Gelmi 6: niente miracoli né colpe.
Ghislandi 6,5: una pausa da fresco prodigio di Manchester, ma da terzino di ritorno e non da mezzala sfornare gol e assist sarebbe stato difficile (50′ st Sidibe sv).
Okoli 6: chiamala ingenuità, se vuoi, sul rigore. Il fatto è che nemmeno sei o sette prove al setaccio del Var, che difatti non c’era, non avrebbero potuto regalare certezze su un evidente regalicchio (Lovisa anticipato di netto). Qualche sbavatura in finale nei disimpegni.
Guth 6: qualche viola lungo la navata c’è pure passato, un paio di volte fin quasi all’altare.
Brogni 6,5: chiude opportunamente Koffi quasi a metà partita, mentre davanti stantuffa sganciando crossetti e mancando un tap-in.
Gyabuaa 7: il rigore in movimento gli rimane in canna, la combinazione con Traore del radente della vittoria invece no. Buonissimo nelle due fasi: dalla cintola in su difetta talora di concentrazione quando s’inserisce.
Da Riva 6: gioca l’intero secondo tempo con lo spauracchio del giallo speso su Koffi nel primo. In un paio di circostanze il suo allungo di zampa nel vivo della manovra ospite gli avrebbe potuto far guadagnare la doccia anzitempo.
Colley 6,5: da mezzala è più sacrificato nei suoi estri, che si spengono a lungo andare. Però è preciso, millimetrico, efficace, movimentista senza accontentarsi del compitino. Non decisivo, e questo è strano.
Traore 7,5: inventa e delizia, dominando come da prammatica l’offensiva più da rifinitore-assistman che da ideatore di trame. Forte è forte: domenica da ciliegina sulla torta nel settebello dei grandi all’Udinese, lunedì da trionfatore con una coppa in mano.
Piccoli 7: si apposta sornione in attesa dell’attimo fuggente, convertendo una chance su tre. Ma non è il prototipo del bomber egoista: non ha vezzi da primattore, indietreggia a prendersi palla e contribuisce a far respirare il gioco. Il gol di testa è un capolavoro (45′ st Bergonzi sv).
Cambiaghi 6,5: capitano coraggioso che finisce la partita con la lingua in gola dalle rincorse e dai cambi di fronte, anche palla al piede. Bravo più in cucitura che a proporre in prima persona.

All. Brambilla 7: encomiabile nella gestione e nella strategia, perché di posizioni fisse non se ne parla, anche Colley che è la vedette frulla che è un piacere. Magari un cambio per Da Riva sul vantaggio definitivo ci stava. Ma alla fine ha ragione lui.