La neonata Real Calepina si gode il suo magic moment all’imbocco della settimana che conduce alla ripresa del campionato di Serie D. Il secondo posto provvisorio alle spalle della corazzata Crema certifica la bontà di un progetto costruito in estate da una società all’avanguardia che ha lavorato alacremente sia sulla Prima Squadra che sul settore giovanile. Marco Pagani, tecnico del vivaio giovane e preparato, ha fatto il punto della situazione sull’ultimo periodo: “Ritengo che il calcio, lo sport in generale, non sia affatto così pericoloso per la diffusione del virus. È risaputo che praticare sport aumenta le difese immunitarie ed aiuta psicologicamente ad attraversare momenti difficili come questo, soprattutto negli adolescenti e nei bambini, è un dato di fatto. Ci erano stati forniti protocolli specifici per riprendere e per continuare a fare il nostro lavoro, ci siamo adeguati, li abbiamo rispettati, si sono spesi perfino dei soldi, per poi richiudere tutto di nuovo. È veramente assurdo, soprattutto perché, che io sappia, non c’è stato nessun caso grave accaduto sui campi da calcio e nei Centri Sportivi in generale, ciò significa che in linea di massima questi protocolli stavano funzionando. Quest’estate a Chiuduno abbiamo anche fatto un Campus MultiSport da metà giugno fino ad inizio settembre, e non c’è stato alcun tipo di problema (anzi, bambini e genitori completamente entusiasti). Ma d’altronde, finché lo sport qui in Italia verrà considerato un aspetto “non necessario”, non si andrà da nessuna parte. I bambini ed i ragazzi non meritano assolutamente tutto questo”. Sulla gestione delle formazioni giovanili, Pagani spiega: “Le squadre dell’Attività Agonistica si stanno allenando tramite delle schede fornite dai Preparatori Atletici e dagli Allenatori e con degli allenamenti online, mentre le squadre dell’Attività di Base si stanno allenando qualcuno con degli allenamenti online e qualcuno, soprattutto i più piccolini, con dei giochi/esercizi da eseguire a casa, ognuno usufruendo dello spazio che ha a disposizione. Soprattutto l’Attività Agonistica non può permettersi di stare ferma, quindi è giusto tener allenati soprattutto gli aspetti fisici ed atletici per farsi trovare pronti al rientro. Per quanto riguarda invece l’Attività di Base, può essere un momento per andare a lavorare ed insistere su aspetti analitici a volte tralasciati da alcuni allenatori durante la stagione. Comunque è più un modo per far sentire la nostra vicinanza come società ai nostri atleti e alle loro famiglie, che è la cosa più importante in questo periodo, in attesa di un ritorno in campo. Questi ragazzi hanno bisogno di fare calcio vero, stando insieme, socializzando, vivere emozioni tutti insieme. E per fare ciò, serve andare in campo”. Il campo, appunto. Palcoscenico che tutti sperano al più presto di tornare a calcare il più presto possibile: “Sicuramente trovare delle strategie per portare a termine i campionati non sarà facile. Trovare un modo che possa accontentare tutti, sarà praticamente impossibile. Quindi qualsiasi cosa si faccia, ci sarà sempre qualcuno che avrà da ridire. Secondo me, innanzitutto bisognerebbe concentrarsi sulla ripresa, anche solo degli allenamenti. Poi, per quanto riguarda i campionati, si potrebbe prolungare la stagione anziché fino a maggio, proseguire fino a luglio con qualche partita infrasettimanale. Però ripeto, è una situazione complicata, e risolverla non sarà facile”. Infine, tiene banco la questione vincolo sportivo: “Come in tutte le cose, ci sono i pro ed i contro: se venisse rimosso, darebbe più libertà di scelta ai ragazzi con più tranquillità anche da parte dei genitori, per evitare spiacevoli vincoli che potrebbero nascere con le società; se invece venisse mantenuto, rimarrebbero più tutelate le società. Mettendomi nei panni di un genitore o di un ragazzo, sarei d’accordo se venisse rimosso; mettendomi nei panni di una società, sarei d’accordo se venisse mantenuto. Bisognerebbe cercare di mediare, trovare un giusto punto d’incontro per non scontentare totalmente nè una parte nè l’altra. Andrebbero probabilmente rivisti i parametri di valore dei ragazzi, anche perché alle società che hanno lavorato e fatto crescere i ragazzi è giusto che qualcosa gli venga riconosciuto. Tuttavia sono del parere che in questo momento ci sono aspetti più importanti da sistemare, prima di questo”.

Michael Di Chiaro