Ecco la nuova Atalanta, saggia e consapevole dei suoi infiniti mezzi. Batte anche la Sampdoria e attacca vertiginosamente la classifica accorciando sulla Lazio, davanti di due punti , e scavalcando, vediamo per quante ore, l’Inter. A pochi giorni della supersfida con la Juventus. Non è stato facile superare la squadra di Ranieri ma con pazienza e determinazione ci è riuscita. Non solo la forza della volontà, sempre immensa, ma anche il ragionamento che ha permesso di portare a buon fine una partita ispida. Metamorfosi significa trasformarsi da una cosa ad un’altra. E non è il caso dell’Atalanta. Il gioco e i dettami tattici sono sempre gli stessi ma il nostro maestro di calcio, Giampiero Gasperini, li ha adattati alle situazioni contingenti. Infatti un conto è giocare una partita ogni sette giorni, un altro conto, spesso salato, ogni due tre giorni. Dal 21 giugno le partite sono come scrosci improvvisi di un temporale, non c’è tempo per ripararsi. E allora bisogna studiarle bene le tattiche da mettere in campo. L’Atalanta, in queste sei partite, ha cambiato registro: non è più una furia che s’avventa sugli avversari, adesso li attende, li stana e poi li infila. E, comunque, li distrugge sempre. E poi ci sono i cambi che stanno diventando sempre più decisivi. In panchina, da una stagione a questa parte, ci sono giocatori che possono cambiare l’assetto della squadra e l’andamento della partita. Basta un nome: Luis Muriel, che entrando spesso e volentieri a partita iniziata, è decisivo e non è un caso che abbia realizzato 17 gol, capocannoniere di un’Atalanta che ha segnato 85 gol. La Dea in sei partite ha collezionato quindici gol e ne ha subiti cinque. Ma non prende gol da tre partite consecutive. Non era mai successo. Non è banale, non è casuale. Con la Sampdoria ha avuto un’infinita pazienza. Si sapeva che Ranieri sarebbe venuto a Bergamo per non prenderle. E così ha agghindato la sua squadra mettendo due belle linee chiuse, ingombrando tutti gli spazi e lasciando all’Atalanta l’iniziativa ma togliendole, proprio in mezzo al campo, eventuali micce esplosive. Ha conquistato la superiorità numerica ed ha affidato al polacco Linetty il compito di guastafeste. I nerazzurri, però, non si sono persi d’animo ed hanno continuato a tessere la loro tela, magari senza brillantezza ma evitando pericoli. Non è un caso lo zero a zero del primo tempo, anzi il più pericoloso è stato l’ex Gabbiadini ma Gollini non si è lasciato incantare dal tiro dell’attaccante doriano. Per la verità nemmeno Audero di fronte a Zapata e a Ilicic. Gasperini ha capito al volo che superare l’organizzazione e una certa velocità dei blucerchiati sarebbe stato complicato. E allora ecco i cambi con gli inserimenti di Muriel, De Roon e Malinovskyi e, allo stesso tempo, un nuovo assetto tattico passando a quattro in difesa. Forse per la prima volta. Eppure Toloi, il migliore in campo, ha continuato ad imperversare da mediano aggiunto, coperto da un intelligente De Roon. Un calcio d’angolo al bacio di Malinovskyi ha permesso al difensore brasiliano di segnare il suo secondo gol stagionale e a completare l’opera la sassata imprendibile di Muriel. E adesso il secondo posto non sembra più una speranziella. E se vogliamo esagerare, non costa niente, anche la Juve deve stare attenta. L’evangelista Luca ha scritto secoli fa: “E’ più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno dei cieli”. Ecco, l’Atalanta è un cammello, la Juve è il ricco. Più chiaro di così.
Giacomo Mayer