Atalanta – Lecce 2-2 (1-1)
ATALANTA (3-4-1-2): Dajcar 6,5; Guerini 6 (14′ st Del Lungo 5,5), Berto 5, Ceresoli 6; G. Renault 7 (40′ st Fisic sv), Panada (cap.) 6,5 (24′ st Zuccon 5,5), Chiwisa 5,5, Bernasconi 6; Sidibe 6,5; De Nipoti 6,5 (24′ st Lozza 6), Omar Shakur 6. A disp.: 13 Bertini, 24 Sassi (p), 11 Mediero, 15 Hecko, 28 Regonesi, 32 Giovane. All.: Massimo Brambilla 6.
LECCE (4-4-2): Samooja 5,5; Lemmens 6, Torok 6, Hasic 6, Nizet 6; Salomaa 8 (23′ st Scialanga 6), Vulturar 6,5, Gonzalez 6, Milli 6,5 (40′ st Daka sv); Burnete 6 (23′ st Oltremarini 5,5), Back 6,5. A disp.: 22 Bufano, 2 Russo, 4 Marti, 13 Pascalau, 15 Luperto, 16 Carrozzo, 29 Coqu. All.: Vito Grieco 6,5.
Arbitro: Mucera di Palermo 6 (Massimino di Cuneo, Ceolin di Treviso).
RETI: 13′ pt Omar Shakur (A), 43′ pt Salomaa (L), 11′ st Sidibe (A), 21′ st Salomaa (L).
Note: mattinata serena, terreno in buone condizioni. Ammoniti Guerini, Zuccon e Vulturar per gioco scorretto. Tiri totali 12-11, nello specchio 6-4, respinti/deviati 1-5, parati 4-2, legni 1-0. Corner 5-2, recupero 0′ e 4′.

Zingonia – Mercoledì si fa visita ai Red Devils per la terza giornata della Youth League, ma è l’attualità dentro i confini a suscitare gli interrogativi del caso. Quota dieci in classifica? Un miraggio, al cospetto di un avversario più ostico del previsto. Perché due punti fermi per volta non sono sufficienti. Abdishakur Bashir Omar, un nome da epopea di scuola scandinava per fendere la banchisa dello score. Alassane Sidibe, il fuoriquota che pendola tra due reparti, cuce e la rimette sui binari prima del deragliamento sul secondo pari. La Primavera dell’Atalanta trova pane duro contro il coriaceo Lecce alla ripresa del campionato dopo la sosta per le Nazionali. La sesta e la settima giornata saranno quelle della verità, per una Baby Dea precedentemente vittoriosa soltanto con la Juve alla seconda e col Milan alle soglie della pausa: domenica prossima altro mattutino (10.45 e non 11 come stavolta) in casa del Napoli, il venerdì successivo sale a Zingonia la Roma.
Si comincia benino, ma un po’ a rilento, anche per l’occupazione serrata di ogni zolla da parte dei salentini, dediti ad anticipi e ripartenze come se piovesse sotto il sole tiepido del Centro Sportivo Bortolotti. All’ottavo De Nipoti viene affrontato un po’ con le brusche da Hasic sul la di Renault, ma il direttore di gara sorvola beatamente come per la maggior parte dei contrasti, preludio al rompighiaccio entro la cinquina cronometrica, alla seconda azione di numero di marca nerazzurra che porta al tap-in mancino alzandola da terra dello svedese di sangue etiope. Merito da condividere con Panada, autore del lungolinea per la spalla d’attacco veneta, che seppur stoppato riesce a servirla nitida al partner di linea. Un confronto combattuto. Se al quarto d’ora Burnete accende il focherello partendo dal vertice destro sbattendo sul doppio muro di casa prima di sganciarla alta di seconda, è il play bresciano a riaffacciarsi di là per la telefonata dai venti metri (21′). Di là il pericolo da allarme rosso, ben giustificato come si vedrà, di Salomaa è una svettata che rimbalza in angolo (25′) davanti al secondo palo sulla prima palla inattiva concessa al crossatore Vulturar, anche perché i conati da fuori tipo quello del convergente Milli (28′) sbattono addosso al perno Berto.
C’è comunque da erigere un monumento a Dajcar, alla prima conclusione nello specchio, di nuovo un ascensore dell’esterno alto finnico, gran taglio chiamato da Nizet ancora sul legno opposto tanto da richiedere un balzo prodigioso del baluardo sloveno per togliere la ragnatela dall’angolino. A pelo d’erba si va di falcetto e allora meglio giocare in aria. Un bis temporale ed è la combinazione tra ali a provocare la schiacciata dritta per dritta, mentre di qua Guerini, saltato insieme all’assistman dell’1-0, risponde facendosi negare il raddoppio, sollecitato dal piazzato da destra del francese di Desio, da un quid di guantone e soprattutto dalla faccia bassa del montante. La dura legge del gol si applica a due dall’intervallo sul primo rilancio, col difensore in mezzo a lasciar passare il fin lì inesistente Back per il rimorchio mancino del migliore tra i giallorossi. A nulla serve la bordata centrale di Bernasconi, a ruota, sugli sviluppi del primo corner atalantino. La ripresa inizia coi brividi, perché i nostri si fanno prendere d’infilata anche sui tiri dalla bandierina a favore: sempre Salomaa a ispirare, stavolta il suo centravanti prende il fondo a Chiwisa da mancina incappando però nel corpo disteso del portiere bergamasco che gli nega il sorpasso. De Nipoti ci prova (6′) cercando lo spettacolo, ma è l’uscita a vuoto di Samooja a favorire lo stacco del sorpasso number two dell’ivoriano per l’insaccata grazie all’ammollo millimetrico del pendolino a destra. Tenta di chiuderla dalla lunga il prestito della Cremonese scollinato il quarto d’ora, senza che l’attrezzo si abbassi a dovere, invece la riacciuffa il solito noto punendo la ribattuta corta della retroguardia sul compagno-ariete deviandola dall’area piccola con la fetta preferita. 2-2 preso da rimessa laterale, non il massimo. Verso il gong, l’imprecisione frega la mezzala sinistra ex Sammaurese (35′), incapace di centrare il bersaglio nei pressi del limite sull’onda lunga del calcio franco di Renault dall’out sinistro, Samooja si riscatta alzando in punta di falangi (37′) l’incornata di Ceresoli nel gioco da quinto a quinto e l’apripista sullo scambio con l’altro marcatore interno del sabato mira al lampione col piede sbagliato (47′).
Simone Fornoni