualificazione. Azzerate pochi minuti più tardi dal contatto molto dubbio in area tra Mancini e Matuidi: per Fabbri è calcio di rigore e dagli undici metri é ancora una volta Miralem Pjanic a calare la scure sulle ambizioni di coppa dei nerazzurri. Mercoledì un nuovo capitolo di una sfida infinita. Una notte magica per realizzare un sogno che manca dal lontano 1963.
Michael Di Chiaro