Dice David Trueba che si diventa vecchi quando nel calcio non c’è più nessuno della tua leva. Io, per fortuna, ho ancora Zanichelli, quarantenne come me, professione fenomeno del pallone bergamasco, decisivo sempre e comunque, anche in questa ultima domenica di football, Pagazzanese-Gorle, partita tirata tra due ottime formazioni, conclusione chirurgica di Samu-gol al 32′ della ripresa, golasso e biancorossi in festa.

Chi conosce Samuele, sa che non parlo a vanvera, Zanichelli da vent’anni significa spettacolo in campo, sorrisi e allegria fuori, risultati centrati, armonia nello spogliatoio. Come Roberto Baggio, i piedi sono quelli, come Roberto Baggio, a tirare il gruppo con la serenità che hanno solo i campioni. Trentasei reti nella scorsa stagione, undici con la maglia del Pontoglio, venticinque con quella dello Sporting Brembatese, trentotto quando quasi dieci anni fa chi scrive l’aveva premiato come calciatore bergamasco dell’anno.

Correva la stagione 2010-2011, Samu era alla Fara, in Prima, sul campo pareva volare, destro-sinistro, dribbling, scambio veloce col centravanti, altro dribbling, scavetto al portiere in uscita, gol,  con una leggerezza che manco Nureyev. Merito del ballo, mi dicevano i tantissimi appassionati delle giocate del nostro campione, e il fantastico numero dieci cresciuto nell’Atalanta mi aveva rivelato la seconda passione del suo sportivissimo cuore: “Sì, è un’altra disciplina che amo da sempre, mi rilassa e mi diverte”. Poi l’amore per Erica, la nascita di Riccardino, che ora ha sei anni, gioca a Pozzuolo e ha gli stessi piedi sopraffini del padre, quindi l’incontro due anni fa con mister Federico Perelli, alfieri di un Palosco da favola. Tra i due un’amicizia vera, come ne esistono poche nel pallone, qualcosa che si riflette sul rettangolo di gioco, del resto Fede è un allenatore che ama il calcio quando è pura goduria per gli occhi e per l’anima, chi meglio di Samu là davanti a interpretare uno spartito del genere?

Arriva quest’estate, Perelli va a Pagazzano, Zanichelli con lui, dieci sulle spalle, magie dalla trequarti alla porta avversaria, ora come allora, quando avevo conosciuto Samu, che era il celebratissimo eroe del salto in Promozione della Fara, trentotto reti messe a segno in venticinque presenze, l’intera Bergamasca ai suoi fantastici piedi. L’avevo premiato al campo di Stezzano dopo una partita con tutte le stelle dell’annata, Zanichelli era stato il migliore dei migliori con una serie di giocate da stropicciarsi gli occhi, servendo in mille modi uno scatenato Marchesi, sì, proprio lui, il bomberone dell’Aurora Seriate.

Di Samu mi avevano colpito una manciata di cose, l’immensa umiltà,  l’allegria contagiosa, l’amore totale per il gioco più bello del mondo, il dilettantismo vissuto come se fosse professionismo, la tranquillità appena tolte le scarpette. Parlare con lui era stato bellissimo, e mi dispiace di non averlo fatto più. Complimenti, quindi, alla Pagazzanese, perché Samu-gol non è solo il fantasista capace di risolverla in ogni momento, ma è soprattutto un grande uomo.

Matteo Bonfanti       

IN ALTO SAMU E RICHI DOPO IL GOL AL GORLE – FOTO CARPANONI