Atalanta – Hellas Verona 3-1 (1-1)
ATALANTA (3-4-2-1): Sportiello; Toloi, Scalvini, Djimsiti; Maehle, Koopmeiners, De Roon, Zappacosta (11′ st Okoli); Pasalic (32′ st Ederson), Muriel (11′ st Lookman); Hojlund (41′ st Demiral). A disp.: 1 Musso, 31 Rossi, 43 Bernasconi, 40 Colombo, 48 De Nipoti. All.: Gian Piero Gasperini.
HELLAS VERONA (3-4-2-1): Montipò 4; Ceccherini 5,5 (34′ st Coppola sv), Hien 5,5, Cabal 6; Terracciano 6,5 (20′ st Verdi 6,5), Tameze 5,5 (34′ st Abildgaard sv), Sulemana 5,5, Depaoli 6,5; Ngonge 5, Lazovic 6,5 (13′ st Fararoni 6); Djuric 5 (20′ st Gaich 5,5). A disp.: 22 Berardi, 34 Perilli, 23 Magnani, 2 Zeefuik, 4 Veloso, 10 Hrustic, 30 Kallon, 25 Braaf. All.: Marco Zaffaroni 5,5.
Arbitro: Sozza di Seregno 5,5 (Baccini di Conegliano, Di Iorio del Verbano-Cusio-Ossola; IV Volpi di Arezzo. V.A.R. Chiffi di Padova, A.V.A.R. Giua di Olbia).
RETI: 11′ pt Lazovic (V), 22′ pt Zappacosta (A), 8′ st Pasalic (A), 17′ st Hojlund (A).
Note: Curva Nord Pisani chiusa per cori a Vlahovic, circa mille tifosi radunati sul piazzale antistante. Un minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione in Emilia Romagna. Mezza sera piovosa, 9.297 per un incasso di 346.513,66 euro. Ammoniti Koopmeiners, Hien, Depaoli e Faraoni per gioco scorretto. Tiri totali 13-10, nello specchio 5-2, parati 2-1, respinti/deviati 5-4, legni 0-2. Var: 2. Corner 6-3, recupero 1′ e 5′.

Bergamo – Botta e risposta Lazovic-Zappacosta, poi la spariglia il guantipede nemico regalandola a Pasalic col controllo di troppo condito pure dal più maldestro dei tentativi di dribbling sull’appoggio all’indietro di Cabal. E, dulcis in fundo, vuoi mettere la gioia, torna a imbucarla il talentino Hojlund, sinistro al fulmicotone nell’angolino per tramutare in platino il la del redivivo Lookman, di nuovo tra noi dopo 6 giornate. Insomma, contro l’Hellas Verona sempre terzultimo l’Atalanta ritrova se non altro quel quid di verve che pareva spenta dal doble di ko Juve-Salernitana mantenendo vivissime le chances di un posto in Europa, magari provando a scalare il sesto posto della tranquillità. Il settimo è sigillato. Ora l’Inter sabato prossimo a San Siro e il Monza per tagliare il traguardo, fiatone o no.
Bellissimo e chirurgico, verso il palo lontano dalla lunetta, il destro dell’esterno di Sora per firmare l’1-1 grazie anche all’intesa perfetta con Pasalic-Muriel nelle vesti di scarico doppio, beffardo l’aggiramento con tocco mancino del croato, preziosissimo nel lavoro di raccordo, e infine piacevolissimi i titoli di coda orobici prima di lasciare la ribalta ai due legni della pericolante. La partenza sprint dei bergamaschi chiama la retroguardia altrui a interventi senza badare allo stile, tipo il rinculante Sulemana (6′) per impedire a Pasalic di ghermire la prima palla utile di chi la pareggerà. In tutto ciò il primo squillo, seppur da fuori e poco centrato, è del futuro rompighiaccio che al decimo non sa comunque approfittare di un disimpegno imperfetto ghermito dall’ex Depaoli. Il secondo tentativo, purtroppo per i nerazzurri, è quello buono e il diagonale implacabile sul filtrante mancino di Terracciano che apre in due la difesa di casa come il Mar Rosso. Rasmus non azzecca il tredici che varrebbe il pari per la deviazione di Cabal sul suo colpo di testa chiamato da Maehle in scia alla combinazione a tre che vede coinvolto anche Toloi. Un ulteriore tris di lancetta e sulla stessa specialità dettata da Koopmeiners dalla bandierina destra c’è il gomito alzato di Hien, ma il check dice no al rigore. Alle soglie del ventesimo è Djuric a salvare capra e cavoli opponendosi a Muriel dopo lo schema da corner col capitano, mentre a impattata ottenuta ecco l’allungo eccessivo dell’altro volto noto Tameze sul suggerimento dell’apripista dopo una sua punizione finita dritta sulla muraglia (25′).
A otto dalla pausa Depaoli stende il dirimpettaio danese e l’altro corregge bene con la testa lo schema da fermo del colombiano, ma sempre a tiro dei guantoni di Montipò in tuffo. Due occasioni su tre di testa, mai prima d’ora per un lungagnone di baricentro basso e morfologicamente costruito per sprintare palla a terra. Prima dei due gol atalantini che mettono la pratica in ghiaccio, un tentativo altissimo ancora dell’ex clivense e atalantino (14′) che a 3-1 consumato sbatte addosso al fianco di Maehle (23′) e una loffia di Tameze facilmente intercettata da Scalvini. Nella rabbiosa reazione dopo il terzo gol, anche due sortite di Verdi (25′ e 27′), corner provocato dalla scivolata di Toloi e rovesciata alta su cross del subentrato Faraoni. Spazio ai conati veronesi e non solo: Sulemana scheggia l’incrocio (37′) sulla seconda palla regalata di fronte da Djimsiti sull’ennesima sortita verdiana, Gaich ci prova in caduta sul retropassaggio sbagliato di Scalvini travolgendo Sportiello e prendendo la base del palo (39′). Risponde (44′) Ederson in combutta col braccetto di Palazzolo sull’Oglio: entrata di prepotenza da sinistra, piedone dell’ultimo baluardo stavolta funzionante.
Simone Fornoni