LIPSIA – Gol, pali, rigore, autorete e un pareggio poco salomonico che però esalta l’Atalanta, protagonista, anche a Lipsia, di una prestazione di sagacia tattica e di gioco spumeggiante. E allo spettacolo, ovviamente, ha contribuito anche il Lipsia che ha saputo reagire dopo un primo tempo incolore. Sì, perché a dominare, seppur senza strafare è stata l’Atalanta che si è portata meritamente in vantaggio, dopo solo 17’ di gioco, con un affondo di gran classe di Muriel. E, quindi, ha costruito sapientemente il dominio. E’ la prima partita e Gasperini si cautela di conseguenza , schiera una formazione che non deve andare alla ventura e, tanto meno, gettarsi tra le braccia mortali dei sassoni. Davanti a Musso la difesa a quattro con Hateboer e Zappacosta esterni, Demiral e Palomino centrali, in mezzo i due mediani De Roon e Freuler, più avanti Koopmeiners sulla stella linea orizzontale di Pasalic e Pessina, in attacco Muriel. Tedesco conferma il 3-4-1-2. E lo schieramento atalantino complica la vita ai tedeschi che sono quasi impauriti, perlomeno imbrigliati, dal gioco nerazzurro anche perché de Roon segue, passo passo, Olmo, Koopmeiners pendolo perfetto dell’ingranaggio su Kampl e Freuler su Laimer. C’è un enorme spazio tra i centrocampisti del Lipsia e i loro compagni d’attacco sebbene Nkunku sia un pericolo costante quando prende palla, timido Andrè Silva invece,entrambi braccati da Palomino, subito ammonito peraltro, e da Demiral, impeccabile, un po’ meno sull’azione del rigore quando sgambetta Nkunku, appunto. Funziona a sinistra il tandem Zappacosta-Pasalic meno a destra tra Hateboer e Pessina, spesso in confusione. E poi c’è Muriel, ispirato, efficace, a tutto campo nel creare spazi aprendo la difesa tedesca con Orban e Klosterman risucchiati nel vortice. E infatti il gol nasce proprio così, da sinistra: Zappacosta apre a Muriel che salta prima Klostermann e poi Kampl e infila Gulacsi. Non pago del gol, pochi minuti dopo Muriel con un diagonale lambisce il palo alla sinistra del portiere ungherese. Il trio di centrocampo scompagina con le triangolazioni e i cambi di gioco il Lipsia che fatica, come si suol dire, a venirne a una. Certo, c’è anche il palo colpito da Silva, azione causata da Pessina nettamente anticipato da Olmo che avvia l’azione, conclusa dal portoghese. E’ il momento migliore dei nerazzurri che concludono il primo tempo con il palo di Pasalic. Fuochi d’artificio nel secondo tempo. Il Lipsia è più convinto con Olmo decisamente vivace e pericoloso e così arriva il pareggio. Sono quattro minuti di fuoco e fiamme: Nkunku fa una finta e Demiral lo stende, rigore battuto da Andrè Silva respinto da Musso, ribatte di testa Orban e Musso replica la respinta, quindi continua l’azione e su cross di Angelino Zappacosta anticipa Orban e procura l’autorete. E allora Gasperini decide di cambiare tutto l’assetto: entrano Zapata per Muriel, Boga per Pasalic e Scalvini per Pessina. Pochi minuti dopo s’infortuna Freuler, indurimento del flessore, entra Miranchuk. Così Scalvini va in mediana, Koopmeiners e De Roon in mezzo. In attacco il tridente pronto ad offendere. Anche il Lipsia cambia prima lo svedese Forsberg per Silva, poi Szoboszlai e Halsentberg per Gvardiol e Olmo, nel finale tocca anche a Mukiele e a Novoa per Henrichs e Nkunku. Sia l’Atalanta che il Lipsia vogliono vincere: Boga e Scalvini fanno tremare la difesa tedesca, quindi il palo di Koopmeiners e infine si rischia la beffa, prima gran respinta di Musso e sul calcio d’angolo Demiral salva sulla linea il tiro di Mukiele. Forse è giusto il pareggio ma l’Atalanta c’è e giovedì prossimo, state sicuri, ne vedremo delle belle.

Giacomo Mayer