Il Comitato Regionale della Lombardia ha annunciato ulteriori accertamenti dopo il clamoroso episodio di violenza verificatosi all’Oratorio di Nese nel corso del match tra Oratorio Alzanese e Tritium, gara valevole per gli ottavi di finale del Trofeo Cassera, riservato alla categoria Under 16. A seguito di un autentico parapiglia – generato da un brutto fallo di reazione – che ha visto coinvolti diversi calciatori sul terreno di gioco, si è assistito anche all’invasione di campo da parte di alcuni genitori. Scene deplorevoli che tuttavia hanno portato a sanzioni decisamente ‘leggere’ nei confronti dei due club: l’Oratorio Alzanese dovrà pagare 120 euro di ammenda, mentre la Tritium Calcio 170 euro. Il CRL, preso atto delle immagini riprese dagli spalti e circolate prontamente in rete, è intervenuto ufficialmente annunciando ulteriori accertamenti:

“Comitato Regionale Lombardia e la Delegazione provinciale di Bergamo condannano con assoluta fermezza i fatti di violenza avvenuti durante la gara del torneo provinciale “Trofeo Cassera” categoria Allievi fra le società Oratorio Alzanese e Tritium calcio del 22 gennaio scorso. Appare evidente che dalle sanzioni applicate non risulti la gravità dei fatti come invece evidenziata dal materiale video diffuso in questi giorni e pertanto CRL e Delegazione ritengono necessario vengano effettuati ulteriori accertamenti, per chiarire i fatti e le responsabilità di tutti coloro che hanno partecipato all’increscioso episodio, attraverso gli organi competenti al fine di pervenire alle conclusioni più idonee in sede di giustizia sportiva. Si ribadisce qui che ogni forma di violenza in campo, negli spogliatoi e sugli spalti viene ripudiata dal mondo del calcio dilettantistico, e soprattutto del calcio giovanile, e va contrastata in ogni modo. Si invitano dirigenti, calciatori, allenatori, sostenitori e familiari dei tesserati a mantenere sempre un comportamento consono ai valori dello sport collaborando per raggiungere con unità d’intenti l’obbiettivo comune della piena correttezza sportiva a tutti i livelli”.

Sull’accaduto è intervenuto anche il Delegato Provinciale Nicola Radici:

“Cari Presidenti di club e colleghi delle diverse associazioni legate al calcio bergamasco, voglio condividere con voi alcune mie riflessioni non da Delegato ma da uomo di quasi 50 anni che frequenta i campi di calcio da quando ha 7 anni. I fatti avvenuti durante la partita allievi nei giorni scorsi tra Oratori alzanese e Tritium sono gravissimi, ma non nascondiamoci dietro finte ipocrisie, sono la punta dell’iceberg di quella che sta diventando una pessima abitudine nel calcio giovanile. Siamo tutti cresciuti, io compreso, in una cultura calcistica dove conta solo la vittoria, dove non siamo educati alla sconfitta, dove spesso noi dirigenti facciamo pressione sui nostri tecnici che a loro volta lo fanno sui propri atleti perché ci sia solo una strada, la vittoria. Dove sempre di più il genitore vive la sconfitta della squadra, del proprio figlio o, peggio ancora, l’esclusione del proprio figlio dall’11 titolare come un affronto enorme. In totale lucidità dobbiamo prendere atto che questa mentalità ci sta domenica dopo domenica portando verso una spirale di violenze, di tensioni e negatività sempre più forti. Oggi la vera sfida di chi ama il calcio è ribellarsi a queste abitudini e dobbiamo tutti uniti aiutarci veramente e cercare di cambiare le nostre abitudini culturali prima che sia troppo tardi, prima che possa succedere qualcosa di veramente grave e irreparabile. Da anni combattiamo il mondo ultrà in modo ipocrita perché spesso nei campi giovanili succedono fatti sempre più simili, se non peggio, di quelli che succedono nelle curve di tutta Italia. Io stesso nel mio passato da dirigente ammetto di aver commesso reazioni sbagliate, ma adesso è arrivato il momento di dire basta e di cercare di cambiare il nostro calcio, le partite delle giovanili devono tornare a essere delle piacevoli sfide tra adolescenti che vogliono divertirsi e non campi di guerra tra ragazzi ribelli, tra allenatori o dirigenti che cercano solo in modo nevrotico la vittoria o di genitori che per novanta minuti si trasformano in hooligan. Chi sono i colpevoli? Tutti NOI! Nessun elemento del mondo calcio escluso, motivo per cui vi esorto, cari Presidenti di ogni club e di ogni associazione legata al calcio della nostra provincia, ad aiutare a cercare un cambiamento vero. Sono a disposizione per ascoltare idee da parte di tutti per provare a migliorare le cose tutti assieme e tutti uniti. Non posso pensare che la soluzione sia chiedere alle forze dell’ordine di essere presenti anche alle partite della giovanili!”.