L’ultima di campionato comincia con la maglia numero 6 e con la fascia da capitano al braccio sinistro. Anche se non l’ha sempre indossata, Gabriele Spiranelli da Caravaggio, 35 anni da compiere ad ottobre, è sempre stato “capitano in campo”, un regista per la difesa biancazzurra della Brignanese, dove è approdato giusto otto stagioni or sono.

Difensore granitico ma leale, personalità e senso della posizione, piedi giusti e spiccate doti di anticipo, ma anche uno stacco di testa che, oltre a liberare la propria area, qualche volta l’ha portato a colpire nella porta avversaria: 5 reti nelle 133 presenze in otto anni di Brignanese. E anche qualche domenica sofferente in tribuna a causa di qualche infortunio e altre feste vissute semplicemente a osservare i compagni dalla panchina.

Perché un vero capitano sa anche mettersi in disparte, senza polemiche, quando il mister dice: «oggi non giochi». Sempre con lo sguardo fiero, sempre con il sorriso sulle labbra, sempre pronto a dare il massimo, sia che in palio ci sia la pizza-e-birra nella partitella del venerdì sera, sia che affronti la prima in classifica la domenica pomeriggio. 

Brignanese-Comun Nuovo è l’atto conclusivo. All’89’ arriva il cambio, l’ultimo di una carriera che va a concludersi. Compagni e avversari fanno il “pasillo” e il pubblico lo applaude. Gabriele esce dal rettangolo di gioco per l’ultima volta. Per lui il calcio (Caravaggio dalle giovanili e in prima squadra, poi Vapriese, Badalasco, Canonica e, infine, Brignanese) resterà un intenso e bellissimo ricordo. Con una targa e una maglietta celebrativa a perpetuarne la memoria. I primi pensieri da “ex” arrivano sotto la doccia che, probabilmente, nasconde anche una lacrima.

Grazie “Spira”, il calcio bergamasco  che tu hai rispettato sin dai primi calci tirati ad un pallone, ti rende onore.
Pat