Mercoledì mattina mio papà prende l’aereo per Liverpool con dei suoi amici, dove alloggerà fino a venerdì, il giorno dopo della partita che deciderà con un giorno d’anticipo se la nostra mitica Dea si qualificherà ai sedicesimi o meno. Avrei voluto andarci pure io, ma la scuola me lo impedisce, quindi mi accontento di vederla sul divano sotto le coperte, dopo una mezza discussione per il telecomando con mia mamma che vuole a tutti i costi vedere XFactor, ma questo è un giovedì sera diverso, c’è spazio solo per la Dea e per nient’altro. Vado a fare la doccia, quando esco guardo l’orario e mi rendo conto di aver perso i primi 15 minuti di partita, infatti mi arriva una notifica che mi avverte del gol di Cristante. Allora mi asciugo i capelli più in fretta che posso e mi lancio sul divano accendendo la televisione che trasmette la partita che ci farà entrare nella storia. Dopo molte belle occasioni sia per noi che per i nostri avversari, il primo tempo si conclude a nostro favore e durante l’inizio del secondo tempo Cristante raddoppia ma l’Everton ne mette in rete uno. Io, stanca, all’80′ spengo il televisore convinta che sarebbe finita così, ma quando guardo il telefono vedo altri tre gol da parte nostra. Mi precipito nuovamente sul divano e appena accendo c’è una festa indescrivibile. Questa volta, felice che la partita sia definitivamente finita, vado a letto felice pensando a mio papà che era lì a vedere la partita e alla nostra Atalanta, che seguo da quando eravamo in Serie B, e sorrido, perché questa sera siamo entrati nella storia.
Anna Arsuffi