Atalanta – Hellas Verona 3-2 (0-1)
Atalanta (4-3-3): Mazzini 6; Mora 6 (1′ st Ranieri 6,5), Kecskés 6, Gatti 6,5, Barba 6,5; Pugliese 6, Cavagna (cap.) 6,5, Olausson 6 (14′ st Tulissi 7); Napol 7, Parigi 6 (31′ st Tentoni 6,5), Lunetta 8. A disp.: Favretto, Kalermo, Dossena, Di Giovanni, Marchini, La Vigna. All.: Valter Bonacina 6,5.
Hellas (4-4-2): Ferrari 6,5; Perini 6, Boateng 6 (43′ st Miron sv), Boni (cap.) 6,5, Tentardini 6; Bearzotti 6 (24′ st Miketic 7), Salifu 7, Checchin 6, Speri 6 (1′ st Sall 6); Cappelluzzo 7, Fares 6,5. A disp.: Nervo, Moretto, Piccinini, Ocelka, Oliboni, Dagnoni, Kazviropoulos. All.: Massimo Pavanel 6,5.
Arbitro: Zanonato di Vicenza 7 (Michieli e Nocenti di Padova).
Reti: 27′ pt Cappelluzzo (H), 21′ st Lunetta (A), 26′ st Boni (H), 31′ st Napol (A), 46′ st Lunetta (A).
Note: pomeriggio soleggiato, spettatori 350. Ammoniti Olausson, Speri, Pugliese, Boateng, Cavagna e Sall. Corner 4-3; recupero 1′ e 3′.

ZINGONIA – Nicolas Napol, il belga parigino di pelle scura svincolato dal Lorient e accalappiato da un contratto fino al 2018. Il mai abbastanza reclamizzato Gabriel Lunetta, che memore dei gol già rifilati a Inter, Lanciano, Perugia e Cittadella ingrana la sesta, appaiando Parigi come cannoniere di squadra e completando allo scadere la remuntada dal doppio svantaggio contro un Hellas tignoso e feroce. Solo così, attizzando due delle sue bocche da fuoco più arroventate sul caminetto di un gioco finalmente spettacolare anche se qua e là velato da fuliggine, la Primavera dell’Atalanta poteva risorgere dalla mediocrità d’uno scorcio autunnale di campionato immalinconito dal ko (il terzo) nella tana del Brescia prima della pausa per le nazionali.
I fuochi d’artificio là davanti sono bastati a raddrizzare un po’ il tiro a un girone B giunto alla decima (al lordo del recupero con il Milan del 23 dicembre) e che dice 12 punti (3 vinte e 3 pareggiate) per una metà classifica ancora a nasino all’insù: l’Inter capolista, fermata (primizia assoluta) dal Brescia a Interello (2-2), veleggia a 28. S’era messa malaccio, comunque, perché a fronte del miracolo di Ferrari (8′) sul mattatore di giornata abile a inserirsi tra le crepe della difesa gialloblù e della barba al palo del suo complice (20′), Cappelluzzo era stato lesto ad infilare il radente mancino dal limite. Nella ripresa, grazie anche al cambio di passo imposto dal razzente Tulissi, il primo pari a firma dell’ala sinistra appoggiando in rete la torre di Barba su azione dalla bandierina (21′), sospiratissimo quanto destinato a scatenare la bagarre. Con i Butèi mai domi, la pirotecnia applicata alla sfera di cuoio può iniziare le danze. Al 25′ Mazzini si rifugia in corner sullo stacco di Fares imbeccato da Miketic, ma non può nulla sul successivo tap in di Boni, lesto a riportare avanti i suoi a porta sguarnita grazie alla sponda di testa del metronomo Salifu sul cucchiaio dal fondo di Fares. Poco, per scoraggiare la baby Dea, rigenerata dalle due settimane di sosta e tenace al punto di riagguantare lo score in cinque minuti, con l’apertura di Tulissi arpionata da Lunetta e l’imbeccata al compagno di linea forestiero (che aveva segnato solo al Lanciano alla terza) all’altezza del secondo palo. E all’ultima chance, ecco il favore ricambiato: il filtrante in lob per scavalcare il muretto di Perini e Boni è al bacio per l’allungo di punta del numero 11 ad anticipare Ferrari. Il prossimo turno (in attesa di far alzare dalla panca il difensore finnico Akseli Kalermo e di aggregare l’esterno offensivo sloveno Luka Susnjara, a problemi di tesseramento ormai risolti) si sale a Udine; mercoledì 3 dicembre la sfida casalinga di Coppa Italia con il Milan valida per gli ottavi (chi vince incontrerà Chievo o Udinese), salvo rinvio che potrebbe essere comunicato a breve.
Simone Fornoni