Il sondaggio lanciato nei confronti delle società circa la possibilità di terminare i campionati ha portato ad un verdetto pressoché unanime: il 98% dei votanti si è espresso contrario alla ripresa delle ostilità. Tra loro c’è Roberto Radici, timoniere dell’AlbinoGandino nel campionato di Eccellenza. Per il mister seriano, la quarantena è un dividersi tra lavoro e tempo libero: “Sono un insegnante e quindi sono impegnato nella didattica a distanza, tenendo lezioni online con i miei studenti. La scuola ha fatto un ottimo lavoro sotto questo punto di vista, creando un filo diretto con gli alunni e le loro famiglie. Nel tempo libero, invece, riesco ad uscire un pochino sfruttando il giardino di casa mia. Diciamo che, visto il periodo, non me la passo di certo male”.

A pesare nella quotidianità è l’assenza del calcio giocato e del suo AlbinoGandino: “Mi mancano i miei ragazzi e gli allenamenti insieme, ce lo ripetiamo spesso. Quando ci siamo fermati eravamo convinti di potere riprendere in tempi abbastanza contenuti e, inizialmente, avevamo stilato delle tabelle individuali per ogni giocatore da svolgere a casa. Poi la situazione è precipitata in maniera piuttosto repentina e abbiamo sospeso tutto, perché in questi casi l’aspetto sportivo passa in secondo piano. Con i giocatori i contatti sono frequenti: li ho sentiti e mi hanno trasmesso positività. Chi ha spazio a casa sta trovando il modo per tenersi in forma, ma ormai le speranze di tornare a giocare sono quasi svanite. Il futuro della stagione 2019-2020? Io in primis pensavo si potesse giocare a maggio, a giugno e se necessario anche a luglio. I ragazzi erano sulla stessa linea di pensiero e le condizioni ci sarebbero anche state. Poi il susseguirsi degli eventi ci ha fatto propendere per la sospensione”. E qui si apre un altro capitolo, destinato a far discutere: “Per sospensione cosa intendiamo? Cancelliamo una stagione o congeliamo le classifiche, scontentando e mettendo in difficoltà parecchie società? Non si può tenere buona una stagione con ancora nove partite da giocare…”.

Altro tema scottante è quello delle ripercussioni economiche: “Le previsioni portano a pensare che molte aziende andranno in difficoltà, mettendo a repentaglio anche la questione delle sponsorizzazioni. Le società che perdono sponsor, di conseguenza perdono una fonte di vita e sono costrette a rivedere i propri piani. Per questo penso che una rivoluzione economica ai nostri livelli non farebbe male, ristabilendo un equilibrio di massima che possa garantire la continuità di tanti club. Non sono pessimista e voglio credere che le cose cambieranno, ma cambieranno in meglio. Una società che chiude i battenti è una sconfitta per tutti, ma per certi versi avere meno risorse a disposizione può dare la possibilità di emergere a delle realtà che alle condizioni attuali non vedrebbero la luce. Non si tratta di ripartire da zero, ma almeno di rivedere con una logica più razionale il sistema dilettantistico bergamasco”.

Lucidissima la posizione di mister Radici anche per quanto riguarda la ripresa a pieno regime dei vari settori giovanili: “Credo che a livello giovanile ci vorrà più tempo e il fresco annullamento dei campionati correnti la dice lunga. Quando parli di calcio giovanile la questione si allarga anche ai genitori e quindi va considerato anche l’aspetto familiare e tutto l’indotto che ne consegue: spese, trasporti, accompagnatori. Ci vorrà molta pazienza e razionalità”.

Infine un consiglio su quali misure adottare per non perdere gli atleti più giovani: “I ragazzini in questo periodo di quarantena forzata hanno accumulato voglia di giocare e di divertirsi. Facendo l’insegnante credo che se un ragazzino vuole giocare, giocherà ancora, al di là di tutto. Mi auguro che, oltre alla garanzia di sicurezza, ci sia la possibilità di venire incontro alle famiglie, agevolandone l’impatto economico. La Federazione è cosciente di ciò e sta già studiando le soluzioni più adatte per garantire ad ogni società di iscrivere più squadre possibili, tenendo conto che le famiglie hanno versato un contributo per una stagione che non si potrà nemmeno completare. Tanti aspetti che non verranno dimenticati dai vertici del nostro calcio in vista della ripartenza”.

Michael Di Chiaro