L’emergenza coronavirus si è presentata improvvisamente a fine febbraio, e sembra fin troppo riduttivo sostenere che abbia danneggiato il calcio giocato, quando a più di due mesi di distanza dall’ultima partita giocata dal nostro calcio dilettantistico diverse società si sono ritrovate in difficoltà economiche e gestionali che sembrano compromettere e non poco una stagione che deve ancora iniziare, la prossima, sebbene a maggio tempi e modi siano ancora sconosciuti.
Tuttavia problematiche da non trascurare soprattutto in ambienti dove una società sportiva non è solo passatempo ricreativo per bambini e adulti ma una vera e propria comunità che fa tanto da collante tra quartieri quanto da agente educativo post scolastico.
L’ASD Polisportiva Oratorio San Tomaso è una di esse, di cui fa da poco tempo le veci il presidente Paolo Bonaita, 46 anni, già consigliere ma da anni allenatore del settore giovanile rossoblu, eletto insieme al nuovo consiglio direttivo a fine gennaio.
Le 3 sezioni che compongono la polisportiva (il calcio con ben 12 squadre, la pallavolo con 3 squadre e la danza) danno vita a quella che è una realtà importante del quartiere cittadino che raccoglie e accoglie ragazzi anche da fuori, ed un’associazione sportiva di questo tipo non può che essere stata messa in grande difficoltà dal virus, come ci spiega proprio il presidente: “Siamo un’associazione che non persegue scopi di lucro, nella quale tutti i collaboratori sono volontari. Fortunatamente, grazie ad una gestione accurata, i conti erano in linea con il bilancio preventivo, anche perché le nostre fonti principali di entrata sono costituite dalle iscrizioni degli atleti, compresi i ragazzi delle prime squadre, e dei soci, dalla festa della società e da alcuni sponsor. Il virus ci ha colti di sorpresa, ha interrotto bruscamente il lavoro del direttivo, insediatosi da poco, che in questi mesi stava lavorando sul bilancio della prossima stagione e nella programmazione di alcune manifestazioni, tra cui la festa e alcuni tornei academy che purtroppo per ovvi motivi non potranno essere svolte”.
Aldilà della questione economica i problemi sono sorti anche dal punto di vista umano, dappertutto le squadre hanno smesso di allenarsi e di vedersi: “Sicuramente interrompere tutto improvvisamente non è stato semplice e ancora oggi la mancanza dei rapporti umani a cui eravamo abituati, è uno degli aspetti più difficili da affrontare e gestire, in particolare quelli con i nostri ragazzi. Per fortuna i rapporti umani che ci legano all’interno della società sono sani, solidi, siamo un gruppo unito e anche nelle difficoltà riusciamo comunque a condividere scelte e decisioni e obiettivi”.
Obiettivi che se per la stagione 19/20 si sono arenati in corso come sottolinea Bonaita: “Proprio i mesi rubati dal coronavirus e sarebbero per noi stati cruciali, avremmo consolidato i programmi della stagione, e organizzato la festa Sportivamente e le Academy di calcio e di pallavolo”. Eventi che sono ancora tutti da programmare per una stagione 20/21 che la società sta già iniziando a delineare cercando, nei limiti del possibile, di non rincorrere l’emergenza ma di affiancarla, facendosi trovare pronta anche per aiutare le famiglie un domani quando tutto sarà finito: “Sicuramente dovremo prima attendere le decisioni delle istituzioni, poi delle federazioni ed infine capire quanti saranno gli atleti iscritti. La volontà e la speranza è che si riconfermino i numeri dell’anno 2019-2020; quindi, bilancio permettendo, stiamo riflettendo su eventuali modalità per andare incontro agli atleti e alle famiglie, a cui è stata inviata da poco una lettera di solidarietà e vicinanza nella quale abbiamo anche spiegato come abbiamo intenzione di procedere nelle prossime settimane/mesi. Di solito in questo periodo la società chiede ad atleti e famiglie una preiscrizione, quest’anno, vista la situazione, riteniamo non sia il momento di chiedere nulla, ma non vogliamo trovarci impreparati quando tutto riprenderà, e per poter organizzare al meglio la prossima stagione chiederemo attraverso riunioni on line e un questionario personale un impegno morale”.
Il San Tomaso è dunque una di quelle società che costella la Bergamasca che mette i ragazzi e le famiglie davanti al portafoglio, vuoi per l’impostazione oratoriale, vuoi per predisposizione sociale. E se quest’anno il coronavirus ha interrotto un campionato turbolento (ultimo posto a 9 punti nel Girone B di Seconda), gli intenti di Bonaita e co non cambiano: “La comunità è forte, e il fine è quello di migliorare di anno in anno, non solo con la prima squadra, ma anche con le squadre del settore giovanile coniugando il divertimento con la competitività; queste due caratteristiche sono infatti tra gli obiettivi primari di una società come la nostra”. La fine dell’emergenza sembra vicina per la società civile ma resta una grandissima incognita per tutto lo sport, dai professionisti in giù, e questo però non impedisce alle società di prepararsi e farsi trovare pronte quando tutto sarà finalmente finito, per tutti.
Daniele Mayer