Ci sono giorni, nella vita di un uomo, che non finiscono mai.
Li ripercorri nella mente, rivivendoli all’infinito.
La nascita dei propri figli, quel bacio che dai per la prima volta alla persona che ami, tua moglie che si avvicina all’altare, tua mamma che ti corre incontro e ti prende in braccio, tuo papà che mano nella mano ti porta all”Atalanta per la prima volta.
Ebbene sì, tra quei giorni indimenticabili, anche se certamente meno importante sulla bilancia della vita, ci sono quei momenti sportivi che sono come tatuati nei tuoi occhi.
Come fu per Atalanta-Malines, o come per la recente Atalanta-Valencia a San Siro, il febbraio scorso.
E le emozioni che provi nel ricordo, arrivano a superare persino quelle che provavi dal vivo, probabilmente perché inebriato dal momento, o semplicemente perché inconsapevole dell’importanza di quel giorno, che solo a posteriori, sarebbe divenuto epico, a tratti inarrivabile.
Quella sera a San Siro, era uno di quei giorni.
Lo scriveranno anche tra 50 anni, e non per la stupida teoria del presunto contagio di massa.
É stato un giorno storico, pieno di emozioni vere, illuminato da tanta luce calda e abbagliante, vissuto ad occhi spalancati, con quegli abbracci regalati a chiunque passasse di lì.
Un giorno che sarebbe divenuto epico solo a posteriori.
Quegli abbracci regalati, sarebbero diventati gli ultimi dati allo stadio, chissà per quanto tempo.
Domani a Bergamo, sarebbe stato uno di quei giorni.
L’Atalanta giocherà -per la prima volta- in Champion’s League a Bergamo, contro l’Ajax.
A casa nostra.
E sarà una serata importante, certamente storica, ma per nulla epica.
Perché senza essere lì, dal vivo, le emozioni resteranno celate sotto quella coperta che c’è appoggiata sul divano.
Un divano morbido, ma terribilmente scomodo.
Rendici comunque fieri di te, magica Atalanta.
In attesa che arrivi -in futuro- un giorno migliore.
Un altro giorno da vivere insieme.
E che resti per sempre.
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