Seria A 37a giornata (18a rit.) – Genova, stadio “Luigi Ferraris” – sabato 17 maggio (20.45)
Genoa – Atalanta 2-3 (1-0)
GENOA (4-2-3-1): Leali 6; Sabelli 7 (21′ st Zanoli 6), Bani 5,5, Vasquez 6,5 (35′ pt De Winter 5,5), Martin 7; Badelj (cap.) 6 (22′ st Onana 5,5), Frendrup 6; Norton-Cuffy 7, Masini 6, Vitinha 6,5 (32′ st Thorsby 6); Pinamonti 7,5 (32′ st Ekuban 6). A disp.: 31 Siegrest, 39 Sommariva; 34 Otoa, 69 Ahanor, 53 Kassa, 10 Messias, 76 Venturino, 21 Ekhator. All.: Patrick Vieira 6,5.
ATALANTA (3-4-2-1): Rui Patricio 6; Kossounou 7, Hien 5, De Roon (cap.) 6; Palestra 7 (29′ st Zappacosta 6,5), Sulemana 6,5 (36′ st Ederson sv), Brescianini 5,5 (29′ st Pasalic 6), Ruggeri 6 (12′ st Bellanova 6); Samardzic 6,5, Maldini 6,5 (29′ st De Ketelaere 6,5); Retegui 7,5. A disp.: 29 Carnesecchi, 31 Rossi; 40 Comi, 49 Del Lungo, 43 Riccio, 11 Lookman, 45 Vavassori. All.: Gian Piero Gasperini 7.
Arbitro: Ghersini di Genova 6,5 (Cavallina di Parma, Miniutti di Maniago; IV Ferrieri Caputi di Livorno. V.A.R Dionisi di L’Aquila, A.V.A.R. Aureliano di Bologna).
RETI: 37′ pt e 13′ st Pinamonti (G), 2′ st Sulemana (G), 19′ st Maldini (A), 44′ st Retegui (A).
Note: spettatori 31.929 di cui 524 ospiti, 3.836 paganti e 28.093 abbonati. Tiri totali 11-13, nello specchio 4-6, parati 2-3, respinti/deviati 4-2. Var: 2. Corner 7-0, recupero 2′ e 4′.

Genova – Novantesimo anzi un minuto meno, Kossounou anticipa Thorsby che gli gira le spalle, De Ketelaere corre e a rimorchio ecco il decimo gol mancino da palo-gol-vittoria sul nuovo record nerazzurro di 25 in A e il 28 stagionale di Zapata eguagliato. Prima di Mateo Retegui, però, da citare l’altro eroe, ormai da due turni. Controllo orientato sull’apertura di fronte di Ruggeri e destro incrociato al volo dai venti metri scarsi. Pinamonti usa la testa che un po’ manca all’Atalanta delle riserve, otto undicesimi cambiati con switch da giustizia sportiva Hien-Djimsiti compreso, ma dietro l’angolo, pardon la seconda palla, c’è sempre appostato Ibrahim Sulemana. Il secondo gol in due partite del nazionale ghanese, mentre a fronte del nuovo vantaggio altrui c’è la prima soddisfazione dell’innesto di gennaio Daniel Maldini che dal limite riesce a fare ciò che non aveva fatto a portiere davanti.

Poco più di tre lancette e Maldini apre all’eccesso il piattone a mezzo giro suggeritogli da Samardzic, lanciato nel mezzo spazio da Retegui, mentre la risposta in gioco aereo di Pinamonti non premia lo schema di Vitinha a piede invertito dalla trequarti sinistra limitandosi a sollecitare la presa alta di Rui Patricio. Poco più di una manita cronometrica. Al decimo, invece, il serbo s’intromette nella traiettoria dal fondo di Palestra per il Chapita, grande ex di turno, finendo per servirgliela troppo all’indietro di rabona destra per un inutile tacco a scavalco persosi lemme sui tabelloni senza rischi per il Grifone. Appena scollinato il quarto d’ora, è nuovamente il pendolino destro di Buccinasco a offrirla in mezzo per la girata stanca del suo centravanti a rimorchio, su azione partita dall’ex Udinese.

Intorno al ventesimo, occhio alla ripartenza Sabelli-Masini con De Roon a servire inavvertitamente Vitinha contrato in angolo da Kossounou prima del secondo tiro dalla bandierina ottenuto dalla mezzala-trequartista di casa. Al 29′ su un anticipo-rilancio di Vazquez, sbattuto addosso a Brescianini in coda all’apertura a sinistra masiniana intercettata da Palestra, c’è l’uscita imperiale di Hien per conduzione e sinistro centrale da fuori di Samardzic. Al 33′ Maldini sfila l’anellone dalla catena di sinistra lungo il primo rilancio utile di Brescianini e scarica-appoggia per l’oriundo che ha fretta di metterla e non ce la fa, reclamando una deviazione non concessa. Però è del mancato assistman l’occasione più colossale di portarla avanti a undici abbondanti dalla pausa, quando Retegui e Samardzic lo buttano in navata su un suo stesso alleggerimento di testa, ma lui non si fa bastare i sette metri di specchio davanti col tocco sotto a lato. Puntuale come gli F24, il contrappasso con Norton-Cuffy a tagliare verso sinistra, vanamente rincorso dal match winner della sfida-Champions con la Roma Sulemana, e Ruggeri (ma toccava a Hien) anticipato dall’ex Inter ed Empoli in gioco aereo accarezzato dal traversone al bacio di Martin. Al 44′, Vitinha la scodella bene, rimpallo De Winter-Hien nel gioco delle torri e Bani carica Rui Patricio più che Sulemana insaccando in caduta sul secondo tocco, ma la prende pure di mano: il check del VAR evita l’affossamento della Dea, fin lì un po’ bruttina e distratta.

A raddrizzare le gambe a un sabato sera stortignaccolo ci pensa Ibra l’ex veronese e cagliaritano, pronto a sfruttare il gioco delle torri a distanza del mancino zognese con il rinviante De Winter. Nemmeno due minuti e inizia una gara nella gara, poi Samardzic sposta e tira senza centrarla e Bani alza sempre di testa il tracciante dell’assistman di casa dalla bandierina destra (8′). Brescianini e Hien, uscito molle alla propria sinistra, si scontrano su una palla stramorta e il terminale unico rossoblù può imbracciare la doppietta sfruttando il gran lavoro di Sabelli per aprire il sinistro sul primo palo cogliendo in controtempo Rui Patricio. Il tutto a ruota di uno stop di De Winter a Retegui sul la di Maldini, che si rifà dell’erroraccio del primo tempo calciando in maniera perfetta in corridodio aperto da De Roon e rifinito dal calcanhar de ouro reteguiano. Kossounou la toglie col tacco a Vitnha scongiurando il terzo genoano sulla discesa libera della new entry Zanoli (26′). Ekuban tarda a tarda a Martin sul piede sbagliato (36′); a 3′ dal 90′ Zappacosta a sinistra semina chiunque ma è troppo defilato per costringere Leali più che a un tuffettino. Quindi, la zampatona in caduta che vale il bottino pieno e i 74 punti, in mezzo a mille polemiche perché il perno locale era a terra. Al 2′ di recupero colui al quale è stato annullato il raddoppio schiaccia sul fondo l’angolo numero sette di Martin.