CESENA – E’ mancato l’attimo fuggente che nel gioco del calcio è il gol. Riecco lo zero a zero dell’Atalanta contro un vivace Spezia. Per la verità non è mancato solo quello perché la prestazione degli atalantini, per l’occasione in azzurro cenere, è stata mediocre, sottotono e anche con alcune soluzioni poco convincenti, vedasi i cambi. Eppure l’Atalanta ha anche provato a segnare con il ritrovato Gosens, rete annullata per il fuorigioco di Zapata con il suo assist di testa, ha colpito il palo con l’attaccante colombiano e, nel finale, ha sprecato almeno tre palle gol con Pasalic e lo stesso Gosens, esaltando vieppiù Provedel che con quegli interventi salvifici ha regalato un punto prezioso alla sua squadra. Comunque sia lo zero a zero (non succedeva dal  lontano 10 novembre 2019 sempre con una ligure, la Sampdoria) è un risultato giusto, corretto e strameritato dai ragazzi di Vincenzo Italiano che, tra l’altro, avevano cominciato con grande intensità colpendo la traversa con Farias. Facendo capire, in modo chiaro, che la partita non sarebbe stata una passeggiata in riva all’Adriatico per gli atalantini. Certo, quasi subito l’Atalanta ha preso in mano le redini del gioco ma senza brillare, anzi spesso subendo i contrattacchi degli spezzini che non hanno mai avuto intenzione di soccombere davanti ad avversari più forti tecnicamente. Stavolta all’Atalanta è mancata brillantezza e vivacità nell’area di Provedel quando riusciva a penetrare con le consuete azioni portate dall’esterno. Soprattutto sull’asse di sinistra dove Palomino e Gosens, con il sostanzioso sostegno di Pessina, uno dei migliori in campo, offrivano palloni succulenti a Zapata, l’unico in grado di squarciare la difesa bianconera. Non è un caso che sia stato proprio il centravanti dei cafeteros a colpire il palo ed ad offrire, seppur in fuorigioco certificato dal Var, a Gosens il pallone dell’1-0. E gli altri? Buio pesto. Ilicic solo ghirigori inconcludenti e quindi ancora lontano dalle sue gioiose giocate, Papu Gomez stanco e in evidente difficoltà. Ne ha goduto così lo Spezia che ha sempre avuto tempo e capacità di cucire il gioco con un’organizzazione spavalda ed efficace, in grado di creare patemi d’animo alla difesa atalantina, peraltro impeccabile nei suoi tre affiliati, vale a dire gli ottimi Toloi, Romero e, in modo particolare, Palomino. Tutti e tre mai in difficoltà seppure l’offensiva dello Spezia nel secondo tempo era piuttosto continua ma Gollini ha solo avuto problemi di freddo pungente, niente di più. Gasperini aveva dichiarato di voler seppellire il turnover e a Cesena ha presentato una formazione con poche variazioni perché Gollini, Palomino, De Roon e Gosens non sono riserve e di conseguenza solo due le variazioni: Pessina, un esordio di qualità come titolare, per Freuler in panchina e De Paoli esterno destro al posto di Hateboer, rimasto a Zingonia insieme a Djimsiti, Mojica e Muriel. Ecco allora uno dei problemini: la zona destra del campo dove De Paoli si è subito infortunato ed è stato sostituito da un impacciato Piccini. E questo è uno dei cambi che lasciano perplessi con una domanda: perché non Sutalo? Che tra l’altro a Liverpool non può giocare. E per l’occasione proprio le sostituzioni operate da Gasperini non ci hanno convinto.  Un Ilicic così è meglio di Miranchuck? Che rischia di diventare un oggetto misterioso. Oppure all’inizio della ripresa quando è uscito Gomez perché Pasalic invece proprio del fantasista russo? Nelle Filippiche Cicerone scriveva più o meno così “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”.

Giacomo Mayer