Atalanta – Juventus 1-1 (1-0)
ATALANTA (3-5-2): Bertini 6; Guerini 7 (36′ st Tavanti sv), Ghezzi 6,5, Regonesi 6,5; Palestra 6,5, Mendicino 6,5 (15′ st Chiwisa 5,5), Riccio 7, Muhameti 6 (36′ st Vavassori 6), Colombo 6; De Nipoti (cap.) 6,5 (44′ st Roaldsoy 7), Vlahović 5,5 (36′ st Stabile sv). A disp.: Maglieri, Pardel, Bernasconi, Bevilacqua, Falleni, Cellerino. All.: Marco Fioretto 6,5.
JUVENTUS (4-3-3): Daffara 6,5; Valdesi 6, Dellavalle 6,5, Citi (cap.) 6, Rouhi 5,5 (40′ st Moruzzi sv); Nonge 6, Ripani 6 (23′ st Anghele 6,5), Hasa 6,5; Maressa 5,5 (16′ st Mbangula 6), N. Turco 5 (15′ st Mancini 6,5), Yildiz 7. A disp.: Vinarcik, Nobile, Ngana, Bassino. All.: Paolo Montero 6.
Arbitro: Vogliacco di Bari 6 (Franco di Padova, Tesi di Lucca).
RETI: 40′ pt aut. Valdesi (A), 29′ st Yildiz (J).
Note: pomeriggio sereno e non rigido, spettatori 300. Ammoniti Mendicino, Guerini, Daffara (c.n.r.), Hasa e Ghezzi. Tiri totali 12-12, nello specchio 3-3, parati 3-2, respinti/deviati 3-4, legni 1-0. Corner 9-6, recupero 1′ e 6′.

Zingonia – A volte per raddrizzare la barca serve che la ciurma nemica si faccia male da sola. Ma la Primavera dell’Atalanta non riesce mai a conservare un vantaggio nemmeno per ipotesi, anche se fare 1-1 con la seconda forza del campionato, la Juventus, a ruota di quello in casa della Roma, in teoria è grasso che cola per chi è al terzultimo posto a quota 21 a fortissimo rischio di playout. Pronti, via. Valdesi, per anticipare De Nipoti, infila la porta della Juventus da centrattacco provetto nel gioco delle torri con la spizzata di Guerini sull’angolo da sinistra di Riccio, ma a far tornare tutti coi piedi per terra la magia all’incrocio alto di mancino di Yildiz, scambiando col presunto nuovo fenomeno Tommaso Mancini, leggi l’ennesima vittoria sfumata di un periodaccio. A Zingonia non vince dall’11 novembre (Sassuolo) e in assoluto dal 22 gennaio a Bologna (Bevilacqua, stavolta nemmeno scaldatosi): il mese prossimo si apre con la matinée di sabato 4 marzo (ore 11) al “Mugnaini” di Bogliasco dalla Sampdoria.
Partenza sprint, comunque, anche stavolta spegnendosi nel corso del secondo tempo. Muhameti ci va subito vicino sfiorarla due volte in altrettanti secondi, a rimorchio di Vlahovic, sbattendo contro il futuro autore dell’autogol-rompighiaccio prima di indirizzare debolmente il tap-in in gioco aereo. Non conosce miglior sorte, due giri di lancetta più tardi, il sinistro di Palestra (5′) su scarico del capitano friulano. Al 9′ Maressa calcia sul fondo, un settebello dopo inizia la serie degli ascensori, quando Regonesi in solitario spedisce incredibilmente fuori la palla d’oro di Riccio su schema da fermo. Situazione che si ripete un ottovolante cronometrico più tardi, quando la prima
traiettoria dalla bandierina dello specialista classe 2006 dalla destra incrocia la svettata ancora del figlio d’arte corretta dal terzino
destro ospite sull’incrocio.
C’è anche lo sciupio costante dell’innesto di gennaio a zavorrare la Baby Dea. Al 18′ il buon Vanja non approfitta dell svarione di Rouhi facendosi strappare la palla dai piedi da Daffara, fotocopiandosi a metà campo invertite. Al 7′, bis sfiorato insieme al montante calciando di potenza a incrociare sul la del compagno di reparto; al 18′ correggendo in mischia a lato dopo la parata di Daffara su De Nipoti, imbeccato dal filtrante dell’ottimo Guerini. Quanto al primo tempo, al 34′, l’uscita del portiere bianconero con sospetto ponte della mezzala albanese sfocia nella presa in tuffo palesemente oltre il lato corto di destra dell’area, solo che l’arbitro non se ne accorge, mentre la collisione in corsa tra la punta serba e Dellavalle viene invece giudicata col nulla di fatto a nove sinfonie dall’intervallo. Nella ripresa Nonge telefona basso dai venti metri (6′) e il secondo tiro atalantino nello specchio è una svettata innocua a campanile a innesco di Riccio, sempre da calcio franco, al 12′. Un poker d’orologio e Hasa tira fiacco a conclusione del triangolo col futuro autore del pari, successivamente murato a una decina dal novantesimo sugli sviluppi dell’ultimo corner. Al 43′ il recupero alto di De Nipoti dopo le reiterate trattenute della mezzala ospite cozza contro Dellavalle, ma al netto della sponda nel nulla di Vavassori dal fondo sul traversone dell’esterno milanese a destra va eretto un monumento a Roaldsoy, l’ultimo cambio, che la leve in tackle pulitissimo dalla scarpa del nueve di riserva dei bianconeri in asse con Anghele.

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