Bergamo Basket 2014 – Benfapp Capo d’Orlando 77-82 (25-30, 48-47, 65-63)
BB14: Taylor 17 (4/6, 3/6, 5 ass.), Roderick 27 (10/18, 1/5, 4/4, 16 r., 4 rec., 5 ass., 1 st.), Sergio (cap.) 6 (1/2, 1/2, 1/2, 6 r.), Fattori 6 (1/5, 1/4, 1/2, 5 r.), Benvenuti 9 (2/5, 0/2, 5/7, 1 st.); Augeri n.e., Zugno 5 (2/3, 1/3 tl), Bedini, Marelli n.e., Casella 4 (1/2, 0/4, 2/2, 2 st.), Zucca 3 (0/1, 1/1), Piccoli n.e.. Coach: Sandro Dell’Agnello. Rimbalzi 10-32, assist 12.
ORLANDINA: Triche 21 (0/8, 5/7, 6/8, 7 ass.), Bellan 5 (1/1, 1/4, 3 rec.), Lucarelli 14 (4/7, 1/9, 3/3, 9 r.), Parks 23 (5/13, 4/7, 1/1, 7 r.), Bruttini (cap.) 11 (3/11, 5/6 tl, 11 r.); Laganà 5 (1/3 da 3, 2/2 tl), Murabito n.e., Mei 3 (1/5 da 3), Neri (0/1 da 3), Mobio. Coach: Marco Sodini. Rimbalzi 16-28, assist 13.
Arbitri: Bartoli di Trieste, D’Amato di Roma e Pellicani di Ronchi dei Legionari.
Note: spettatori 1.049. Timeout: 4’58” B, 13’25” B, 14’24” O, 17’13” O, 32’19” B, 33’19” O, 36’48” O, 38’25” B, 39’50” B.

Bergamo – Quarto ko casalingo per la Bergamo Basket 2014, che nel lunch match domenicale al cospetto di Capo d’Orlando smarrisce la bussola nel minitempo conclusivo consegnando agli avversari di turno anche l’aggancio in classifica a quota 26. Una prova discreta per tre quarti rovinata dall’assenza di tiro in dirittura d’arrivo, al netto dei troppi palloni gettati al vento. Vendetta consumata per il 90-89 al PalaFantozzi dopo un supplementare e doppietta di trasferte alle viste, con Biella e Roma-2 a Ferentino.
L’inchiodata di Roderick per il 6-2 dopo nemmeno due giri di lancetta è un distacchino che non dura, perché Bellan ricuce in entrata, mentre da oltre l’arco il botta e risposta Taylor-Triche lascia il posto all’uno-due Bellan-Parks tra 4′ e 4’30”. Il primo mini parziale ospite alle soglie del primo timeout di casa (15-9) non è un punto di non ritorno, anche perché Benvenuti sotto e TRod da fuori (19-20, 7′) tengono a galla lo score a dispetto della maggiore regolarità avversaria con Parks sugli scudi e Laganà a piazzare un’altra bomba. Imitato da Lucarelli quasi al gong (28-21 ospite), con la guardia Usa di casa a limitare i danni. Nel secondo quarto i problemi continuano, perché l’Orlandina difende il margine, vedi missile di Fattori per il 31-36 (2’30”) a ruota di quello di Zucca rintuzzato da Mei per il più 8 ospite. Taylor sempre dalla distanza riduce un po’ (36-41, 4′) e tra un paniere e l’altro del moro nemico lui e Sergio sfruttano sempre la mattonella dispari per riavvicinarsi ulteriormente (42-43, 7′). consentendo il controsorpasso alle soglie dalla sirena corta: l’uomo di Philadelphia rimette il naso avanti imbroccando la prima da fuori (45-44) a 1’30”, Benvenuti non sbaglia dalla carità e nonostante il ritorno di Triche (da 3) ecco il contatto di quest’ultimo sul capitano Sergio che infila il libero del vantaggino.
In avvio di ripresa la coppia Taylor-Roderick, tre e due con appoggio al cristallo (54-51, 3′) prova ad accendere i retrorazzi, ma dal punto a punto non ci si può proprio schiodare. Parks ne mette un’altra dal sofà (56-58), per il resto tra un personale e un contropiede nessuno scappa. Triche firma il più 1 a quota 63 a 1 minutino dalla mezzora, Zugno riporta avanti il muro giallonero in extremis con TRod a fallire la bomba sul recupero proprio all’ultimo secondo. Inizia l’ultima passerella cronometrica e proprio il play di riserva trova subito il canestro in entrata senza però sfruttare l’aggiuntivo, Parks invece si carica la baracca sulle spalle (69-68, 2’19”). Niente panico, c’è Terrence, che affonda come la lama nel burro due volte di troppo per le coronarie altrui (73-68, 3’19”) inaugurando uno stanco impasse con le contendenti impegnate nella padella sistematica. Un poker di lancette senza segnare, lo fa Triche dall’angolo (7’30”) portando la Benfapp a due sole lunghezze per poi ripetersi a 1’50” dalla sirena (73-74). Lucarelli completa l’8-0 dello strappo finale e al rientro dall’ultima sospensione Roderick ci prova quasi da solo: non basta, se si sbagliano tre tiri del pari (2 Casella, 1 Taylor), e dalla lunetta i siciliani chiudono i conti.

Simone Fornoni