A quasi un anno esatto dal primo contagio ufficiale, il covid non molla, tra notizie di varianti e buoni auspici riguardo i vaccini, la vita di tutti è sensibilmente ed inesorabilmente cambiata, costretta ad adattarsi alle più disparate disposizioni, calcio incluso. Il ritorno alle attività dell’estate scorsa è stato un fuoco di paglia che ha dato la parvenza di un ritorno alle normalità che l’aumento dei contagi autunnale ha subito stoppato. Tuttavia è proprio tornare a calcare i campi da gioco che attenua il periodo poco felice odierno. Così è stato per il San Tomaso, tornato alla ripresa delle attività con tutte le sue squadre, dalla prima squadra alla scuola calcio. Dopo disparate riunioni interne alla società e incontri vari, sempre in via telematica, tra allenatori, genitori e ragazzi l’8 febbraio il campo è stato riaperto, sempre in sicurezza e sempre senza l’utilizzo degli spogliatoi, come attesta il presidente Paolo Bonaita: “Siamo felici di aver ripreso, come del resto han già fatto molte altre società, ripartendo con il concetto chiave di avere tutti quanti responsabilità e con il monito per tutte le componenti di mantenere i distanziamenti”. Se è difficile allenarsi senza poter disputare le partitelle, è doveroso dare a tutti la possibilità di fare attività fisica, la questione dell’ “interesse nazionale” è fuorviante e ambigua, tuttavia al San Tomaso non sono mancate le riflessioni “Abbiamo fatto considerazioni sui ragazzi che avevano bisogno di allenarsi, perché abbiamo avvertito la voglia di tornare. Restare fermi alla lunga porta più problemi che benefici, anche perché l’impatto dello stop rischia di diventare devastante, con il pericolo che cresca la disaffezione e la mancanza di motivazione”, aggiunge Bonaita, che continua “Dobbiamo andare avanti cosi, con responsabilità e tranquillità, sperando si possa tornare alla normalità almeno a settembre. Per ora ci accontentiamo di allenamenti ed amichevoli ordinarie; aspettiamo le conferme delle autorità”.
Per seguire la linea imposta dal consiglio direttivo, le squadre rossoblù si allenano una volta sola la settimana, a cadenze orarie differenti, affinché non si creino i classici via vai delle settimane di allenamento, con le varie squadre che non si incontrano l’una con l’altra. Può sembrare poco, e può apparire difficoltoso, resta però l’attenzione e il rispetto delle regole insieme alla costante volontà di rivolgersi ai ragazzi per supportarli nei limiti del possibile, in un momento storico durante il quale anche i più giovani sono condizionati e privati probabilmente più di altri della normalità. Il presidente rossoblù chiosa, “Per ora ci atteniamo alle imposizioni dei comitati vari, ma se dovesse permanere la zona gialla, o addirittura diventare bianca e c’è l’assicurazione di giocare in sicurezza, non sarebbe male riprendere il campionato e tornare a divertirsi”.
Daniele Mayer