Croazia-Messico 1-3

Croazia (4-2-3-1): Pletikosa 6; Srna 6, Corluka 6, Lovren 6.5, Vrsaljko 5.5 (12’st Kovacic 5.5); Rakitic 6, Pranjic 5.5 (29’st Jelavic sv); Perisic 6.5, Modric 6.5, Olic 6 (24’st Rebic 5); Mandzukic 5. A disposizione: Vukojevic, Subasic, Sammir, Zelenika, Badelj, Schildenfeld, Vida, Eduardo, Brozovic. Ct: Kovac

Messico (4-1-3-2): Ochoa 6; Aguilar 6, Rodriguez 6, Hector Moreno 6, Layun 6; Marquez 8; Herrera 7.5, Vazquez 6.5, Guardado 7 (39’st Fabian sv); dos Santos 5.5 (17’st Hernandez 7), Peralta 6 (34’st Pena sv). A disposizione: Reyes, Pulido, Talavera,  Jimenez, Brizuela, Ponce, Corona,  Aquino, Salcido. Ct: Herrera

Arbitro: Ravshan Irmatov

Assistenti: Abduxamidullo Rasulov, Bakhadyr Kochkarov

Reti: 27’st Marquez (M), 30’st Guardado (M), 37’st Hernandez (M), 42’st Perisic (C)

Note: ammoniti Rakitic (C), Marquez (M), Vazquez (M). Espulso Rebic (C) al 44’st per fallo su Pena.

Migliore in campo: Marquez (M)

Stadio: Arena Pernambuco di Recife

 

Attenzione al Messico, perché tre indizi fanno una prova e pongono la squadra di Herrera subito dietro le grandi, per quanto espresso in questo primo scorcio di Mondiale. La Croazia doveva vincere ed è uscita dal campo con le ossa rotte: è rimasta attaccata alla partita fino ad un quarto d’ora dal termine, poi è crollata sotto i colpi di una squadra perfetta, che sa gestire e colpire al momento giusto.

DIFESA BUNKER – Un solo gol (peraltro ininfluente) preso dal Messico nelle prime tre partite. E se contro il Brasile il grande protagonista era stato Ochoa, contro la squadra di Kovac ammiriamo una retroguardia impenetrabile. Movimenti perfetti dei centrali, terzini elastici, pronti ad attaccare e ripiegare. E un valore aggiunto di grandissimo livello.

MAXISCHERMO – Il protagonista è Rafa Marquez: Herrera lo piazza davanti alla difesa, l’ex Barça chiude e fa ripartire l’azione con grande tempismo. E segna pure. E’ una seconda giovinezza quella dell’ex codino. Lasciati i fasti catalani, la virata sugli States prima di rientrare in patria. Ma la classe è sempre cristallina e in bella evidenza.

SQUADRA TOTALE – Il Messico non  è solo Marquez. Herrera e Guardado sono le gemme di un centrocampo che abbina qualità e quantità. Proprio del centrocampista del Porto è la prima chiara occasione: bordata da fuori area diretta contro l’incrocio. Giovani dos Santos questa volta non brilla, ma in panchina c’è sempre un certo Chicharito Hernandez che scalpita. E proprio il suo ingresso spacca la partita. Peralta, generoso e pasticcione, è comunque una presenza fastidiosa per Corluka e Lovren.

FINALE STRARIPANTE – Il tris messicano arriva nel giro di 10′: Marquez con una capocciata su corner, Guardado con un facile piattone, Hernandez con un colpo di testa facile facile. Di Perisic il gol della bandiera nel finale.

MISTERO CROATO – Kovac non riesce a tenere i suoi sulla corda. La squadra biancorossa sembra la brutta copia di quella ammirata solo qualche giorno fa contro il Camerun. Soprattutto non pagano le scelte rinunciatarie (Pranjic a centrocampo è ancora un mistero irrisolto) e Mandzukic appare troppo solo a lottare contro una difesa di titani.

FUTURO OLANDESE – Ora per il Messico c’è l’Olanda. Un ottavo che si preannuncia equilibrato: da una parte la classe e il genio di Robben e Van Persie, dall’altra una formazione compatta che ha tutto per continuare a fare bene. (MN)

 

GRUPPO A

Brasile 7 punti (diff. reti +5)

Messico 7 punti (diff. reti +3)

Croazia 3 punti (diff. reti 0)

Camerun 0 punti (diff, reti -8)