Il calcio paga un conto salatissimo. Il commento amaro di Claudio Cambianica, presidente del Casazza, che pochi giorni fa ha rilasciato una lunga intervista Bergamo&Sport, nella quale il massimo dirigente biancazzurro ha ripercorso gli ultimi mesi funestati dall’emergenza Covid-19 e culminati con la recente sospensione dei campionati dilettantistici: “L’errore è stato commesso a monte: non saremmo dovuti ripartire così presto. La seconda ondata era già stata ampiamente anticipata dagli esperti in materia e infatti la ripresa dei giochi è durata poco più di un mese. Il calcio come veicolo di diffusione del virus? Da presidente del Casazza Calcio rispondo “no” perché all’interno del nostro centro sportivo, come in quelli di molte altre società, sono state prese tutte le contromisure del caso per garantire la pratica dello sport in totale sicurezza. A Casazza abbiamo fatto tutto il necessario: ingressi contingentati, impiego di gel igienizzanti e di strumenti di misurazione della temperatura corporea. Al di fuori dei cancelli, invece, riconosco che il rischio sia più elevato: parliamo comunque di ragazzi che lavorano, altri studiano, e soprattutto dopo ogni allenamento o partita tornano a casa dalle rispettive famiglie. Di conseguenza stoppare gli sport di contatto è stata una scelta discutibile e magari anche contestabile, ma se si è deciso di proseguire in questa direzione è giusto attenersi alle regole”.

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Michael Di Chiaro