Dove giocherà l’argentino dopo lo strappo con Gasperini?

Un colpo al cuore, un dispiacere che non supereremo facilmente, una situazione che ci segnerà a lungo. Il sempre più probabile addio del Papu Gómez, che in questi giorni saluterà l’Atalanta, è questo e tanto altro ancora. Rassegnarci all’idea di perdere un professionista esemplare, un capitano silenzioso a parole ma rumoroso in campo, un indomito condottiero di tante battaglie di Champions League, un fantasista imprendibile e un ispiratore delle manovre nerazzurre più pericolose per noi è impensabile. Eppure il calcio non è solo gioia ma anche dolore e noi atalantini, dopo le impensabili gioie degli ultimi anni, forse non sappiamo più cosa sia il dolore, in questo caso il dolore di perdere il nostro giocatore simbolo ormai fuori dal progetto atalantino. Onestamente non abbiamo voglia di scervellarci nel cercare di capire come mai il rapporto tra Gian Piero Gasperini e Alejandro Gómez non possa essere in alcun modo recuperato, piuttosto avremmo voglia di avere con noi il nostro numero 10 fino a fine stagione e poi sarà quello che il Papu vorrà. E invece no perché il calciomercato di gennaio avrà come protagonista proprio Alejandro Gómez.

Alla corte di Antonio Conte

 Lo strappo tra Gian Piero Gasperini e Alejandro Gómez è talmente forte che difficilmente potrà essere ricucito. Noi tifosi della Dea speriamo ancora oggi in un miracolo, o per meglio dire in un intervento provvidenziale della dirigenza che, agendo da mediatrice, possa riavvicinare le due parti in rotta di collisione, ma sarà molto improbabile.

Obbligati come siamo a guardare in faccia la realtà, anche se non vorremmo, nelle ultime ore ci tocca prendere per buona, anzi, per buonissima, la notizia per cui l’argentino potrebbe vestire sì di nerazzurro, ma il nerazzurro interista. L’Inter, stando al Corsera, avrebbe trovato un accordo con l’ex fuoriclasse atalantino per un contratto di due anni e mezzo (fino al 2023) a 2,5 milioni di euro a stagione. La Dea, prima di lasciarlo andare, vorrebbe giustamente monetizzarne la cessione e chiede almeno 10 milioni di euro. Probabile che per 8 la trattativa si chiuda. Se sarà così, con l’addio di Gómez l’Atalanta perderà quell’imprevedibilità e quella fantasia che fanno parte del bagaglio tecnico di questo formidabile ex attaccante divenuto con il tempo un falso nueve di successo. Il nostro capitano, che il pubblico che segue il calcio identifica con l’appellativo di Papu, appellativo che gli diede sua madre quando era bambino, non come nel caso di Messi il cui soprannome si deve ai media spagnoli, già lo sappiamo, farà la fortuna dell’Inter. Non lo diciamo per gufare, ma quando si ha a disposizione un giocatore che sa fare praticamente tutto, il futuro lo si può anche prevedere. Che rabbia quando vedremo il nostro capitano superare le difese avversarie con i suoi guizzi e le sue giocate! Però, un momento, ci sta venendo un dubbio: visto che Antonio Conte non ama molto i giocatori ibridi, soprattutto i trequartisti, vuoi vedere che il Papu farà la fine di Eriksen? No dai, non scherziamo. Eppure…

Un nuovo Eriksen in casa Inter?

La posizione è la stessa, la zona di campo occupata è la stessa e l’attitudine difensiva è la stessa. Dunque il Papu Gómez per caratteristiche tecniche è simile a Eriksen? Più sì che no, considerando che l’argentino come il danese gioca dietro alle punte, dà il meglio di sé spaziando sulla trequarti e non è un fenomeno nel rientrare a difendere. Ovviamente ci sono anche delle differenze perché il nostro ex capitano è un maggior accentratore di palloni, è più votato al dribbling piuttosto che allo scarico immediato e ama stazionare spesso largo a sinistra. Al di là di queste seppur importanti differenze, la sostanza non cambia perché Conte di giocatori dalla difficile collazione in campo non sa cosa farsene. Diciamoci la verità: l’allenatore dell’Inter ama sì la versatilità ma che sia funzionale al suo 3-5-2. Ce lo vedete voi il Papu nel rigidissimo 3-5-2 contiano? Noi onestamente no, e il rischio è che l’argentino alla lunga possa fare la fine del danese: inserito qualche partita da titolare è divenuto via via un corpo estraneo rispetto all’11 titolare nerazzurro, tutta forza e pochissima fantasia. Il rischio c’è, a meno che il Papu, ormai non più un giovincello, non si reinventi in campo. Difficile. Ma allora perché l’Inter vuole il giocatore simbolo dell’Atalanta?

Misteri da Pazza Inter.