Mario Vitali, autentica leggenda vivente del nostro calcio dilettantistico, lascia il Bergamo Longuelo. E’ ufficiale l’addio consumato tra la società presieduta da Fabio Locatelli e l’esperto centravanti, che invero sarebbe intenzionato a proseguire la propria carriera. Nell’attesa di definire il futuro di “Super Mario”, sempre pronto a fare un po’ più grande qualsiasi piazza disposta a contemplare la sua vena realizzativa e il suo innato carisma, è tempo di saluti, carichi di stima e riconoscenza. Sancita la separazione, prende la parola Marco Albergoni, tecnico del Bergamo Longuelo: “Ci sono dei momenti ben precisi che aiutano a scandire precisamente il racconto della permanenza di Mario a Longuelo. Ricordo il suo primo giorno, in sede da noi, con quell’andatura un po’ naif che lo ha sempre accompagnato. Durante il primo anno ci fu un grave infortunio, occorso a Brembate, che condizionò il suo rendimento e la sua voglia di incidere. Eppure già una settimana dopo l’uscita al terzo turno dei playoff, quando giunse il momento di gettare le basi per la stagione successiva, si presentò per discutere la prosecuzione del rapporto e in quei frangenti venne fuori tutta la grinta, la voglia di riscatto, la voglia di risultare parte determinate; tratti che il tempo ha contribuito a far emergere. Mario voleva rifarsi e con il secondo anno ci sbalordì tutti. Vuoi perché arrivò, fin dalle settimane della preparazione, pronto e carico e vuoi perché a suon di gol ci trascinò verso la vittoria del campionato. La ciliegina non poteva che portarla lui, con quel gol, tanto bello quanto pesante, in occasione del match del giovedì pasquale con l’Oratorio Stezzano. A quel punto intrapresi, in accordo con la società, la mia personale scommessa, ossia rendere protagonista un ormai quarantenne, anche sulla scena della Promozione. E’ stato un anno sfortunato, per quanto concerne gli infortuni, ma anche oggi difendo quella scelta, perché di attaccanti forti come Mario Vitali non ne ho ancora visti. Due mesi alla grandissima, tra novembre e dicembre, Mario in quei frangenti ha fatto la differenza”.

Ma il saluto non si esaurisce alle gesta compiute sul terreno di gioco, perché il rapporto evidentemente va oltre: “Il Mario che più mi piace ricordare è il Mario all’interno dello spogliatoio, quello dal sorriso facile e spontaneo, sia che si perdesse che si vincesse, sia che il momento fosse ottimo sia che fossimo in una fase più problematica. Il calcio, per Mario Vitali, è serenità e divertimento e devo dire che questa solarità è l’aspetto che più mi ha sorpreso. Quando l’infortunio patito aveva fatto intuire che sarebbe stato impossibile ritagliare un ruolo di primo piano, lui si è prodigato per recuperare, anche solo per una partita, e in allenamento non si è mai tirato indietro, sia che si trattasse della corsa in gruppo sia della parte differenziata. E poi c’è il Mario che, da infortunato, si prendeva sottobraccio il suo giovane sostituto e, dopo il discorso pre-gara, distribuiva consigli e incoraggiamenti: forse è questa la migliore immagine che posso avere di Mario Vitali. Ne aveva per tutti, in primis per me, e anche quando le cose non andavano così bene, tra febbraio e marzo, con quell’aria un po’ scanzonata, con quel suo essere un po’ a metà tra il serio e il faceto, ti infondeva carica e tranquillità. Anche quando le circostanze ti tenevano alla larga dalla tranquillità. Allenare uno come Mario, che ha tanto carattere e personalità, può essere un problema. Ma quando hai a che fare con uno come Mario, cresci anche tu, come allenatore, e cerchi di imparare tanto da uno come lui. Impari a gestire certe personalità, certi caratteri, le qualità di certi giocatori che hai in mano e, se riponi la giusta attenzione, attingi parecchio da giocatori del genere.  Lo ringrazio e lo ringrazierò sempre, perché mi ha insegnato tantissimo, nella gestione di certi momenti dell’anno, della partita, del campionato e per quanto concerne lo spirito che bisogna avere, affrontando il calcio ai nostri livelli. Siamo a parlare di Mario Vitali, non uno qualunque, eppure l’ho visto sempre umile, scherzoso, pronto a tirare o mollare il carro, a seconda delle necessità. Insomma, sa fare del calcio una passione da godere nel giusto modo, con il giusto sorriso, il giusto divertimento e la giusta abnegazione. Infine, c’è un Mario tutto mio personale, che suona abbastanza emblematico, nel racconto del personaggio che è. E’ il Mario incrociato in quel di Bellaria, durante le vacanze estive. In quella settimana romagnola, non c’è stato giorno in cui non si alzasse alle sette, per andare a correre, di buona lena, per approcciare a dovere la stagione successiva. Abbiamo condiviso i nostri bei chilometri di corsa e già da lì traspariva la sua voglia di essere, ancora una volta, protagonista sul terreno di gioco. Credo che questo aneddoto racconti fedelmente chi sia stato, e chi sia tuttora, questo ragazzone di quarant’anni. Grazie Mario e lunga vita al bomber! Per tutto questo, ma non solo, lui sa che le porte di società e staff tecnico sono aperte, laddove, un giorno, propendesse per la chiusura della carriera. Mario Vitali ha fatto un gran bel pezzo di storia del Bergamo Longuelo”.

Insomma, qualcosa bolle in pentola, circa il futuro sportivo di “Super Mario”. Tutto lascia pensare che il saluto appena formulato con il Bergamo Longuelo sia soltanto un arrivederci, ma a portare ulteriore chiarezza ci pensano le parole del presidente Fabio Locatelli: “In questi casi, il dispiacere di andare via, e di veder andare via qualcuno, è sempre tanto, ma Mario ha capito perfettamente il pensiero e la filosofia della società, dando un sostanziale assenso alla proposta formulatagli. Giocherà un altro anno ancora, ovunque lui voglia, a quel punto potrà tornare a Longuelo, in qualità di dirigente, con una veste ad hoc che col tempo cuciremo per lui. Ho avuto la fortuna di condividere tre anni con Mario, ottimo giocatore ma soprattutto grande uomo. E’ nato un bel rapporto e quando annoveri giocatori come lui, o come Cesari, pronti a mettersi a disposizione, il legame va ben oltre il calcio giocato. Quando puoi contare su rapporti del genere, vuol dire che puoi contare su un ambiente sano. E questo è un aspetto molto positivo, tutt’altro che scontato. Mi piace ricordare il saluto dei bambini all’arrivo al campo di Mario: “Ciao bomber!”. All’interno della nostra realtà, è sempre stato visto come grande giocatore e grande uomo e, come tale, potrà contare sempre sul nostro appoggio e sulle nostre aperture. La proposta è stata recepita nel modo giusto, la società Bergamo Longuelo non cambierà idea da qui a un anno e, dunque, ci aspettiamo che questo sia soltanto un arrivederci, non un addio”.

Nik