Parliamo di un allenatore con un’esperienza quasi ventennale, molto conosciuto soprattutto nella zona della Valle Imagna  e Brembana che però non ama le luci della ribalta. Quest’anno dopo tanta gavetta e tanto settore giovanile è approdato  al Ponteranica ( dove era già stato dal 2012 al 2015) per la prima volta nella suo percorso da allenatore  per guidare una prima squadra, ma il ritorno della pandemia gli ha tolto questa possibilità e soddisfazione a parte le poche gare giocate ad inizio stagione.

Si tratta di Ruggero Manzinali a cui abbiamo chiesto di raccontarci per sommi capi il suo percorso calcistico, qualche impressione del momento attuale ed eventuali prospettive future. Ci dice “Sono soddisfatto  di quello che ho fatto ad ora, soprattutto con i ragazzi, a livello di insegnamento e cercando di migliorare la loro crescita personale e sportiva e contento  quando a distanza di anni i ragazzi mi riconoscono e mi salutano cordialmente. E’ soprattutto la passione che mi ha spinto e mi spinge ancora  a continuare e ne sono ben felice. Posso dire che sono stato in un buon numero di squadre e complessivamente mi sono trovato bene un po’ con tutti i dirigenti e addetti ai lavori con cui ho avuto a che fare, dove non manca magari qualche distinguo ma è una cosa fisiologica.

Anche io come un po’ tutti ho fatto il calciatore, soprattutto  come difensore esterno militando in un buon numero di squadre prevalentemente di seconda e terza categoria e poi ho deciso di iniziare ad allenare. Per cui ripercorriamone le tappe cercando anche di estrapolarne i momenti migliori. Sono partito  dal Valle Imagna che è la zona in cui risiedo,  in cui sono rimasto sei stagioni  partendo dai dilettanti Csi  per poi allenare  tutte le squadre del settore agonistico e cioè dalla Juniores agli Allievi.

Dopo qualche stagione soprattutto per un allenatore, è fisiologico tentare nuove esperienze per cui sono passato al Lemine per guidare la Juniores regionale. Successivamente sono stato tre anni a Ponteranica in cui soprattutto con gli esordienti ho raccolto ottime soddisfazioni  per passare poi  alla Juniores. La prima esperienza “fuori” dalla Valle è stata quella con il Bergamo Longuelo , una società organizzata, preparata, dove ho allenato due anni gli esordienti e ho anche potuto apprezzare le qualità umane e la competenza della dirigenza soprattutto del presidente Fabio Locatelli, sono poi passato al Mapello ad allenare  i giovanissimi e questa va detto che non è stata una esperienza trascendentale ma può capitare, mentre a San Pellegrino ho potuto allenare i regionali B”.

Cosa possiamo ricordare in particolare di tutto questo percorso.

Per quanto riguarda le persone già detto di Fabio Locatelli del Bergamo Longuelo, citerei senza dubbio il rapporto  al Lemine con l’attuale presidente “Piero” Pellegrinelli  e il direttore sportivo Antonio Salvi, a Ponteranica ricordo particolarmente il vicepresidente Valsecchi mentre a San Pellegrino non si può non menzionare la  competenza di Adriano Tassis e del figlio  Stefano.

A livello sportivo per quanto riguarda i risultati ricordo  particolarmente il gruppo degli Allievi ’92  del Ponteranica, un’ottima squadra con buone individualità e soprattutto  una semifinale del trofeo Cassera in cui abbiamo dato particolarmente filo da torcere al quotato Villa Valle.  Successivamente ottima l’annata dei 2002 del Ponteranica con i quali arrivammo alla finale provinciale Csi battuti dal San Pellegrino solo dopo i calci di rigore, in cui vanno  sottolineati giocatori come Vallisa che dopo essere stato a Scanzo è ora passato al Monza mentre Denny Rota è ora in promozione all’Almè. Ricordo anche la vittoria nel trofeo Biancoazzurro organizzato dal Ponteranica con compagini quotate e l’ottimo percorso nel trofeo Titti Savoldi che vedeva ai nastri di partenza anche compagini professionistiche e ho anche un buon ricordo dei ragazzi ’91-92 e 93 del Lemine Juniores“.

Il ritorno a Ponteranica?

Sono stato parecchio soddisfatto  di essere stato chiamato in una stagione praticamente di rifondazione dopo due stagioni a livello societario tribolate per vari motivi; ora la società grazie al presidente Amadini e ai suoi più stretti collaboratori ha creato le basi per un futuro da affrontare  con un discreto ottimismo  e a tal proposito avevamo creato anche un buon organico, con giocatori anche provenienti da categorie superiori, che avevano iniziato il campionato discretamente evidenziando ulteriori margini di progresso.

Per quanto riguarda questa stagione ritengo che non era facile  prendere delle decisioni; da luglio in poi le condizioni pandemiche  sembravano migliorate, ma dopo poche settimane sono ritornate delicate;  adesso non  ci resta che aspettare cosa ci riserverà il futuro auspicando di ripartire a settembre anche perché la voglia di ritornare ad allenare e giocare è parecchia”.

Per quanto riguarda lo svincolo totale  dei giocatori che sembra alle porte cosa ne pensa?

E’ ormai applicato in parecchi paesi europei ma a mio avviso ci vorrebbe una gradualità magari abbassando prima i limiti di età e attuare una riforma generale  fra qualche tempo“.

E ci congediamo.

Giovanni Vitali